
Migliaia gli agricoltori, allevatori e pastori scesi in piazza contro l’invasione dei cinghiali in tutti i capoluoghi di Regione a partire dalla Capitale in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento per chiedere di fermare una calamità che distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali nelle campagne ma anche all’interno dei centri urbani con pericoli concreti per gli agricoltori ed i cittadini. In Emilia-Romagna sono oltre 300 i soci che hanno partecipato al blitz presso la Terza Torre della Regione sotto l’Assessorato all’Agricoltura, guidati dal Presidente regionale Nicola Bertinelli, assieme a vari rappresentanti delle istituzioni di tutta la Regione. Presente a Bologna anche una nutrita delegazione di agricoltori di Coldiretti Parma, tra cui molti giovani, guidata dal Direttore Marco Orsi.
Sono intervenuti per la nostra provincia a sostegno delle nostre istanze il Presidente della Provincia e Sindaco di Borgotaro Diego Rossi, il Vicepresidente dell’Assemblea Regionale Fabio Rainieri, il Consigliere regionale Matteo Daffadà e i Consiglieri dei Comuni di Neviano Arduini e Bardi, Daniele Bergonzani e Marco Gallosi .
“La maggioranza degli italiani considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate” denuncia il Presidente regionale di Coldiretti Nicola Bertinelli nel sottolineare l’esigenza “di interventi mirati per ridurre la minaccia degli animali selvatici a livello nazionale”.
“Non è più solo una questione di risarcimenti ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione” evidenzia Nicola Bertinelli nel sottolineare che “serve un piano straordinario concertato tra Ministeri e Regioni, Province e Comuni per uscire da questa situazione di emergenza”.
A sostegno dell’iniziativa è intervenuto l’Assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi che ha ringraziato Coldiretti per aver dato prova, ancora una volta, di avere a cuore gli interessi generali del paese, in quanto, ha sottolineato, la battaglia per il contenimento dei cinghiali non è solo una questione d’interesse del comparto agricolo ma una questione che riguarda tutto il Paese. La salvaguardia delle produzioni agricole infatti coinvolge tutti perché senza agricoltura non c’è cibo.
In Italia dopo il lockdown per l’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari – sottolinea la Coldiretti – con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 200 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.
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