Chi scrive ha più volte evidenziato la debolezza organizzativa dimostrata da Federico Pizzarotti e dal suo gruppo ogni qualvolta hanno tentato di affacciarsi, autonomamente, sullo scenario politico extracomunale.
Penso alle esperienze incompiute di Italia in Comune e della Lista civica nazionale, all’approccio improvvisato verso Italia Viva e Azione. Anche il rapporto costruito negli anni con Bonaccini si è rivelato, alla prova dei fatti della candidatura alle elezione politiche, debole, inconsistente. Lo stesso Effetto Parma, nonostante abbia rappresentato per un decennio la guida monocolore della città, alle comunali 2022 si è palesato essere un soggetto fragile tanto nel voto di lista quanto nelle preferenze dei suoi candidati.
Ma da tre mesi è apparso un Pizzarotti diverso che non avevamo mai visto, organizzato, metodico, con idee chiare e con mosse coerenti con i suoi convincimenti personali, che ha mappato il territorio nazionale provincia per provincia, contattato persone, chiesto adesioni e stretto alleanze per la sua candidatura a segretario nazionale di Più Europa.
E’ cambiato lui o è merito della regia di Mr Wolf? Non lo so.
Rimane il fatto che l’opa di Pizzarotti su Più Europa è stata una mossa azzeccata, così come efficace la conduzione della campagna congressuale.
Alle votazioni online di domenica scorsa la lista “Energie nuove con Federico Pizzarotti” è stata maggioranza relativa (35%) e la sua coalizione è maggioranza assoluta (51%), contro tutta la vecchia dirigenza di Più Europa composta da Emma Bonino, Riccardo Magi, Benedetto della Vedova. Pizzarotti potrà contare su 127 delegati al congresso del 26 febbraio che eleggerà il segretario nazionale (leggi risultati), i suoi avversari su 123.
Pizzarotti è l’ultima speranza (leggi), una boccata di ossigeno per un partito stanco con percentuali elettorali sempre più scarse, con leader senza nessuna capacità e possibilità di allargare il consenso.
Manca il passaggio finale del voto dei delegati, nulla è scontato. Pizzarotti non potrà esimersi dal cercare accordi e includere il più possibile, nell’interesse suo e di Più Europa.
Oggi però è lui a dare le carte nel secondo partito del centrosinistra (oppure nel secondo, o terzo, del terzo polo).
Dopo essermi rapportato con lui per dieci anni per ovvie ragioni professionali, mi fa piacere il suo ritorno, mi auguro come segretario nazionale, comunque vada con un ruolo nazionale.
Nella quiete accomodante del pacificatore Guerra, confesso che il pizzarottismo, quel mix di inconsapevolezza, spregiudicatezza e cinismo, mi manca come “al deserto manca la pioggia”, per citare la splendida canzone “Missing” degli “Everything But The Girl”.
Pizza is back!