Al via il progetto “Rifugiati in famiglia”

24/02/2015
h.12.30

“Prende il via in questi giorni il progetto “Rifugiati in famiglia”, rivolto alle famiglie di Parma e provincia per vivere un’esperienza di solidarietà e condivisione e per offrire un’opportunità di integrazione a un rifugiato. Fidenza aderisce al progetto per essere, ancora una volta, in prima linea nella costruzione di una società veramente cosmopolita. Il progetto è una sperimentazione nazionale che vede la luce nell’ambito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), che ha storicamente un punto di riferimento nel Comune di Fidenza, il quale da anni promuove con l’associazione CIAC onlus il progetto “Terra d’asilo” e che si propone di favorire l’integrazione – sociale oltre che economica – dei rifugiati già presenti nel territorio e inseriti nei progetti di accoglienza”, spiega l’assessora al Welfare del Comune di Fidenza, Alessia Frangipane.
Il fenomeno dei richiedenti asilo e dei rifugiati è sempre più al centro della cronaca nazionale e locale, rubricato spesso come emergenza a cui far fronte con soluzioni temporanee e ad hoc.
Sul territorio di Fidenza, attraverso la collaborazione tra l’amministrazione comunale e l’associazione CIAC, si è scelto di promuovere un approccio differente che sviluppa un sistema territoriale di accoglienza e protezione attraverso diverse fasi successive. Questo è possibile innanzitutto con un rafforzamento degli sportelli di primo accesso: non più solamente lo storico Sportello immigrazione ma anche la presenza diffusa dello Sportello provinciale asilo, di mediatori culturali, di promotori della salute, del servizio di consulenza legale e del segretariato sociale attivo presso il CUP.
Il sistema territoriale necessita anche di un potenziamento dello SPRAR, con un incremento dei posti a disposizione di richiedenti asilo e rifugiati e di un ampliamento della rete di soggetti coinvolti, in primis la Caritas di Fidenza.
Tutti questi sforzi rischiano però di risultare insufficienti se l’uscita dai progetti dei rifugiati si rivela sbarrata a causa della crisi, che rende più difficile l’integrazione economica e che si combina a un clima sociale non sempre aperto e condizionato dal più generale quadro nazionale contraddistinto dall’emergenza.
In questo scenario assume una valenza ancora più significativa il progetto “Rifugiati in famiglia” che rappresenta uno stimolo a cambiare prospettiva, a conoscere il mondo che bussa alle nostre porte, a costruire tutti insieme una vera civiltà dell’accoglienza.
L’appuntamento per approfondire il progetto e le sue potenzialità è per venerdì 27 febbraio alle ore 20.30 al Centro per le famiglie di Fidenza, in via Nenni 52/A. All’incontro interverranno: Emilio Rossi e Chiara Marchetti di Ciac, Ignazio Punzi e Roberto Guaglianone di Consorzio Communitas, l’assessora al Welfare del Comune di Fidenza, Alessia Frangipane.

IL PROGETTO IN SINTESI

Chi sono i rifugiati accolti
Sono più di 100 i richiedenti asilo e i titolari di protezione inseriti nei progetti SPRAR gestiti da CIAC onlus in tutto il territorio della Provincia di Parma. Sono persone fuggite da guerre e persecuzioni, che cercano protezione in Italia dopo difficili esperienze migratorie e pre-migratorie. Nei progetti SPRAR ricevono supporto legale, accoglienza, corsi di italiano, orientamento per l’integrazione ma spesso non basta: allo scadere del progetto può mancare ancora un tassello per riuscire a camminare con le proprie gambe. Un’accoglienza in famiglia può fare la differenza.

Chi può accogliere
Qualsiasi famiglia residente a Parma o provincia può proporsi per vivere questa esperienza. Un nucleo familiare, comunque sia composto, può mettere a disposizione il proprio spazio domestico per accogliere un rifugiato. Non solo un tetto e beni materiali, ma soprattutto una rete di supporto e relazioni per proseguire il cammino verso l’integrazione. Per vivere un’esperienza di solidarietà e condivisione, con l’opportunità di confronto con altre famiglie, potendo contare su un supporto tecnico-relazionale costante.

Cosa prevede il progetto
– Accoglienza per un massimo di 9 mesi;
– Rimborso mensile alle famiglie;
– Continuo supporto e momenti dedicati di verifica da parte di specialisti dell’asilo e della psicologia familiare;
– Un operatore di progetto (psicologo) dedicato a supportare le dinamiche e le pratiche concrete di accoglienza;
– In caso di difficoltà nell’accoglienza, garanzia per il rifugiato di rientrare nel progetto SPRAR;
– Momenti di confronto e socializzazione comunitari.

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