
In merito all’articolo dal titolo “MNC: “La buona fede non colposa non vale per i disabili?”” sono costretto a rispondere per l’ennesima volta a quanto viene sostenuto da Filippo Greci nel suo comunicato stampa.
In detto comunicato infatti viene scritto:
“Vi e’ da chiedersi , a questo punto, per quale ragione la Prefettura non abbia utilizzato la motivazione, adottata a suo tempo per gli amministratori comunali, anche per il disabile ricorrente archiviando i relativi verbali.
Infatti, nel caso dei tre componenti della Giunta Comunale, Vagnozzi, Paci e Ferretti, i preavvisi di verbale furono archiviati de plano dall’autorita’ prefettizia su semplice richiesta del comandante della Polizia Municipale, dott.G Noe’, senza che venisse proposto il ricorso di rito al Giudice di Pace o al Prefetto come accade ai comuni mortali.
Il Prefetto accoglieva il ricorso del comandante Noe’ ed il principio, assolutamente nuovo in Giurisprudenza, della “Buona fede non Colposa”, per essere i medesimi amministratori autorizzati a parcheggiare sotto i portici del Grano.”
La ricostruzione di Greci è del tutto fuorviante e basata su un presupposto falso e già smentito. Basta leggere la richiesta inviata alla Prefettura
Nella richiesta infatti viene scritto: “Per i motivi suddetti…” ovvero detti sopra.
La motivazione non è la buona fede, che nel dispositivo viene riportata successivamente e come si suol dire ad abundantiam. Quindi io, l’assessore Ferretti e la Vice Sindaco Paci eravamo autorizzati a sostare negli stalli del parcheggio del Municipio e per le sopra riportate motivazioni la Prefettura (organo terzo) ha deciso di procedere con l’archiviazione.
Quando si afferma che “ai comuni mortali” tale procedura è preclusa, faccio presente che il comando della Polizia Municipale ha inviato alla Prefettura per l’anno 2014 n. 1439 proposte di archiviazione e per l’anno 2015 n. 1807 proposte di archiviazione. Questi numeri dimostrano ancora una volta la tendenziosità di tali affermazioni.
Mi spiace dover ribadire quando già detto e ridetto sia in conferenze stampa, che in Consiglio Comunale, ma alcuni vogliono ripetere le falsità decine di volte in modo che in un qualche modo possano diventare verità nell’opinione pubblica.
Mi sarei aspettato che il giornalismo avrebbe svolto il suo compito di “cane da guardia” verificando le notizie e correggendo immediatamente il tiro rispetto a tali falsità ma così non è.
Marco Vagnozzi
NdR: Egr. Presidente Vagnozzi, la ringraziamo per la lezione di giornalismo che oggi dispensa a noi, dopo averlo fatto a turno in questi anni a tutti i giornali di Parma. Precisiamo che, per quanto ci compete, non abbiamo competenze specifiche legali sulla normativa afferente il Codice della strada, a maggior ragione su questioni controverse e complesse come quella in oggetto. Non è pertanto compito del nostro quotidiano online locale dirimere la questione da un punto di vista giurisprudenziale e stabilire chi abbia torto o ragione (ciò compete ad un Tribunale o a un Giudice di Pace) ma, più modestamente, dare evidenza ad entrambe le posizioni, come abbiamo fatto in questa occasione, come in tutte le altre precedenti. Con la stima di sempre, La Redazione
Gentile redazione, io non ho mai dato lezioni a nessuno ma mi permetto di esprimere il mio parere sui fatti e sugli articoli come fa chiunque.
Ovvio che il Vostro compito non è quello di dirimere questioni giurisprudenziali, ma se il vostro compito è SOLO quello di dare evidenza ad entrambe le posizioni credo che sviliate il compito del giornalismo che è differente da quello di giornalai o edicolanti.
Leggendo il codice deontologico dell’ordine dei giornalisti lombardo si può leggere all’art. 2 “E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede.”
Con stima mai mutata, Marco Vagnozzi