
Il Movimento dei Nuovi Consumatori torna all’attacco di Parma Gestione Entrate, la società di riscossione partecipata dal Comune di Parma. Lo fa con una conferenza stampa tenutasi ieri presso la sede dell’Associazione.
“Vogliamo fare il punto della situazione su PGE” premette il nuovo presidente Remo Chierici, dopo aver ringraziato l’ex presidente e oggi presidente onorario Filippo Greci “che in questi anni si è battuto come un leone. Il tempo sta dimostrando la correttezza delle sue denunce.”
A parlare sono soprattutto due testimoni delle presunte irregolarità di PGE “sulle quali da qualche anno stanno indagando la Procura di Parma, la Guardia di Finanza e la Polizia, con le conseguenti emissioni nel 2016 di avvisi di garanzia per falso, peculato e usura per gli ex vertici della società che si sono tutti dimessi”.
A prendere la parola davanti ai giornalisti è un ex dipendente di PGE (di cui citiamo solo le iniziali: AP) che interviene sulle false notifiche emesse dalla Società di riscossione (ndr. vedi inchiesta di ParmaDaily a fondo pagina): “Nel 2014 avevo consegnato all’ex Presidente di PGE Tosi un dvd contenente numerose prove di ciò che vedevo non funzionare nella società. Tosi stesso diceva che ‘c’era un ladro in PGE’. Purtroppo da quel giorno mi hanno reso la vita dentro PGE sempre più difficile, fino a che nel 2015, dopo avermi denunciato per reati informatici, mi hanno licenziato con le motivazioni più strampalate, addirittura che arrivavo al lavoro in anticipo di 5 minuti.”
L’ex funzionario descrive poi la procedura dei riversamenti al Comune di Parma: “Posso attestare che fin dal 2006 i riversamenti avvenivano tramite un comunissimo foglio excel, senza alcuna automatizzazione, semplicemente riportando i quantitativi di incassato riferiti dagli uffici.”
“Tutto ciò avveniva senza controlli?” chiede un giornalista. “Non posso pronunciarmi a riguardo, considerata l’indagine della Procura in corso” risponde AP. “Dico che le somme incassate con lacune sulla loro provenienza, perchè magari mancava una correlazione con un numero o un verbale, venivano lasciate sul conto corrente di PGE e non riversate al Comune. PGE riscuoteva denaro anche contante. Ci sono stati ammanchi di cassa, denunce di sparizioni di contanti…”
“Venendo alle notifiche” continua AP “io avevo il compito di preparare pacchetti di atti da notificare di circa 250 verbali cadauno. Posso testimoniare che dopo due ore mi tornavano indietro tutti notificati… e quasi mai trovavano il destinatario in casa”.
Ma i messi ci andavano per davvero a casa delle persone per notificare gli atti o qualcuno dentro PGE o altrove apponeva firme false attestando un’attività di notificazione in realtà mai eseguita?
“Numerosi messi hanno disconosciuto le loro firme sugli atti” aggiunge Chierici. “Alcuni non avevano neppure il titolo per notificare. La Gdf ha sequestrato migliaia di documenti”.
La pratica delle firme false è stata evidenziata anche da uno studio di Price Water House commissionata dal Comune e poi secretato.
Sempre sulla falsificazione seriale delle notifiche è intervenuto in conferenza stampa un cittadino di nome Adriano Beretta (nella foto a fianco): “Ho visto un verbale di notifica riportante la mia firma… peccato che non fosse la mia firma vera ma una falsa. Per di più questa notifica immaginaria sarebbe avvenuta in un mese in cui neppure ero in casa.”
Le accuse sono gravi: se si trattasse di calunnie, PGE non potrà esimersi dal depositare denuncia per diffamazione.
Vedremo se lo farà. E’ più facile prevedere di no. PrD
SPECIALE PARMADAILY NOTIFICHE PGE
PGE e le firme “mutanti”: trovare o meno la persona in casa cambia la firma del notificatore