12 aprile 1961: Yuri Gagarin è il primo uomo nello spazio

Il 12 aprile 1961 il cosmonauta Yuri Gagarin è il primo uomo nello spazio: a bordo della Vostok I resta in orbita per 108 minuti.

Vostok 1 fu la prima missione con equipaggio umano svoltasi nel corso del programma sovietico di esplorazione spaziale Vostok nonché il primo volo umano nello spazio in assoluto. Il 12 aprile 1961 il cosmonauta Jurij Alekseevič Gagarin divenne il primo essere umano a orbitare intorno alla Terra.

Il lanciatore Vostok si levò da terra il 12 aprile 1961 alle ore 9:07 (ora di Mosca) dal cosmodromo di Baikonur. I tre stadi del lanciatore, un missile intercontinentale R-7 modificato, funzionarono alla perfezione. Solo pochi minuti dopo, la capsula spaziale aveva raggiunto la programmata traiettoria d’orbita terrestre (un’orbita ellittica) con un perigeo di 169 km e un apogeo di 315 km. L’inclinazione misurò 65 gradi. Gagarin si trovava nello spazio.

Il cosmonauta si trovava in continuo contatto via radio con il centro di controllo di volo. Il collegamento venne garantito su onda radio a frequenza VHF (143,625 MHz) come pure a onde corte, in quanto l’Unione Sovietica non disponeva di una rete di collegamento con centri di controllo stazionati in tutte le parti del mondo. Un’apposita telecamera inviò le prime immagini televisive verso il centro di controllo. Inoltre Gagarin poté comunicare con il centro di controllo mediante codici Morse.

Anche se Gagarin era un esperto pilota, il volo si svolse completamente pilotato automaticamente da terra. Solo in caso di situazione di pericolo, Gagarin avrebbe potuto intervenire direttamente per avviare e tentare un atterraggio d’emergenza.

Dopo aver eseguito un’orbita terrestre completa, i retrorazzi frenanti si accesero come previsto. Se ciò non fosse avvenuto, Vostok 1 sarebbe rientrato in atmosfera in maniera naturale entro 10 giorni a causa della forza d’attrito presente sulla traiettoria d’orbita scelta, eventualità che non fu mai sottovalutata durante la fase di progettazione: tutte le provviste presenti a bordo, sia di alimentari come e in particolar modo le riserve d’ossigeno e di energia, erano state calcolate e inserite per garantire una sopravvivenza del cosmonauta per dieci giorni nel caso in cui il predetto inconveniente si fosse effettivamente verificato.

La capsula Vostok fu da sempre concepita per atterrare nella steppa e non in mare. Durante il rientro in atmosfera, il modulo orbitale (cioè la parte della navicella contenente la maggior parte degli strumenti e sistemi necessari per il volo e che non avrebbe dovuto ritornare a terra) non si staccò dalla capsula sferica di ritorno del cosmonauta. Ciò fece sì che la capsula cominciasse a oscillare violentemente, proprio mentre Vostok 1 si stava avvicinando agli strati superiori dell’atmosfera.

Quando finalmente tutti i collegamenti si furono staccati, a causa della forza d’attrito, il posizionamento della capsula si stabilizzò e il paracadute principale della capsula poté essere aperto, frenando ulteriormente l’atterraggio della capsula. Come previsto, una volta raggiunta la quota di 7 000 m, Gagarin poté dunque catapultarsi dalla stessa con l’apposito seggiolino eiettabile, atterrando appeso al suo paracadute a 26 km a sudovest della città di Engels.

Il 12 aprile 1961 marcò l’inizio di un’era totalmente nuova dell’esplorazione umana in generale. Prima di quella data, infatti, per l’uomo era ormai possibile raggiungere qualsiasi punto sulla superficie nostro pianeta; la libertà di movimento nella “terza dimensione”, invece, era ancora ristretta su pochi chilometri, sia in aria sia negli abissi degli oceani o nell’esplorazione di caverne sotterranee.

Il volo di Gagarin spalancò la porta verso un mondo totalmente nuovo: il cosmo. Anche se in fondo Vostok 1 fu un inizio relativamente modesto, il volo fu la dimostrazione fondamentale che l’uomo era in grado di viaggiare nello spazio. Gli ulteriori passi in avanti dipendevano in fondo esclusivamente dalle possibilità tecniche nonché dalle possibilità umane e scientifiche di sviluppo in questo campo.

Era la seconda volta, dopo lo choc dello Sputnik, che l’Unione Sovietica dimostrava in maniera impressionante il proprio vantaggio nel campo dell’esplorazione dello spazio nei confronti degli Stati Uniti d’America. Grazie ai programmi Vostok e Voschod, per anni sarà l’Unione Sovietica a essere la prima nazione in grado di effettuare diverse prestazioni e a marcare nuovi record in questo campo.

Gli americani saranno in grado di colmare tale vantaggio solo con l’avvio del programma Gemini, raggiungendo comunque il risultato più prestigioso della corsa allo spazio, cioè il primo allunaggio, durante la missione dell’Apollo 11.

Nei successivi anni, l’Unione Sovietica celebrò ufficialmente il 12 aprile quale giornata dei cosmonauti.

lombatti_mar24