Aggressioni nei Pronto Soccorso, Piastra (Lega): “Proposte concrete per rispondere al grido d’allarme degli operatori sanitari”

«Il grido di allarme “silenzioso” degli operatori sanitari è uno dei problemi più urgenti sui quali intervenire, per questa ragione è pronto un progetto di legge per fare finire questa ingiustizia».

Il deputato leghista Carlo Piastra è pronto a perseguire la sua battaglia personale, contro le aggressioni che avvengono ormai quasi quotidianamente all’interno dei pronto soccorso (di recente anche a Parma), piuttosto che nelle strutture sanitarie deputate alla cura dei pazienti psichiatrici e in altre situazioni operative. Realtà dove lo stess e il cumulo di lavoro si sommano al rischio di incappare in incidenti dovuti ad aggressioni, che spesso non vengono denunciate per vergogna, ma lasciano “cicatrici” psicologiche negli operatori. Tra i cofirmatari del provvedimento: il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, ed il capogruppo in commissione Affari sociali, Massimiliano Panizzut «La proposta di legge propone nuovi strumenti e deterrenti normativi: per esempio – spiega Carlo Piastra – va ad inserire aggravanti, rispetto a quanto prevede attualmente l’articolo 61 del Codice di procedura penale: l’aggravante sarà relativa al fatto che non si parlerà più di aggressioni a cittadini, ma ci sarà una sanzione aggiuntiva per chi colpisce medici, infermieri o personale ausiliario in qualità di pubblici ufficiali, nell’esercizio delle proprie funzioni, all’interno delle strutture sanitarie.

Come per esempio i pronto soccorso: esiste – tiene a precisare Piastra – anche un pronunciamento del Fnomceo che spiega come nel mondo della sanità si stia consumando una “carneficina” silenziosa, senza contare che l’Anaao ha messo in guardia in questi giorni sul fatto che ormai i professionisti cercano di evitare il pronto soccorso come soluzione lavorativa, per via del carico di stress e del rischio di aggressione, sempre presente in questi luoghi».

Un problema non di poco conto, visto che il servizio di emergenza-urgenza, anche in Emilia-Romagna, è a corto di medici e che quelli operativi sono costretti a lunghi e snervanti turni. Occorre quindi incidere sulle condizioni del personale sanitario: «La proposta di legge – dice Piastra – prevede un presidio di polizia fisso, in strutture ospedaliere di primo e secondo livello, composto quanto meno da un ufficiale di polizia giudiziaria e due agenti». Per realtà più piccole, come le strutture di base che hanno come riferimento un bacino di circa 80-150 mila abitanti, si potrà sopperire all’eventuale assenza di agenti con piani di controllo dei territori predisposti dai prefetti.

«Questo – conclude il deputato leghista – perché vogliamo classificare i pronto soccorso come luoghi “sensibili”, ma riteniamo fondamentale tutelare anche i medici di continuità assistenziale (ex “guardia medica”), ricollocando i loro ambulatori in ambienti protetti».

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