Agli utenti: report sulle Biblioteche Comunali di Parma

Il 23 maggio scorso ci siamo recati presso l’assessorato alla Cultura del Comune di Parma, ricevuti dall’assessore Michele Guerra e dalla responsabile del settore Cultura, Flora Raffa per uno scambio di idee in merito alla situazione delle Biblioteche Comunali. Riportiamo in questo breve resoconto le nostre valutazioni.

Dieci anni di decadimento intenzionale, e una possibile via d’uscita
La nostra proposta di fondere i Poli Bibliotecari di province diverse a partire da Parma, Reggio e Modena – per consentire la circolazione di pratiche virtuose, modelli organizzativi, informazioni, nel rispetto dell’autonomia e delle peculiarità territoriali (LINK), ha trovato risposte diverse dalle varie amministrazioni sollecitate.
L’idea si troverebbe in linea con altre esperienze in Regione e in Italia, e potrebbe consentire, attraverso lo scambio di competenze, una certa uniformazione in ambito bibliotecario, al fine di superare il profondo distacco (in primis di prestiti e di iscrizioni) tra Parma e altre città vicine.

Questo scollamento – ammesso dallo stesso assessore – trova per noi le radici nella malagestione che ha martoriato le Biblioteche Comunali sin dall’epoca Ubaldi e che i tagli ai bilanci delle amministrazioni successive hanno soltanto approfondito.
L’assimilazione della cultura alla superficiale e sterile logica dell’evento è stata una costante caratteristica di tutte le amministrazioni, da Ubaldi in avanti. In quest’ottica modaiola il lavoro, umile quanto prezioso, delle Biblioteche Comunali non ha ricevuto la minima attenzione da parte degli assessori alla cultura che si sono succeduti , tranne quando l’investimento su una biblioteca non si sia rivelato esso stesso evento (ricordiamo gli altisonanti annunci dell’assessore Sommi che nel 2010 preannunciava “la più bella biblioteca di Europa nella Crociera dell’Ospedale Vecchio” – (LINK).

Facendo un breve raffronto coi dati di Reggio, città un po’ più piccola di Parma (circa ventimila abitanti in meno…), notiamo che Reggio conta:
– più del triplo dei prestiti (690.000 Reggio di contro circa 213.000 di Parma)
– quasi il doppio del patrimonio librario (587.000 contro 326.000)
– un numero di utenti attivi più che doppio (34.000 contro 16.000)
(dati ricavati dal recente bando biblioteche per Parma e dal sito della biblioteca Panizzi per Reggio Emilia).

Ospedale Vecchio
Rimandiamo a futuri comunicati le valutazioni sul progetto generale, limitandoci a rilevare che il progetto ideato dalla società Studio Azzurro è stato sottoposto a forti modifiche, diminuendo l’impatto delle installazioni multimediali, eliminando l’idea di “museo della città” e dando spazio a una sezione dedicata alla storia del complesso monumentale.

Tempistiche lavori in Civica
La zona nord ovest dell’Ospedale Vecchio è interessata da ormai due anni da importanti lavori di restauro e manutenzione straordinaria, che dovrebbero restituire alla pubblica fruizione diverse parti prima abbandonate.
La prima fase di indagine sulle strutture ha evidenziato problemi più gravi di quelli previsti.
Di certo, assieme a problemi derivati da lavori nei decenni precedenti compiuti in modo inadeguato, la sospensione della manutenzione dell’intero edificio voluta da Ubaldi (il famoso project-financing sull’Ospedale Vecchio) e proseguita sino al 2016, così come gli eventi sismici del 2012 e forse la costruzione del parcheggio sotterraneo sormontato dal cosiddetto “Mostro di via Kennedy” (ricordiamo le crepe rilevate in Crociera dal personale dell’Archivio di Stato nel 2011), non hanno giovato alle strutture.
I lavori nell’area della Civica dovrebbero teoricamente terminare nel 2019. La fase che sta iniziando comporterà il trasferimento delle zone aperte al pubblico nell’ala sud rispetto al cortile, attualmente occupata dagli uffici.
Sul fronte delle barriere architettoniche, ci pare molto utile l’installazione di ulteriori ascensori (angolo nord-est del cortile e nuovo accesso all’Oratorio Novo). Sarà fondamentale l’attenzione all’accessibilità dell’ingresso, punto dolente per la Civica da oltre un decennio.

La fine del progetto di “Biblioteca Friendly”
Proprio a partire dalle indagini sulle strutture, la necessità di procedere a lavori molto più ingenti, ha contribuito a fermare il progetto nato ai tempi della Ferraris (2014) per la famosa “Biblioteca Friendly”. Per dare un’idea della lungimiranza di questo progetto, iniziamo col dire che la prima fase era stata l’acquisto dei mobili (!). Attualmente essi sono ospitati nei magazzini comunali.
Abbiamo avuto modo di denunciare per primi la superficialità di quel progetto (LINK): lo svilimento del patrimonio dell’Emeroteca Comunale – dovuto alla soppressione la sua entità specifica – è stato purtroppo uno dei suoi risultati. Ancora da valutare gli effetti del “désherbage” voluto dalla Ferraris sul patrimonio librario (LINK).
Durante l’incontro col nuovo assessore abbiamo evidenziato un’altra importante lacuna del progetto della Ferraris, ossia l’assenza di qualsiasi riferimento alla multiculturalità dell’Oltretorrente, quartiere che sin dalla sua nascita, in pieno Medioevo, ospita gente da fuori (dall’Appennino, dal Meridione, e più di recente da quasi tutti i paesi del mondo). Nella nuova Civica sarà importante compiere passi per intercettare i pubblici più vari poiché solo attraverso una forte offerta culturale si potrà invertire la tendenza ad un decadimento programmato e voluto dalle ultime amministrazioni.
Riteniamo in tal senso meritoria l’esperienza della convenzione col carcere di Parma, che porta circa 1.500 libri all’anno nelle mura di via Burla. L’accesso ai testi per tutti i carcerati dovrebbe essere condizione di base per una società che vuol dirsi civile.

Il Centro Cinema “Lino Ventura” resterà
E proprio nell’ambito del piano semplificatorio del 2014 doveva essere smantellato il Centro Cinema, già martoriato nell’epoca Sommi con tagli brutali al budget che furono mantenuti in epoca Ferraris. A quattro anni di distanza, riceviamo con soddisfazione dall’assessore Guerra la notizia che il Lino Ventura resterà nella sua sede attuale.
Le oltre 1500 firme raccolte, la solidarietà da tutta Italia, le continue denunce e contestazioni sin dentro le sedi istituzionali hanno avuto qualche risultato. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno seguito e aiutato in questa piccola ma doverosa lotta (LINK).
Il ritorno al suo ruolo culturale e sociale, lo sviluppo delle sue funzioni, il mescolare utenza specialistica e pubblico popolare, sono ora passi da percorrere con convinzione.

Biblioteche Balestrazzi e Bizzozero
Altro pezzo del progetto 2014 di fatto smantellato: le biblioteche specializzate “Bizzozero” (scienze naturali, gastronomia, alimentazione) e “Balestrazzi” (discipline storico-politiche) non saranno disciolte nella Civica, ma manterranno una loro individualità e spazi appositi nel plesso dell’Ospedale Vecchio.
A proposito della Bizzozero, la proposta del comitato di intavolare collaborazioni con diversi enti (Università – Centro Conserve – Biblioteca Barilla, ecc.) ha trovato parziale accoglimento con il progetto di un catalogo in rete dedicato alla gastronomia (LINK).

Dotazioni informatiche
Abbiamo rilanciato la proposta di adozione di sistemi Linux per i computer delle biblioteche. Sistemi più sicuri, meno costosi e che necessitano di macchine meno potenti rispetto ai sistemi Microsoft.
In relazione a questa proposta, sempre in termini di risparmio per le casse comunali, abbiamo suggerito di intercettare computer ancora funzionanti dismessi da enti pubblici o privati: pratica altrove già in uso che, soprattutto attraverso i sistemi operativi Linux e simili, consentirebbe di aumentare la disponibilità di accessi per gli utenti.
Sulla base delle indicazioni giunte alla nostra casella postale, abbiamo ribadito la necessità di copertura di segnale wi-fi più ampia e soprattutto stabile (LINK).

Caffetteria
Uno degli aspetti della banalizzazione era costituito dall’idea di implementare un grosso bar nella corte della biblioteca Civica. Una scelta modaiola che giudicammo abbastanza folle, a cento metri da via D’Azeglio – che di bar certo non è sfornita – e a 50 metri dal circolo “Aquila Longhi”. Continueremo, assieme a tanti, a considerarla una ipotesi sconsiderata, e anche abbastanza inutile allo scopo di attirare nuovo pubblico, e ci adopereremo perché rimanga soltanto un’idea.

Comitato utenti Biblioteche Leggere tra le ruspe

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