In Emilia Romagna in calo le vendite al dettaglio

Giunge un segnale di nuova incertezza, le vendite a prezzi correnti subiscono una lieve flessione (-0,3 per cento) nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2015 per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna.

La fine della recessione ha condotto le vendite su un livello difficilmente comprimibile, che pare consolidarsi e può offrire spunti per un eventuale ripresa, che ancora non si concretizza. Questo emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. Il saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite scende a 4,4 punti, pur restando positivo. Nel complesso, migliorano leggermente i giudizi sull’eccedenza delle giacenze. Anche a causa della stagionalità, le attese sono di una chiara riduzione delle vendite nel terzo trimestre.

La svolta negativa interessa tutte le tipologie del dettaglio. Lo specializzato alimentare ha incontrato le maggiori difficoltà con una più marcata flessione delle vendite (-0,5 per cento), che risulta più lieve per lo specializzato non alimentare (-0,3 per cento) e, sorprendentemente, della stessa ampiezza anche per gli iper, super e grandi magazzini (-0,3 per cento). Le attese per l’andamento delle vendite nel terzo trimestre sono negative per le tipologie del dettaglio specializzato, mentre migliorano e risultano molto positive per iper, super e grandi magazzini.

La dimensione delle imprese Si conferma la forte correlazione tra andamento delle vendite e dimensione aziendale. L’andamento negativo delle vendite nel trimestre ha dominato la piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) e le medie imprese (da 6 a 19 addetti), con cali rispettivamente pari a -1,4 e -0,9 per cento, mentre la tendenza è positiva per le imprese con 20 o più addetti (+1,0 per cento).

Il Registro delle imprese Alla fine del secondo trimestre erano attive 46.744 imprese del dettaglio, lo 0,8 per cento in meno (396 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza è risultata invece solo lievemente negativa (-0,1 per cento). Grazie anche all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, crescono rapidamente solo le società di capitale (+4,2 per cento, +173 unità). All’opposto, si riducono le società di persone (-308 unità) e le ditte individuali (-260 unità).

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