Arifel, il pubblico che funziona, a 20 anni dalla fondazione fa il punto e rinnova i suoi vertici

SMA MODENA
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Arifel, l’Associazione Regionale degli Istituti di Formazione degli Enti Locali, spiegata con un po’ di numeri; una fotografia semplificata di un ambito, di una porzione, di quel fenomeno che gli economisti e i sociologi hanno definito come il “pubblico che funziona”, in una Regione, l’Emilia Romagna, che ha sempre investito, con successo e lungimiranza, visti i risultati che la vedono ai vertici delle classifiche mondiali in fatto di occupazione, in termini quantitativi e qualitativi, nella formazione professionale e nell’educazione permanente degli adulti: 8 soci pubblici, 17 sedi fisiche, tutte dotate di aule e laboratori, che coprono tutto il territorio regionale, da Piacenza a Rimini; una rete che eroga servizi ed assistenza puntuale e dinamica ad oltre 20.000 utenti ogni anno, dallo studente in obbligo formativo che si qualifica, al manager che si specializza, al professionista internazionale del turismo o delle tecnologie legate all’industria 4.0, passando per chi ha perso il lavoro o è a rischio di esclusione sociale; un gruppo di solidi enti di proprietà pubblica, in costante dialogo fra di loro e con le Istituzioni, per interpretare al meglio i grandi cambiamenti sociali e le sfide tecnologiche, per dare soluzioni puntuali e veloci la mercato del lavoro.

Nata nel 2002, si è avvalsa di oltre 1200 collaboratori specializzati, conta su uno staff di 166 dipendenti diretti, di cui 136 sono donne; una media, come gruppo, di circa 24 milioni di fatturato complessivo annuo, tutta la qualità di 400 fornitori selezionati e certificati di beni e servizi; 23 bienni IeFP, 7 percorsi di qualifica, centinaia di abilitazioni professionali (OSS, operatore della ristorazione, tecnologo della produzione, accompagnatore turistico, …), migliaia di corsi di specializzazione. Il tutto, secondo uno stile concreto e umile, in modo silenzioso e costante, sicuramente diverso alle attuali tendenze che vedono sempre più la formazione professionale come puro business, non come missione pubblica.

Due dati importanti, che dicono molto, che fanno capire: un tasso di efficienza di oltre il 97% nella gestione e rendicontazione dei fondi, abbinato al 75% del tasso di efficacia nel trovare occupazione entro i 6/12 mesi in coerenza con il percorso formativo seguito.

In questi giorni, l’Assemblea dei Soci di ARIFEL, in un’ottica di costante attenzione e rinnovamento, si è riunita per nominare il nuovo Presidente, il Vice Presidente e il Consiglio di Amministrazione; dopo due mandati, Sergio Frattini lascia il ruolo di Presidente, che tutta l’Assemblea ringrazia per gli ottimi risultati ottenuti, soprattutto in momenti difficili come quello della crisi Covid: al suo posto è stato nominato Presidente Valerio Vignoli, Amministratore Unico di Futura Bologna e come Vice Presidente Mirco Potami, direttore rispettivamente di Forma Futuro Parma e di Tutor Piacenza. Il nuovo Consiglio di Amministrazione, che affiancherà Vignoli e Potami nella guida dell’Associazione, sarà composto da Stefania Mori, direttrice del CFP Bassa Reggiana, da Stefania Guidarini direttrice di CSL La Cremeria (Reggio Emilia), da Francesca Malagoli, direttrice di Formodena, Fabio D’Ippolito, direttore di Futura, Lia Benvenuti, direttrice di Tecnè Rimini e Roberto Zoffoli, direttore della Angelo Pescarini di Ravenna.

Le sfide all’orizzonte, individuate dal gruppo di lavoro, oltre allo sviluppo delle tecnologie e delle metodologie legate all’Intelligenza Artificiale, tema su cui tutti gli enti si sono impegnati già da anni, ricollegandosi a quella che è stata definita a ragione come la rivoluzione dell’Industry 4.0, saranno il tema dell’invecchiamento della società e la conseguente carenza di risorse umane in ambito produttivo e assistenziale, l’applicazione pratica del concetto di sostenibilità nei processi produttivi, nell’erogazione dei servizi e nella vita di tutti i giorni, il saper continuare a reagire in modo dinamico e puntuale, ai grandi cambiamenti socio-culturali che stanno segnando questo periodo, soprattutto nel saper far fruttare e interpretare al meglio le risorse e le opportunità di sviluppo messe a diposizione dall’Unione Europea.