Come ben sanno i lettori della rubrica TeoDaily, i vangeli “apocrifi” sono testi religiosi riferiti alla figura di Gesù Cristo che sono stati esclusi dal canone della Bibbia cristiana.
La Chiesa li ha sempre definiti inaffidabili dal punto di vista storico e teologico, financo eretici nelle loro frequenti tendenze gnostiche, salvo poi farsi influenzare da essi nella sua tradizione iconografica.
Il presepe, il luogo sacro della natività, è il caso più eclatante di contaminazione operata dai vangeli apocrifi. Generazioni e generazioni di cristiani hanno riprodotto questa scena nelle chiese o nelle loro case sulla base di testi giudicati inattendibili.
Nell’immaginario collettivo cattolico il presepe è identificato con una grotta. Ma in nessun Vangelo canonico si fa riferimento a una grotta. A farlo è il Protovangelo di Giacomo (attribuito a Giacomo, figlio di Giuseppe in un matrimonio precedente a quello con Maria): “Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla, ponendo il bambino nella mangiatoia“.
Anche le canzoni di Natale si sono lasciate condizionare dalla narrazione apocrifa:
“Tu scendi dalle stelle
o re del cielo
e vieni in una grotta
al freddo e al gelo“.
Teologia, religione, spiritualità
In nessun Vangelo canonico si fa menzione dei celeberrimi asino e bue accanto al bambino Gesù. E’ il Vangelo apocrifo di pseudo-Matteo ad arricchire il quadretto natalizio con le presenze di questi due animali.
A questo punto nel nostro presepe mancano tre statuine: i Re Magi, i protagonisti dell’Epifania. Tra i vangeli canonici solo Matteo cita i Magi senza però specificare quanti fossero; a metterci in testa che fossero tre ci pensa vangelo apocrifo di pseudo-Matteo (“Al bambino poi offrirono ciascuno una moneta d’oro; così pure uno offrì oro, un altro incenso, il terzo mirra“). Il “Vangelo armeno dell’infanzia” rivela i loro nomi che tutti i catechisti conoscono a memoria: Melchiorre, Baldassarre e Gaspare.
Ed è il protovangelo di Giacomo ad accreditare nel mondo cristiano i nomi dei genitori di Maria, Gioacchino e Anna, ovvero i nonni di Gesù, due figure non di poco conto di cui non vi è traccia nei Vangeli canonici. Eppure Anna e Gioacchino sono oggi venerati dalla Chiesa Cattolica come santi proprio perchè genitori della Vergine (ricorrenza 26 luglio).
Nel finale una puntualizzazione d’obbligo, per non generare equivoci: i Vangeli riconosciuti dalla Chiesa sono i quattro canonici (Marco, Luca, Matteo, Giovanni). I Vangeli apocrifi, quasi sempre di incerta attribuzione e/o di auto-attribuzione, vanno maneggiati con cura e consapevolezza del periodo storico e delle finalità con cui sono stati scritti.
Possono essere letti con curiosità, certo, ma non è a essi che un cattolico deve attenersi.
Fuori dall’ortodossia cattolica, ovviamente, ognuno è libero di credere a quello che gli pare.
Andrea Marsiletti