
“A Parma c’è una schizofrenia sul tema alberi. Da un lato c’è grande enfasi nella piantumazione di nuove pianticelle mentre l’attenzione è scarsa o nulla sulla tutela e preservazione dei grandi esemplari, anche monumentali, in particolare nell’ambito del verde privato. Tutela che invece dovrebbe avere la preminenza. Quello che manca è una governance organica della gestione del verde e degli alberi, ad oggi spezzettata in vari settori ed enti, con zero controlli e, dunque, risultati sconfortanti”. Lo afferma Legambiente Parma in una nota che ricostruisce la situazione a partire dall’abbattimento della grande quercia di via Oradour, avvenuto il mese scorso.
A questo caso se ne aggiungono altri recenti: due tigli improvvisamente scomparsi dal filare dello stadio Tardini, le magnolie asportate a Barriera Garibaldi davanti alla sede di Aipo.
In via Oradour è emerso che la quercia in questione non solo non si poteva abbattere ma anzi era da ascrivere alle piante di pregio, quasi monumentali, in virtù del fatto che, a un metro da terra, la circonferenza del tronco misurava circa 290 centimetri, ossia una misura ben superiore al dettato normativo. La soglia, per le querce e altre essenze, è fissata in 250 cm.
Oltre tale misura scatta la tutela: la pianta non può essere abbattuta poiché considerata di interesse comunale, ovvero di tutti i cittadini. Peccato che la perizia in sostegno alla richiesta di autorizzazione, asseverata da un agronomo molto noto in città, riportasse una circonferenza di 240 cm: in base a tale perizia gli uffici comunali hanno concesso l’autorizzazione al taglio, senza eseguire nessun controllo. A cantiere edile aperto sono scattate le chiamate dagli abitanti della zona e dalle associazioni, affinché si rivalutasse lo stato della quercia per poterla salvare, poiché risultava evidente che si trattasse di un esemplare monumentale. Benché allertati e intervenuti sul posto, i vigili urbani non hanno impedito il taglio, per poi tornare il giorno successivo, a pianta abbattuta, ed accertando le effettive misure del tronco in via postuma, su sollecitazione di alcuni esposti.
† 5 anni di TeoDaily. A Natale 2024 debutterà nei luoghi della fragilità delle residenze per anziani (di Andrea Marsiletti)
Alla luce delle evidenze, dovrebbe scattare una sanzione parecchio salata: alcune decine di migliaia di euro. Provvedimento consono alla situazione, ma una magra consolazione. Il valore della quercia di via Oradour, in termini ecosistemici, di biodiversità, cattura di carbonio, mitigazione del clima, e non ultima, di bellezza, era inestimabile.
Allargando lo sguardo su altre richieste in corso, le perizie sbagliate si ripetono. Un platano in via Paullo, anch’esso oltre misura e quindi degno di tutela, risulterebbe abbattibile. Andando sul posto ad osservarlo si nota però un evidente riporto di terra alla base dell’albero a ricoprirne buona parte del tronco: una furbizia che garantirebbe una misura compiacente, poiché rilevata in un punto più alto del tronco, quindi di circonferenza inferiore alla soglia di 250 cm.
Queste pratiche, oltre a rappresentare una violazione della legge, sono poco trasparenti, in quanto è quasi impossibile prevenire i danni ma solo, e non sempre, accertarli dopo.
Il sospetto di Legambiente è che, in acclarata assenza di controlli, a Parma si sia instaurato un sistema compiacente nella gestione del verde privato, con un danno al patrimonio arboreo sempre più grave e irreparabile, che procede inesorabile nel silenzio. Oltre alla prevenzione mediante procedure trasparenti, le sanzioni devono essere parte routinaria di un sistema di controllo.
A parte gli abbattimenti nei giardini privati si verificano molte, troppe capitozzature vietate che mettono a rischio la stabilità e la salute delle piante.
Per Legambiente Parma le questioni sono di etica professionale e di gestione politica. Sul primo aspetto l’associazione si riserva di intervenire nelle sedi opportune. Per cambiare le cose e proteggere il patrimonio arboreo, invece, è necessaria un’azione politica. La nostra non è solo una protesta, dati alla mano, volta alla contestazione di una prassi inaccettabile, ma anche un’iniziativa di proposta e di supporto alla città. Attualmente la gestione del verde privato da parte del Comune di Parma risulta deficitaria, mancano le competenze agronomiche necessarie e gli addetti non sono sufficienti. Il regolamento del verde non viene fatto rispettare e le violazioni non vengono sanzionate. Il circolo di Legambiente Parma propone quindi al Comune la disponibiiltà del corpo delle Guardie Ecologiche Volontarie di Legambiente ad effettuare i controlli. Ricordiamo che le Guardie Ecologiche possono operare su tutto il territorio provinciale con poteri di accertamento da pubblico ufficiale sulle irregolarità di carattere ambientale. In questo modo la Polizia Municipale sarebbe supportata da competenze adeguate e le violazioni, volontarie e non, certamente scoraggiate.