A Parma nel 2022 per le micro e piccole imprese +5,3 di quota fatturato

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A Parma, nel 2022 +5,3 di quota fatturato, difficoltà per aumento prezzi materie prime ed energia e per reperimento mano d’opera

Due piccole imprese parmensi su 3, cioè il 64% (66,8 a livello regionale) segnalano nel 2022 un pieno recupero dei livelli di fatturato e dei volumi di produzione pre-pandemia; con una quota più alta nel settore delle costruzioni (75%). È quanto emerso dal sondaggio d’ascolto ‘Criticità e prospettive 2023 per le MPI emiliano-romagnole’ di Confartigianato Emilia-Romagna, svolto dal 24 marzo al 26 aprile 2023, al quale hanno partecipato quasi mille micro-piccole imprese e imprese artigiane (oltre 100 a Parma).

Il fatturato delle mpi di Parma e provincia nel 2022, al netto degli incrementi di prezzo determinati dall’inflazione, segna una crescita del +5,3% rispetto al 2021. Risultato più contenuto per le imprese che intercettano la domanda turistica (+2,8%), mentre risulta migliore per quelle che esportano sui mercati esteri (+10,8%). A livello settoriale performance migliori del fatturato 2022, rispetto a quello dell’anno precedente, le rileviamo per le costruzioni (+13,1%), seguite dal comparto manifatturiero (+5,5%) e dai servizi (+2,4%).

Le prime tre difficoltà maggiormente riscontrate negli ultimi 12 mesi dalle imprese artigiane e di piccole dimensioni del parmense sono principalmente: l’aumento prezzi delle materie prime (77,9%), l’alto prezzo di energia e gas (54,8%), la mancanza di manodopera (27,6%). Seguono la scarsità materie prime (22,6%), l’incremento dei tassi d’interesse (21%), insufficienza di domanda (18,3%), costo dei trasporti (17,4) e conflitto Russia-Ucraina (2,7%). Queste criticità comportano differenti conseguenze sulle imprese, tra quelle maggiormente segnalate: riduzione dei margini (68,3%), ritardi nelle consegne (27,3%) e mancato aumento/riduzione del personale (21,3%). Seguono, riduzione investimenti (21%), richiesta di prestiti bancari non pianificata (15,4%), riduzione/interruzione della produzione (14%), e risparmio di energia a parità di produzione (12,3%).

† L’Ascensione in cielo di Gesù non è uno show, preannuncia la nostra comunione con Dio alla fine dei tempi (di Andrea Marsiletti)

Come già evidenziato, una delle difficoltà maggiormente subita dalle MPI è l’elevato costo di energia e gas. Per farne fronte il 4,2% delle mpi (il 10,4% a livello regionale). Gli investimenti green per cui le mpi hanno maggiormente optato sono stati: installazione di impianti di illuminazione a basso consumo energetico, Installazione impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, Impianti di raffrescamento/riscaldamento più efficienti e acquisto di macchinari/utensili più efficienti.

Siamo felici che la gran parte delle nostre imprese sia ritornata ai volumi di produzione e fatturato pre pandemia – ha spiegato Enrico Bricca – nostro compito è quello di fornire ai nostri associati il supporto necessario per fare impresa al meglio. Sicuramente oggi non si può più prescindere da investimenti green, non solo per una questione di risparmio, ma soprattutto per tutelare l’ambiente in cui viviamo”.

Altra criticità maggiormente segnalata è la mancanza di manodopera. Ne dà conferma anche il fatto che del 37,1% di mpi che nel 2022 ha assunto nuovo personale il 79,8% ha riscontrato difficoltà. Queste ultime hanno indicato che per aggirare l’ostacolo e rendere più attrattiva l’impresa le azioni da mettere a terra sono principalmente due: migliorare l’immagine e la narrazione delle professioni artigiane rivolta ai giovani (50,8%), introdurre iniziative di welfare, benefit e piani a favore del dipendente (48,8%) e assicurare un livello medio retributivo in linea con l’offerta di mercato (35,9%). A queste seguono incrementare o proporre corsi di formazione (23,7%) e garantire flessibilità nella gestione dell’orario di lavoro (e ove possibile smart working) (5,7%).

Sicuramente un modo per cambiare l’immagine dell’artigianato e trasmettere una narrazione più veritiera e aggiornata alle nuove generazioni è la collaborazione stretta degli imprenditori con gli istituti scolastici e di formazione – ha commentato Enrico Bricca –. Ad oggi il 17,7% delle mpi del parmense già lo fanno, in particolare svolgendo percorsi PCTO e collaborando con Istituti professionali e istituti tecnici e come Confartigianato stiamo portando le nostre imprese nelle scuole, partecipando attivamente ai progetti di Comune di Parma e Camera di Commercio, ma certamente dobbiamo fare di più”.

Una mpi su 4 indica come fattore di criticità l’incremento dei tassi di interesse. Inoltre, nell’ultimo anno, del 33,5% delle piccole imprese che ha effettuato una richiesta di credito alla banca, in particolare per poter sostenere degli investimenti, il 17,8% non ha ottenuto quanto richiesto, mentre il 21,3% lo ha ottenuto riscontrando delle difficoltà.

I risultati del sondaggio ci permettono inoltre di comprendere se i fondi del Pnrr sono percepiti, ad oggi, dalle mpi emiliano-romagnole come opportunità. La quota di mpi che ritiene che le risorse per finanziare riforme e interventi messe in campo dal Pnrr possano rappresentare un’opportunità si attesta al 14,5%. Le mpi che hanno affrontato la problematica dei crediti incagliati nei cassetti fiscali si attesta al 21,4%.

 

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