Colorno, parte il restauro di San Liborio

11/02/2009
h.13.50
 
Parte finalmente il restauro della Cappella Ducale di San Liborio, gioiello settecentesco di Colorno che è a pieno titolo parte del sistema delle eccellenze artistico-culturali del Parmense.
Il restauro della cappella è stato infatti inserito nel programma che la Provincia di Parma ha messo a punto, in accordo con la Regione Emilia Romagna, per l’impiego di importanti risorse comunitarie finalizzate alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Con un cofinanziamento provinciale di 750 mila euro e un contributo comunitario di 1 milione e 200 mila euro stanno dunque per essere avviate opere che riguarderanno la facciata di San Liborio, con le sculture e le decorazioni a stucco che la contraddistinguono, le facciate laterali, dell’abside e del campanile, il sagrato e le aree adiacenti la chiesa, con gli edifici che vi si affacciano e tra questi in particolare gli appartamenti (già internamente fatti oggetto di restauro) del duca Ferdinando di Borbone.
Circa due milioni di euro quindi per gli interventi, finanziati dalla Provincia e da fondi comunitari. Preliminari ai restauri, il rilievo e l’analisi dello stato di conservazione realizzati dall’Università con il contributo della Fondazione Cariparma.
L’approccio al problema è stato scientificamente adeguato all’importanza del monumento: un approccio che ha comportato il rilievo geometrico ed architettonico completo dell’edificio e l’analisi statica e dello stato di conservazione, affidati al Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Ambiente, del Territorio e Architettura dell’Università di Parma.
Professori e studenti del Dipartimento (i professori Paolo Giandebiaggi, Carlo Blasi, Eva Coisson e Chiara Vernizzi, l’assegnista di ricerca Andrea Ghiretti, i dottorandi Elisa Adorni e Matteo Carobbi) hanno lavorato per porre le basi di una progettualità che ha finalmente la possibilità di appoggiarsi su dati conoscitivi dettagliati e sicuri. Contemporaneamente la Provincia ha creato le condizioni per dare vita a una significativa mole di lavori, che ora dunque vedono l’avvio.
Il polo costituito dalla Reggia di Colorno e dalle strutture collegate è d’assoluta eccellenza, livello non solo provinciale ma nazionale”, ha detto oggi in conferenza stampa il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, che ha sottolineato l’impegno dell’ente di piazzale della Pace per la sua salvaguardia.
San Liborio ha sicuramente subito molto i danni del tempo: si era arrivati quasi a un punto limite, e sono contento di poter dire che finalmente possiamo procedere con gli interventi. Per molto tempo abbiamo cercato risorse senza trovarle: oggi le abbiamo trovate e possiamo avviare un percorso importante”.
Premessa necessaria ai lavori, lo studio compiuto dall’Università: “Un’analisi preliminare fondamentale – ha osservato Bernazzoli – che permette di capire come intervenire al meglio”.
Viva soddisfazione” dal sindaco di Colorno Stefano Gelati, che ha confermato: “Eravamo arrivati a un punto limite: era indispensabile procedere a una riqualificazione. San Liborio è un gioiello architettonico unico, la più grande cappella di corte d’Italia, ma per tutti i colornesi ha anche un valore affettivo. Il Comune comincerà il restauro dell’Aranciaia: speriamo di poter vedere procedere in parallelo i lavori in San Liborio e all’Aranciaia”.
I rilievi e l’analisi dello stato di conservazione realizzati dall’Università sono stati presentati da Paolo Giandebiaggi e Carlo Blasi.
Non sono molte le amministrazioni che si preoccupano dei propri beni facendo realizzare studi preliminari agli interventi: un plauso quindi alla Provincia, e alla Fondazione Cariparma che ha sostenuto quest’analisi”, ha spiegato Giandebiaggi, che ha aggiunto: “Poter presentare uno studio preliminare è determinante: troppo spesso ancora oggi si interviene direttamente sui beni architettonici, spesso andando a danno degli edifici stessi. Uno studio preliminare è invece fondamentale: permette poi di intervenire in modo più mirato, più economicamente conveniente e più efficace”.
Noi ci siamo occupati della diagnosi e dell’anamnesi, che sono indispensabili per qualsiasi tipo di intervento”, ha osservato Blasi, che ha illustrato lo studio e presentato alcuni degli elementi di degrado della chiesa.

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