PRC: “Il debito del Comune pagato dai più deboli”

confartigianatomaggio
Contabile_giugno24

03/01/2012
h.19.00

Pur rendendoci conto della difficile situazione in cui il commissario Mario Ciclosi si trova ad operare a fronte della enormità del debito contratto dalla precedente amministrazione comunale, non nascondiamo la nostra preoccupazione per le notizie diffuse dalla stampa in questi giorni. Emerge chiaramente infatti come il risanamento del bilancio comunale si traduca in sacrifici per i cittadini, che subiranno l’inasprimento di alcune tasse e tariffe di utenze. Purtroppo, pare che nemmeno i servizi alla persona siano stati del tutto risparmiati. Un duro colpo che si aggiunge ai sacrifici che il governo Monti sta facendo pagare di fatto alle classi più deboli, ai lavoratori, ai pensionati, ai precari.
Commissario Ciclosi, ci rendiamo conto che la ‘manovra’ ha il suo carattere di necessita’ e urgenza e apprezziamo il suo sforzo, compreso quello di ridimensionare l’enorme debito che grava sul Comune, ma a nostro avviso il debito non deve gravare sulle spalle dei cittadini. A tale proposito auspichiamo che si proceda ad indagare quanto è ancora non del tutto acclarato sulle origini del debito stesso, la sua reale entità e le responsabilità, conseguenti. Pensiamo che questo esercizio di equità sociale spetti ai cittadini che negli anni hanno dovuto subire un vero e proprio scempio della città, del suo patrimonio, dei suoi servizi, del suo territorio, del suo bilancio.

Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Parma
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Lettera aperta al Commissario Ciclosi
e p.c. organizzazioni sindacali

Signor Commissario,
desideriamo esprimerle la nostra viva preoccupazione per quanto appreso dalla stampa locale, relativamente alle scelte programmate nel Bilancio di previsione, recentemente predisposto : raddoppio delle aliquote IRPEF e applicazione delle aliquote della nuova tassa IMU ai massimi livelli consentiti dalla recente manovra finanziaria varata dal governo Monti. Si aggiunga la forte preoccupazione che vengano aumentate rette e tariffe dei servizi legati alla persona (nelle scuole dell’infanzia, in particolare) e ridotti, se non cancellati taluni provvedimenti a sostegno delle famiglie e delle fasce sociali più deboli.
1. Lei è certamente consapevole che questi provvedimenti vanno ad aggiungersi a quelli, certamente ben più onerosi, del governo italiano, e ben saprà che alle pesantissime misure già contenute nel “pacchetto anticrisi”, si sono aggiunti, proprio pochi giorni fa odiosi aumenti delle tariffe di luce, acqua, gas, autostrade, che determinano complessivamente un prelievo secco di 2130 euro annuali in media per famiglia, senza contare gli effetti prodotti dall’inflazione e dalla perdita del potere d’acquisto di salari, stipendi e pensioni, dall’aumento dell’accise e dalle speculazioni sul prezzo della benzina .
La presunta volontà di perseguire il principio dell’ equità, nel governo del paese e della città, fondato sull’assioma che tutti debbano fare la loro parte per fare uscire il paese dalla crisi economico-finanziaria (come se i redditi da lavoro dipendente – ed essi soli – non si fossero già fatti carico di garantire le entrate di bilancio della pubblica amministrazione), si rivela niente più di una foglia di fico, dietro alla quale si vede con estrema chiarezza che non c’è equità se non c’è progressività del prelievo fiscale.
Lei è certamente ben consapevole che l’aumento delle tariffe di acqua, luce, gas, delle autostrade, dell’IVA, nonché dell’IRPEF e dell’IMU, recentemente stabilite dal bilancio di previsione del Comune di Parma, rappresentano una forma di iniquità intollerabile, perchè colpiscono i redditi bassi e medi, i bisogni fondamentali delle persone ed esercitano sull’economia di un bilancio familiare medio – basso un’incidenza intollerabile, non paragonabile a quella esercitata sui redditi elevati.
2. Ancora più inaccettabile è però il motivo per cui i cittadini sono chiamati a farsi carico del debito pubblico.
Se a livello nazionale il debito pubblico è stato espressione di malgoverno e una grande parte delle entrate tributarie è stata convogliata verso il pagamento degli interessi sul debito stesso, favorendo i grandi poteri finanziari e i grandi investitori internazionali, a livello locale stanno venendo al pettine le scadenze degli oneri da pagare per far fronte agli impegni contratti dalle società partecipate, attraverso le quali le passate amministrazioni comunali hanno svenduto la gestione della città e la sua politica del territorio a operatori privati.
Chi è chiamato a pagare il debito pubblico, signor Commissario, non lo ha prodotto.
Naturalmente non possiamo non apprezzare l’avvedutezza con la quale Lei intende far fronte alle dissennate e clientelari spese delle Amministrazioni precedenti e il senso di responsabilità nei confronti dei fornitori e dei creditori, che devono pagare la manodopera per le prestazioni finora realizzate. Ma non possiamo non constatare con forte disappunto che anche il previsto accantonamento di 46 milioni di euro programmati a garanzia dei debiti pregressi, benchè ispirato a forme di corretta amministrazione, fa di ogni erba un fascio: in questo fascio c’è chi ha creato la spaventosa esposizione debitoria del Comune di Parma e c’è chi non ne ha responsabilità alcuna, ma è chiamato a farsene carico.
3. Appare dunque evidente che tale iniquità nasce da una grave omissione: quella di non aver istituito una indagine preliminare su come si è formato il debito pubblico anche nella nostra città, volta a individuare, in virtù del pieno e trasparente accesso ad atti finora non resi pubblici, attraverso quali atti e responsabilità esso si è costituito, attraverso quali processi decisionali, quale applicazione discrezionale delle norme, coloro che ne hanno tratto beneficio, quali rapporti sono stati istituiti con gli istituti di credito, quali garanzie sono state loro fornite e a quali condizioni.
Sono alcune delle domande a cui solo una commissione di indagine sul debito pubblico potrà fornire delle risposte.
E’ quanto Le chiediamo di istituire quanto prima nella nostra città.
E’ quanto crediamo debbano sostenere i candidati al ruolo di sindaco della prossima Amministrazione comunale.
Dimostreremo che questa è una scelta non dilazionabile nel corso dell’ASSEMBLEA PUBBLICA che abbiamo in programma per il 26 gennaio alle h.21, all’Auditorium Toscanini, dove forniremo una ricostruzione delle responsabilità in ordine alla formazione della situazione debitoria del Comune di Parma.
A tale iniziativa, signor Commissario, è invitato a partecipare, per rendere conto alla cittadinanza, che ha diritto di sapere.
In tale occasione avanzeremo la richiesta formale di istituire un audit sul debito pubblico, che ormai è stato avviato in molti paesi europei e dell’America latina.
4. D’altro canto, signor Commissario, a Parma non si può pensare ad un futuro credibile della città e della sua nuova amministrazione se non attraverso la creazione di una piattaforma condivisa di governo dell’economia, che dovrà fondarsi su un audit del debito e sulla partecipazione democratica alla definizione delle linee guida della spesa pubblica.
Come poteva infatti essere predisposto, signor Commissario, un bilancio di previsione in questo contesto, alla luce degli arresti, delle denunce, del crollo di un sistema di potere, senza favorire processi partecipativi, senza acquisire il necessario confronto con le parti sociali (i sindacati CGIL, CISL, UIL hanno lamentato il mancato confronto), con i comitati di base che da anni operano nella città e le hanno avanzato richieste puntuali e gli opportuni incontri per fornirle collaborazione nella comprensione dei problemi della città e delle esigenze della popolazione?
Una lezione chiara può essere tratta dagli eventi che hanno travolto Parma negli scandali succedutisi nell’arco di poco più di 35 anni: la vigilanza dei suoi cittadini, il loro modo di esercitare una cittadinanza attenta e attiva, una forte coscienza politica, che non li farà arretrare o desistere dalla pretesa di una svolta radicale nel governo della città.

Cristina Quintavalla e Sabrina Michelotti (p. Laboratorio politico per l’alternativa)

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