Ospedale Vecchio, ultimo atto delle battaglie legali

30/07/2009
h.21.40

Con la sentenza del Consiglio di Stato del 14 gennaio che aveva accolto l’appello del Comune di Parma contro la decisione del Tar, si concludeva la complessa vicenda giudiziaria-amministrativa che ha coinvolto l’Ospedale Vecchio.
Da quel giorno era stata grande l’ attesa delle motivazioni della sentenza che sono state depositate il 23 luglio e notificate oggi e fissano alcuni principi molto importanti:
1) Il project financing è uno strumento cui si può ricorrere anche per i beni vincolati.
2) La destinazione alberghiera di parte della struttura non è in contrasto con la sua finalità pubblica.
3) Il progetto presentato dal promotore può essere migliorato prima della messa in gara finale.
Il 14 gennaio, il Consiglio di Stato oltre ad accogliere le tesi del Comune, rappresentato dagli avvocati Giorgio Cugurra e Salvatore Romano, condannava la controparte al pagamento delle spese dei due gradi di giudizio quantificate in 20mila euro.
La controparte si chiama, innanzitutto, Italia Nostra capofila del ricorso contro la decisione del Comune di Parma di promuovere la riqualificazione del monumento di via D’Azeglio attraverso lo strumento del project financing.
Strumento inappropriato per il Tar, perfettamente legittimo invece per il Consiglio di Stato che quattro mesi dopo la sentenza con cui aveva smentito il Tribunale amministrativo relativamente al ricorso presentato da Monumenta, anch’essa contraria al project financing, aveva replicato la sentenza mettendo così la parola fine agli impedimenti giudiziari che per anni hanno bloccato i lavori dell’opera.
“Si è sanata una controversia che dura da anni – ha spiegato il sindaco Pietro Vignali – durante la quale abbiamo continuato ad operare non solo sul piano giuridico, ma anche su quello amministrativo con la riapertura del bando per l’assegnazione dei lavori e la realizzazione della Palazzina degli archivi in via Spezia che ospiterà i documenti dell’Archivio di Stato e dell’Archivio comunale”.
“Le motivazioni della sentenza – aggiunge il primo cittadino – ci confortano nelle ragioni che avevamo espresso dall’inizio sulla validità della collaborazione pubblico-privato per il recupero e il rilancio di beni culturali. La cultura, i beni architettonici devono essere vivi e fruibili dai cittadini, non chiusi e messi in naftalina o peggio lasciati morire nell’incuria. Le motivazioni del Consiglio di Stato sono importanti per tutti quegli amministratori che hanno a cuore storia e futuro delle loro città”.
“La riqualificazione dell’Ospedale Vecchio – aggiunge Vignali – riconsegnerà ai parmigiani un bene straordinario e alla città un nuovo motore culturale. Un recupero di parti e di spazi affascinanti, su tutti la crociera e la sottocrociera opere meravigliose che finalmente saranno messe a disposizione della città e dei suoi visitatori. Questa è una grande notizia anche per l’Oltretorrente: impensabile la sua rinascita senza il suo monumento più importante e rappresentativo”.
“A questo punto – aggiunge il vicesindaco Paolo Buzzi – la domanda è sempre la stessa: chi risarcrà i cittadini di Parma di questi 5 anni persi?”

Il progetto – L’intervento di riqualificazione dell’Ospedale Vecchio, dal costo di circa 20 milioni di euro, intende ripristinare una struttura, probabilmente la più prestigiosa dell’Oltretorrente, oggi in stato di degrado. Si intende infatti recuperare gli spazi originari, proponendo un complesso che consenta a chi visita o a chi utilizza la struttura di godere di spazi, oggi preclusi da usi impropri e non consoni al monumento stesso.
Parma è stata la città di diversi personaggi della cultura in ambito letterario, tipografico e cinematografico: Giovanbattista Bodoni, Giovannino Guareschi, i Bertolucci. Le idee, la sperimentazione e le opere che ne sono scaturite hanno innescato, sotto varie forme, l’interesse per le arti grafiche e per le professioni che si riconducono alla fotografia e al cinema.
Da qui è nata l’idea dell’Amministrazione comunale di ridare il giusto valore espositivo alle opere raccolte e quindi creare una “Cittadella della carta e del Cinema”. Le funzioni insediate e la loro collocazione all’interno del complesso sono state condivise con il Ministero dei Beni culturali e le competenti Soprintendenze locali.

Cronistoria Ospedale Vecchio – Nel 2001 l’Amministrazione comunale bandì un concorso di idee per la riqualificazione di alcune strutture della città, fra cui l’Ospedale Vecchio. Da questo concorso fu selezionato un progetto da cui vennero tratteggiate le linee guida per l’offerta di un promotore, che realizzasse l’opera in concessione di costruzione e gestione. A fronte di questo invito nel dicembre 2003 arrivarono tre proposte: fu selezionata quella dell’Ati Pizzarotti-Foglia. Nel marzo 2005 il progetto preliminare venne sottoposto al Comitato tecnico-scientifico del Ministero per i Beni e le Attività economiche. Nel maggio 2005, a seguito di un ricorso amministrativo presentato nel luglio 2004 da parte dell’Associazione Monumenta, venne concessa dal Tar la sospensiva al progetto. La decisione fu replicata alcune settimane dopo per un altro ricorso con capofila l’Associazione Italia Nostra.
Nell’autunno 2005 l’Amministrazione diede l’incarico all’Università di Parma per la redazione del documento di analisi storico-critico dell’ex Ospedale Vecchio. Questa analisi terminò nel gennaio 2006 e, nello stesso mese, fu inoltrata al comitato tecnico-scientifico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Contestualmente fu richiesta all’Associazione temporanea d’impresa proponente di adeguare il progetto preliminare in base alle risultanze del documento di Analisi Storico Critica, mantenendo invariato il piano economico finanziario originario. Nel marzo 2006 l’Ati presentò al responsabile di procedimento il progetto preliminare e, pochi giorni dopo, l’Amministrazione comunale venne convocata a Roma dal Comitato tecnico scientifico, per essere ascoltata in merito al documento di Analisi Storico Critica e per l’illustrazione del nuovo progetto preliminare. Nel settembre 2006 si svolse un incontro, sempre a Roma, con la direzione generale Archivi per valutare una ridistribuzione generale di tutti gli archivi presenti a Parma.
A novembre 2006 fu trasmessa al responsabile di procedimento la copia del verbale della seduta del Comitato tecnico-scientifico e, alla fine del medesimo mese, la Sovrintendenza per i beni architettonici stabilì l’ammissibilità del progetto e richiesto che, in sede definitiva ed esecutiva, fossero accolti gli approfondimenti promossi dal Comitato. Richieste della Soprintendenza che tuttavia non alterano l’impostazione originaria della proposta.
Quindi, sulla base del parere reso dal Comitato tecnico scientifico, può riprendere il percorso di approvazione del project financing della “Cittadella della Carta e del Cinema”. A riguardo il Responsabile di procedimento nel febbraio 2007 aveva notificato all’Ati il parere del Comitato tecnico scientifico. L’Associazione temporanea d’impresa a sua volta ha rivisitato gli elaborati secondo le migliorie richieste dall’Amministrazione comunale, senza modificare il piano economico finanziario avanzato nel dicembre 2003. Arriviamo al settembre 2008 con il Consiglio di Stato che annulla la sentenza del Tar a favore di Monumenta: l’organo di secondo grado ha ritenuto inammissibile il ricorso dell’associazione.
Quattro mesi dopo la decisione ha riguardato l’appello del Comune contro la sentenza a favore di Italia Nostra. Una settimana fa il deposito delle motivazioni.

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