Bocchi (FdI): “Aberrante il lavoratorio per bambini trans e gender creative dell’Università di Roma”

Ritengo aberrante l’iniziativa del Rettore dell’Università Roma Tre, che è anche Presidente Nazionale della Società Italiana di Pedagogia, di istituire un laboratorio per bambini trans e gender creative dai 5 ai 14 anni: una iniziativa ideologica e pericolosa che coinvolge minori al di fuori di qualsiasi contesto scientifico condiviso.

I soggetti promotori del laboratorio risultano direttamente collegati all’associazione “GenderLens”, un gruppo di attivisti politici impegnati per il riconoscimento dell’identità di genere fluida, “creativa” e “trans” dei bambini sin dall’infanzia. Daltronde noi cittadini dell’Emilia Romagna (regione nella quale si accede gratuitamente alla somministrazione di triptorelina, il farmaco blocca pubertà) non dovremmo essere sorpresi dal tentativo di indottrinamento dei bambini da parte dei seguaci dell’ideologia gender.



Negli ultimi 18 mesi, per esempio, la nostra regione ha concesso finanziamenti e contributi per 386.850 euro all’associazione Arcigay “Il Cassero” di Bologna per progetti di valorizzazione del patrimonio LGBTQ+ e per interventi formativi nelle scuole. In particolare sono state propinate a bambini in età prescolare letture che distorcono il concetto di famiglia, di identità di genere e che descrivono la normalità del matrimonio di una donna con un’altra donna o quella di un bambino che rivendica di avere due padri (magari attraverso un utero in affitto).

Ricordo anche come l’Università di Parma preveda la possibilità della Carriera Alias, che rischia di inculcare nella mente dei ragazzi la falsa convinzione che si possa davvero “nascere nel corpo sbagliato”, ricorrendo alla transizione sociale e chirurgica con conseguenze spesso anche irreversibili. Si tratta insomma di episodi che confermano quanto denunciamo da anni, ovvero l’ingresso massiccio delle associazioni LGBTQ+ nelle scuole italiane “con la realizzazione di interventi specifici” e l’incontro quotidiano con docenti e studenti. Noi rivendichiamo, invece, la necessità di tutelare bambini e adolescenti e la libertà educativa delle famiglie costantemente messa in pericolo dall’Agenda LGBTQ+ che trova una complice sponda, oltre a denari pubblici, nell’amministrazione di Parma e della regione Emilia Romagna.

Priamo Bocchi
capogruppo Fratelli d’Italia