31/03/2009
h.19.00
A proposito del cosiddetto “pacchetto salute” inserito nel piano anticrisi del Comune di Parma e presentato nei giorni scorsi dal delegato alle Politiche per la Salute Fabrizio Pallini, le segreterie confederali provinciali di Cgil, Cisl e Uil esprimono forti perplessità sull’efficacia di un provvedimento che rischia di portare vantaggio solo ai laboratori privati e ai cittadini più benestanti.
Premesso che le segreterie confederali non conoscono nel dettaglio il provvedimento non essendo state coinvolte nella discussione, ci si chiede se del pacchetto possano godere tutti i cittadini o solo chi è stato coinvolto in situazioni di crisi aziendale o, comunque, persone a basso reddito.
Al di là di questo, si ritiene che difficilmente i lavoratori cassaintegrati o licenziati della provincia potranno permettersi di accedere a quelle strutture private, nonostante gli sconti annunciati. Conosciamo le tariffe delle prestazioni e qualsiasi sconto, a meno che si arrivi ad una equiparazione dei costi con la struttura pubblica, non consentirebbe comunque di diminuire le tariffe stesse tanto da concorrere col valore dei ticket sanitari, che per molti sappiamo costituire un onere spesso troppo gravoso. Meglio farebbe il Comune a prevedere un abbattimento di questi per coloro che versano in condizioni di particolare difficoltà economica.
Secondo i sindacati confederali è necessario che questa operazione venga condotta, nei confronti dei cittadini, con la massima trasparenza, perché questa sbandierata riduzione delle tariffe – prevista peraltro solo per alcuni centri diagnostici – non rischi di trarre in inganno nessuno. Occorre inoltre scongiurare che questo provvedimento produca di fatto un allungamento delle liste d’attesa nelle strutture convenzionate, liste che ad oggi, anche grazie all’estensione delle convenzioni, risultano tutto sommato contenute.
CGIL, CISL e UIL
(nella foto: Paolo Bertoletti, segretario provinciale della CGIL di Parma)