Profughi, la Lega al Prefetto: “Impossibile fare test su tutte le malattie”

“Il prefetto di Parma, rispondendo (clicca qui) alle legittime preoccupazioni mosse dall’amministrazione comunale di Fontevivo ha evidenziato che l’accoglienza degli immigrati sul territorio non comporta rischi per la salute. Una rassicurazione più di facciata che di sostanza”.

Così Tommaso Fiazza, primo cittadino di Fontevivo e Fabio Rainieri, segretario nazionale della Lega Nord Emilia e vicepresidente del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna replicano alle parole di Giuseppe Forlani tornando a puntare l’attenzione sulla necessità di intervenire in maniera decisa e coordinata per scongiurare rischi per la salute dei cittadini derivanti proprio dall’accoglienza dei cosiddetti migranti.

“Sappiamo che sin dal loro soccorso in mare gli extracomunitari sono soggetti a sorveglianza sanitaria – spiegano Fiazza e Rainieri -, così come sappiamo che una volta giunti a Bologna vengono sottoposti a visita medica secondo i protocolli stabiliti con le autorità sanitarie. Ma sappiamo anche, e qui si cela il problema, che alcune malattie hanno un’incubazione molto lunga e rischiano di non essere individuate durante le visite effettuate. Così come sappiamo che visitare una persona e fare test su tutte le malattie infettive esistenti è pressoché impossibile. Senza volere fare inutile allarmismo sappiamo, come lo sa il prefetto, che vengono effettuati dei test sulle principali malattie tenendo conto della provenienza degli extracomunitari e della situazione sanitaria esistente nel loro Paese”.

“Di più – aggiungono Fiazza e Rainieri -, ammettendo anche che al momento del loro arrivo sulle nostre coste vengano visitati attentamente, dove vanno i finire gli esiti delle analisi fatte? Sappiamo, infatti, che poco dopo il loro arrivo gli extracomunitari vengono smistati per evidenti problemi logistici. Dove andare allora a ritrovare quell’immigrato che magari è risultato positivo a questa o a quella malattia?”.

“Tutto – attaccano Fiazza e Rainieri – dando per scontato che chi arriva decida di sottoporsi a prelievi ematici. Insomma – concludono – ribadendo la nostra volontà di non fare inutile allarmismo, continuiamo a considerare più che corretta la decisione di dire un chiaro ‘no’ alla possibilità di ospitare queste persone sul territorio comunale al fine di tutelare la nostra gente”.

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