
Da adolescente lasciava da parte la Play Station per dedicarsi alla lettura dei quotidiani e per guardare i telegiornali, curioso com’era del mondo. Poco più che ventenne ha preso in mano le redini di Ca’ Nova, l’azienda vitivinicola creata per passione dal nonno, e l’ha trasformata in una moderna realtà imprenditoriale. A 25 anni è diventato presidente del Consorzio Vini dei Colli di Parma. Nel frattempo ha trovato il tempo e le forze per rilevare Vigneti Calzetti, storica azienda che si estende per 40 ettari di vigne e boschi sui colli parmensi. Tommaso Moroni Zucchi, classe 1999 e solide radici parmensi, è la prova che molti dei pregiudizi sulle giovani generazioni sono, in effetti, null’altro che pregiudizi.
Formatosi alla Bocconi, alla laurea in Economia e Commercio ha affiancato ben presto il lavoro presso la Socogas, fondata nel 1967 dal nonno Renzo Zucchi, primo in Italia a comprendere le potenzialità del Gpl. Nel gruppo ha portato il proprio interesse e la passione per l’ecosostenibilità e il rispetto dell’ambiente, tematiche che – coniugate all’amore per il territorio in cui è nato e cresciuto – lo hanno accompagnato nell’avventura, a metà fra impresa e sogno, di creare le Cantine Moroni Zucchi ridando slancio e nuova linfa a due storiche cantine. In primis Ca’ Nova, luogo del cuore sulle colline affacciate su Parma nato dalla passione di nonno Renzo che nel 1928 iniziò a coltivare qui vitigni di Malvasia, Barbera, Bonarda, Merlot, Ortrugo e Trebbiano.
“All’epoca a Ca’ Nova si imbottigliavano circa ventimila bottiglie all’anno, una produzione poco più che amatoriale ma comunque di altissimo livello qualitativo – racconta Moroni Zucchi – anche perché la cantina era dotata di tutti i macchinari e gli strumenti. Durante il periodo del Covid ho avuto tempo e modo di mettere mano a un progetto su cui riflettevo da tempo, quello di trovare spazio sul mercato per questa realtà”. In tre anni Moroni Zucchi modernizza la produzione, mette mano al marketing, forma un gruppo di collaboratori, nuovi e storici, dell’azienda dandole una seconda vita.
Pochi anni dopo è la volta dei Vigneti Calzetti, un gioiello immerso nel cuore incontaminato del Parco Regionale “Boschi di Carrega”, in località “Il Conventino”, con terreni che si adagiano su circa 40 ettari tra vigneti specializzati, prati e boschi antichi. Ogni anno da qui nascono circa mille quintali di uva destinati a diventare vini e spumanti dei Colli di Parma, rigorosamente certificati D.O.C., frutto di una scrupolosa raccolta e selezione manuale.
La fusione, sapientemente orchestrata, delle due realtà ha permesso peraltro di conservare e valorizzare antiche varietà autoctone come Lambrusco, Barbera e Sauvignon Blanc ma è la Malvasia Aromatica di Candia a cui Moroni Zucchi guarda con particolare attenzione nella duplice veste di vignaiolo e di presidente del locale Consorzio di tutela: “Le ‘bollicine di Parma’ hanno una potenzialità a oggi inespressa. Possono diventare il nostro biglietto da visita nel mondo e un potente volano per le eccellenze enogastronomiche parmensi.
È un vitigno identitario, esclusivo e raffinato, capace però di dialogare egregiamente con altri prodotti dei nostri colli. Sono convinto che una nuova alleanza territoriale con le tante anime della nostra provincia potrà farci raggiungere importanti risultati”. Imprescindibile, però, è la strada per arrivare a tali traguardi: “Nelle nostre terre la coltivazione segue pratiche sostenibili con una vendemmia esclusivamente manuale che rispetta il ciclo naturale. Inoltre vinifichiamo esclusivamente le uve di proprietà in quantità limitate – sottolinea Moroni Zucchi – garantendo un’attenzione scrupolosa alla qualità anziché alla quantità”. Un’attenzione che implica pazienza, tenacia e una visione prospettica “con tempi che non sono certamente quelli del Web o dei social, realtà a ‘portata di clic’ – rimarca non a caso Moroni Zucchi -. Questo significa che per una decisione presa oggi vedrai i risultati tra un anno. Per chi voglia cimentarsi in un progetto cosa c’è di più stimolante ed educativo del mondo del vino?”.
Da adolescente lasciava da parte la Play Station per dedicarsi alla lettura dei quotidiani e per guardare i telegiornali, curioso com’era del mondo. Poco più che ventenne ha preso in mano le redini di Ca’ Nova, l’azienda vitivinicola creata per passione dal nonno, e l’ha trasformata in una moderna realtà imprenditoriale.
A 25 anni è diventato presidente del Consorzio Vini dei Colli di Parma. Nel frattempo ha trovato il tempo e le forze per rilevare Vigneti Calzetti, storica azienda che si estende sui colli parmensi. Tommaso Moroni Zucchi, classe 1999 e solide radici parmensi, è la prova che molti dei pregiudizi sulle giovani generazioni sono, in effetti, null’altro che pregiudizi.
Formatosi alla Bocconi, alla laurea in Giurisprudenza ed Economia ha affiancato ben presto il lavoro presso la Socogas, fondata nel 1967 dal nonno Renzo Zucchi, primo in Italia a comprendere le potenzialità del Gpl. Nel gruppo ha portato il proprio interesse e la passione per l’ecosostenibilità e il rispetto dell’ambiente, tematiche che – coniugate all’amore per il territorio in cui è nato e cresciuto – lo hanno accompagnato nell’avventura, a metà fra impresa e sogno, di creare le Cantine Moroni Zucchi ridando slancio e nuova linfa a due storiche cantine.
In primis Ca’ Nova, luogo del cuore sulle colline affacciate su Parma nato dalla passione di nonno Renzo che nel 1982 iniziò a coltivare qui vitigni di Malvasia, Barbera, Bonarda, Merlot, Ortrugo e Trebbiano. “All’epoca a Ca’ Nova si imbottigliavano circa ventimila bottiglie all’anno, una produzione poco più che amatoriale ma comunque di altissimo livello qualitativo – racconta Moroni Zucchi – anche perché la cantina era dotata di tutti i macchinari e gli strumenti. Durante il periodo del Covid ho avuto tempo e modo di mettere mano a un progetto su cui riflettevo da tempo, quello di trovare spazio sul mercato per questa realtà”. In tre anni Moroni Zucchi modernizza la produzione, mette mano al marketing, forma un gruppo di collaboratori, nuovi e storici, dell’azienda dandole una seconda vita.
Pochi anni dopo è la volta dei Vigneti Calzetti, un gioiello immerso nel cuore incontaminato del Parco Regionale “Boschi di Carrega”, in località “Il Conventino”: 25 ettari di vigneti coltivati fra prati e boschi antichi. Ogni anno da qui nascono circa mille quintali di uva destinati a diventare vini e spumanti dei Colli di Parma, rigorosamente certificati D.O.C., frutto di una scrupolosa raccolta e selezione manuale.
† Terra Santa 16 – Il discorso di Gesù sul Monte delle Beatitudini, il più rivoluzionario della storia (di Andrea Marsiletti)
La fusione, sapientemente orchestrata, delle due realtà ha permesso peraltro di conservare e valorizzare antiche varietà autoctone come Lambrusco, Barbera e Sauvignon Blanc ma è la Malvasia Aromatica di Candia a cui Moroni Zucchi guarda con particolare attenzione nella duplice veste di vignaiolo e di presidente del locale Consorzio di tutela: “Le ‘bollicine di Parma’ hanno una potenzialità a oggi inespressa. Possono diventare il nostro biglietto da visita nel mondo e un potente volano per le eccellenze enogastronomiche parmensi. È un vitigno identitario, esclusivo e raffinato, capace però di dialogare egregiamente con altri prodotti dei nostri colli. Sono convinto che una nuova alleanza territoriale con le tante anime della nostra provincia potrà farci raggiungere importanti risultati”. Imprescindibile, però, è la strada per arrivare a tali traguardi: “Nelle nostre terre la coltivazione segue pratiche sostenibili con una vendemmia esclusivamente manuale che rispetta il ciclo naturale. Inoltre vinifichiamo esclusivamente le uve di proprietà in quantità limitate – sottolinea Moroni Zucchi – garantendo un’attenzione scrupolosa alla qualità anziché alla quantità”.
Un’attenzione che implica pazienza, tenacia e una visione prospettica “con tempi che non sono certamente quelli del Web o dei social, realtà a ‘portata di clic’ – rimarca non a caso Moroni Zucchi -. Questo significa che per una decisione presa oggi vedrai i risultati tra un anno. Per chi voglia cimentarsi in un progetto cosa c’è di più stimolante ed educativo del mondo del vino?”.