Nessuno è profeta in patria, neanche Pizzarotti (di Andrea Marsiletti)

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Federico Pizzarotti sarà candidato al proporzionale per il Terzo Polo in Lombardia, Veneto e Bologna.

Diciamolo, è anomalo che colui che è stato per dieci anni sindaco di Parma non si candidi nella sua città.

E’ anomalo ma non deve scandalizzare.

Pizzarotti non avrebbe avuto  alcuna possibilità di essere eletto nel collegio uninominale di Parma, così come tutti i candidati del Terzo Polo in tutti i collegi italiani.

Se si fosse candidato nel proporzionale di Parma avrebbe aggiunto, se andava di lusso (ma tanto di lusso, sfrenato!), 2-3.000 voti a Renzi e Calenda, creando però un problema politico all’Amministrazione del sindaco Guerra che tutto vuole fuorchè la riemersione di vecchie ruggini, tensioni o imbarazzi dentro la sua maggioranza.

Quindi, considerando Pizzarotti un politico che non ha la vocazione al martirio nè al sabotaggio, e che non ha nulla da dimostrare a nessuno avendo vinto per due volte le comunali, la sua decisione di candidarsi in collegi fuori Parma, magari anche più “eleggibili”, appare realistica e logica.

E’ pragmatismo, è consapevolezza. Pizzarotti bleffa con gli altri, ma non con se stesso.

E poi bisogna prendere atto che Pizzarotti è entrato in una fase nuova.

Non è più (da un pò) il Pizzarotti ribelle che nel 2012 vinse le elezioni contro l’establishment cittadino, che nominò una giunta (la prima) di sconosciuti fuori da ogni salotto della città, che installò un albero di Natale a pedali col quale, a mio giudizio, toccò il punto ideologicamente più alto del suo decennio amministrativo, che si ribellò da solo e per primo al dispotismo di Beppe Grillo.



Abbiamo davanti un Pizzarotti finalizzato all’obiettivo finale, che non è quello di cambiare il mondo, che sa bene che Renzi e Rosato non sono rivoluzionari imbarcati sulla Granma. E’ un Pizzarotti che bada al sodo, disorienta, rompe, rilancia, torna indietro, scende a patti, si fa consigliare dal suo Mr Wolf, ed è trattando che è l’unico esponente del centro e della sinistra di Parma che oggi può arrivare in Parlamento.

E poi, si sa, “nemo propheta in patria (sua)“.

L’origine della frase è nei Vangeli quando si racconta della visita di Gesù alla sua Nazaret. Questi riferì a sé la profezia di Isaia sul dono dello Spirito Santo al consacrato (messia) del Signore. La reazione dei nazareni nei suoi confronti fu il rifiuto, e lui pronunciò la frase in questione, che se vale per il Cristo vale anche per Pizzarotti.

La massima viene anche citata da Giordano Bruno che, come noto, morì bruciato vivo legato a un palo… un precedente non bene augurante per Pizzarotti.

Ma abbiamo appena detto che l’intransigenza del martirio Pizzarotti l’ha abbandonata da un bel pò.

Andrea Marsiletti