Cinque costituzionalisti a Parma per il referendum

Presso la sede del Dipartimento di Giurisprudenza, si è svolto l’incontro, organizzato dal circolo Il Borgo e dall’Aiga di Parma, con il patrocinio dell’Ateneo, in cui i più importanti costituzionalisti italiani si sono confrontati sui contenuti della riforma costituzionale, discutendo, senza nascondere le proprie posizioni, sulle ragioni ‘del sì’ e ‘del no’.
L’evento, che ha registrato la presenza di quasi 400 partecipanti tra studenti, avvocati e semplici interessati, distribuiti in due sale in collegamento video tra loro, è stato aperto dall’intervento dell’avv. Giuseppe Luciani, Presidente Aiga Parma e vice presidente del Circolo il Borgo di Parma.
“Abbiamo voluto realizzare un incontro per discutere i contenuti delle riforma costituzionale e fornire ai partecipanti quegli spunti di riflessione che possano consentire una scelta più consapevole alle urne, anche se poi la scelta finale, per la complessità della riforma ” ha spiegato l’avv. Giuseppe Luciani , “sarà soprattutto emozionale, come è giusto che sia, perché riguarderà l’idea di Paese che vorremmo”.
Ho introdotto il convegno il prof. Antonio D’Aloia, ordinario di Diritto Costituzionale presso il Dipartimento di Parma. D’Aloia, dopo aver ricordato i diversi progetti di riforma costituzionale che nel corso dalla storia repubblicana sono stati discussi, ha illustrato i temi principali della riforma (il superamento del bicameralismo paritario, la riforma del Titolo V della Costituzione, con riguardo, in particolare, all’eliminazione della potestà concorrente e, dunque, alla riduzione degli spazi di intervento legislativo delle singole Regioni). Riforma che, a detta del costituzionalista di Parma, presenta “luci ed ombre”.
Per Tommaso Edoardo Frosini, ordinario di Diritto Pubblico Comparato presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, favorevole ai contenuti della riforma costituzionale, la riforma non intacca la democraticità del nostro ordinamento. “Nel panorama europeo l’Italia è l’unico Paese retto dal bicameralismo paritario” ha aggiunto Frosini, ricordando che se si vuole realizzare un sistema a tendenza federale, è necessario fare dell’attuale Senato una Camera rappresentativa degli enti territoriali. In tal senso, ha citato il saggio “profetico”, dal titolo La Camera delle Regioni, scritto, nel 1975, dal Professore Nicola Occhiocupo, Emerito di Diritto Costituzionale ed ex Rettore dell’Università degli Studi di Parma, presente in aula.
Gaetano Azzariti, ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università La Sapienza di Roma, ha invece palesato la sua contrarietà a tale riforma. Secondo il costituzionalista romano, infatti, tale riforma andrebbe a ledere il ‘principio dei pesi e contrappesi’ sui cui regge ogni ordinamento democratico, operando, inoltre, un forte depotenziamento del ruolo del Parlamento e, più in generale, del sistema politico-rappresentativo, con il rischio di uno scivolamento verso un modello di democrazia identitario e una verticalizzazione dei poteri. Inoltre, soffermandosi sui diversi procedimenti legislativi, modulati sulla diversa partecipazione delle due Camere, a seconda della confusa ripartizione delle materie, la riforma costituzionale, a suo dire, non sarebbe in grado di operare nemmeno quella semplificazione dell’attività legislativa, paventata come principale obiettivo di questa nuova stagione di riforme.
Francesco Clementi, associato di Diritto Pubblico Comparato presso l’Università di Perugia ha parlato del ruolo degli organi di garanzia, in particolare del ruolo del Presedente della Repubblica, e del fatto che la riforma inciderà unicamente sulle modalità di elezione, che, a suo dire, incentiverà il dialogo tra maggioranza e minoranza.
Ha chiuso l’incontro Massimo Luciani, ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università La Sapienza di Roma e Presidente dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti, il quale ha ricordato che le Costituzioni aspirano all’eternità, ma che, per durare, esse devono adeguarsi ai tempi.
Dopo aver illustrato il concetto storico e giuridico di potere costituente e di potere costituito, Massimo Luciani ha ricordato come la riforma, su cui saremo chiamati ad esprimerci, è frutto dell’esercizio di quest’ultimo, e, come tale, essa rispetta i limiti fissati dall’Assemblea Costituente al revisionismo costituzionale, non andando a modificare né i principi fondamentali né il sistema di tutela delle libertà. Né, tantomeno, opera una deroga al valore fondativo della nostra attuale democrazia: l’antifascismo.
L’illustre costituzionalista, infine, ha parlato della crisi dei partiti politici e della necessità di porvi rimedio in quanto proprio i partiti politici sono chiamati a “determinare” (ai sensi dell’art. 49 Cost.) la vita politica del Paese.
In conclusione Massimo Luciani, facendo riferimento all’orologio, rappresentato nella locandina dell’incontro, che segnava le ore 12.00, ha affermato: “solo dopo il 4 dicembre saremo in grado di capire se questo orologio indica mezzogiorno o mezzanotte. Per questo è importante dare una corretta informazione sul referendum costituzionale”.

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