Commento alla serie A (di Gianni Bandiera)

La ventiseiesima giornata finisce con il botto: Napoli 1- Juventus 2. Campionato finito. Morto e sepolto.

Del resto, nessuno credeva soprattutto dopo l’arrivo di CR7, ad una possibile alternativa all’ottavo scudetto di fila della squadra bianconera. Anche il più accanito tifoso napoletano sa che questi anni hanno segnato un’epoca storica senza precedenti. E neppure le sterili polemiche sull’arbitraggio, attenuate dall’espulsione di Pjanic e dal rigore sbagliato da Insigne, hanno sbiadito la vittoria della Juve.

Eppure, a Napoli non possono che rimpiangere la sfortuna di avere incappato la Juve, questa Juve, sul proprio cammino. Uno scudetto sotto il Vesuvio lo sognano e magari lo meritano per il gioco espresso. Ma non è il gioco l’unica variabile per vincere uno scudetto. Ci vogliono solidità e un parco giocatori più ampio. Ancelotti a differenza di Sarri, ha ruotato meglio gli effettivi, ma non è bastato.

Questo è il periodo in cui i tifosi affrontano il discorso calcistico con dei MA, sia in riferimento alla giornata che al cammino delle squadre italiane durante questo intenso anno.

Primo MA: il gioco della Juve. Gli esteti e gli amanti del calcio, anche tra i tifosi bianconeri, non amano – eufemismo – il non gioco espresso dalla squadra. Allegri non è mai stato in grado, tranne casi rari, di dare un’idea alternativa al gioco sparagnino, di rimessa, affidato ai singoli, basato più sulla difesa rocciosa che sulla manovra d’attacco. E se questo è tollerato in campionato, alla fin fine Allegri vince lo scudetto dal suo insediamento a Torino, molto meno è possibile essere pazienti in Champions League. Lo spartiacque che potrebbe travolgere definitivamente il mister sarà la partita con l’Atletico Madrid. Solo facendo la partita perfetta capovolgendo il risultato, Allegri potrebbe tornare nei favori della tifoseria.

Altri MA: Situazioni ancora più critiche si segnalano a Roma, versante giallo rosso, e a Milano, sponda nero azzurra.

La Roma perde malamente il derby per tre a zero. Anche qui il capro espiatorio è il mister: Di Francesco. Mercoledì nel catino dello stadio di Do Gradao, la Roma può superare il turno, si parte dal 2-1 a favore dei romanisti, ma servirà una prova coraggiosa. Chiudersi in difesa di solito non paga.
Situazione se possibile ancora più ‘drammatica’ è quella che stanno vivendo i tifosi interisti. Si parlava addirittura di scudetto o di lotta al secondo posto. Dopo la commedia di Icardi, l’Inter ha smarrito le certezze della prima parte del campionato. A Cagliari la prova incolore, con relativa sconfitta, preoccupa chi ha a cuore le sorti della beneamata.

Pensiamo che Allegri e Spalletti siano al capolinea. Da giugno arriveranno altri mister (Zidane? Conte?) per dare aria nuova ai rispettivi ambienti.

A proposito di mister. Gasperini sta facendo sognare Bergamo, ormai all’ennesimo miracolo calcistico. Prendi dei giovani, mixali con alcuni più anziani, dai a tutti compiti precisi, falli correre come ossessi, e avrai il gioco più entusiasmante d’Italia. A farne le spese la Fiorentina. Ricordiamo che l’Atalanta ha bloccato sul 2-2 la Juve, ne ha dati 4 all’Inter e ha battuto la Lazio.

Per finire il Parma impatta a Empoli in un 3-3 che lascia rimpianti tra le fila dei gialloblu, tre volte in vantaggio e tre volte raggiunti, l’ultimaal minuto 91!, da un’Empoli che doveva trovare punti salvezza.

Entriamo ora nel tour de force: tra coppe europee e campionato ci saranno pochissime pause, sperando che le italiane superino il rispettivo turno e rendendo il percorso ancora più fitto d’impegni.

Alla prossima,

Gianni Bandiera

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