Da dottoressa in giurisprudenza a fotografa professionista

28/03/2012

Intervista alla parmigiana Barbara Palmisano che, dopo aver conseguito prima il diploma classico e poi la laurea in giurisprudenza, ha deciso di fare della passione per la fotografia una professione.

A che età hai iniziato a scattare le prime fotografie?
In tutta onestà fino a quattro anni fa non avevo praticamente mai scattato una foto. Ricordo da piccola, quando partecipavo alle gite scolastiche, che mia madre mi implorava di immortalare luoghi visitati e compagni di classe per “archiviare” momenti spensierati che avrei negli anni riscoperto e ricordato con un sorriso sulle labbra. Fiato sprecato, non era mia intenzione ascoltarla. O per lo meno fino al 2008.

Quindi nel 2008 cosa è successo?
Un acquisto particolare mi ha permesso di scoprire il mondo della fotografia, la macchina fotografica Panasonic Bridge. Con questo strumento, una via di mezzo tra la compatta e l’innovativa reflex digitale, ho iniziato i miei primi passi nell’arte fotografica. Dal 2010 sono passata a una reflex Nikon. Offre immagini dai colori più brillanti: ha il pregio di rendere i visi delle persone, più luminosi. La pelle infatti sembra ringiovanire, merito delle lenti che le Nikon possiedono.

Oggi a 36 anni, dopo avere aperto regolare partita iva, sei una libera professionista che ha trasformato un hobby in lavoro? Correggimi se sbaglio.
Sì, proprio così. Inoltre, appartengo alla categoria dei natural light photographer, ovvero quei fotografi che scattano solo con luce naturale. Trovo che la luce debba essere ben studiata per rendere al massimo e valorizzare l’oggetto della foto.

Nel tuo caso chi è l’oggetto della foto?
Sono specializzata nei ritratti: uomini, donne più o meno giovani (in particolare studentesse universitarie e donne incinte), bambini e neonati, neo-sposi, fidanzati e animali domestici. In genere, non per vantarmi, mi bastano pochi istanti per capire le peculiarità di un viso (o nel caso di un animale, un muso). Ed è così che i soggetti che ritraggo abbandonano per un istante lo status di comuni mortali per trasformarsi in eterei esseri celestiali. Mi piace poter estrapolare da un volto la sua vera essenza, lasciandone integre le caratteristiche, celandone i difetti ed evidenziandone il bello.

Come realizza Barbara Palmisano un servizio fotografico?
Il servizio fotografico che realizzo consta di una fase di incontro con il cliente che mi commissiona il lavoro da fare; quindi raggiungiamo la location che scelgo per realizzare gli scatti, solitamente in luoghi all’aperto, utilizzando i raggi naturali del sole; eseguiti gli scatti outdoor, lavoro a casa, incollata al pc, utilizzando vari programmi professionali quali Gimp, Photoshop, Photoscape, Picasa per ritoccare le immagini. Esito finale, da circa 200 scatti arrivo a un album fotografico di 20 immagini. Così le trasferisco in un dvd e le consegno al cliente.

Sei per le immagini a colori o ricorri al bianco e nero?
Spesso utilizzo un bianco e nero puro e il resto lo faccio fare alla luce. Sono rare le foto a colori; in ogni caso la luce è davvero importante indipendentemente dalla scelta delle immagini. Ragione per cui la ricerco nei luoghi più disparati della città.

Che locations prediligi?
Vado a zonzo per la città in base alla stagione e all’ora delle giornata, lungo una strada o nel sentiero di un parco, a cercare la location che mi aiuta a trasformare, il mio “soggetto” in un ritratto fuori dall’ordinario, da rivista patinata. Chi mi ha commissionato un book-fotografico sa con quanta attenzione ricerco il posto migliore per scattare. La scelta della location a modi “set fotografico” non è casuale, improvvisata. Scappo dalle zone buie e piatte, in cerca di una raggio di luce, un riflesso per creare quel velo magico tra il soggetto e il mondo e fare emergere da una semplice immagine un aspetto dell’anima di chi sta davanti alla mia fotocamera.

Oltre alla luce quale è l’arma vincente a disposizione del fotografo per realizzare una bella fotografia?
Essere ossessionati dalla precisione. Non trascurare nemmeno un particolare: dall’ambiente al fascio di luce, passando per il look e gli accessori. Tutto quello che si fa è creare un’immagine che esprima armonia, eleganza. L’armonia segue canoni diversi da persona a persona. E’ soggettiva nella modalità in cui si manifesta.

E a proposito della tecnica adottata?
In genere la tecnica che utilizzo è creare una foto con il soggetto ripreso obliquamente; mi concentro su un aspetto del viso e via via che eseguo gli scatti stringo il campo fino ad arrivare agli occhi. Il tutto, come ho già sottolineato, non può prescindere da un attento studio della luce e delle ombre. Mi definisco un’“impressionista dell’era digitale”.

Dai “lavori” prodotti, pubblicati sul tuo blog, ho notato che sono assenti le figure intere. Perché?
Innanzi tutto i soggetti che fotografo sono in genere donne della “porta accanto”, che vogliono essere immortalate per un appagamento personale, per avere un proprio book-fotografico come le dive del cinema o le modelle, per mostrare ai famigliari, agli amici o al proprio uomo il bello che è in ogni donna. Mi capita spesso di fotografare donne che vogliono regalare alla propria madre un album che le ritragga. Quindi, diventa estremamente importante concentrarmi sulla parte più espressiva di ogni essere umano che devo immortalare, ossia gli occhi e in generale il viso. Tutt’al più eseguo scatti a mezzo busto con soggetti a braccia conserte e posizionati di profilo. Ecco perché non eseguo foto intere, in questo modo non si mette in risalto nessun aspetto particolare della persona che ho di fronte. Detesto i book-fotografici a figura intera perché sono freddi e standardizzati. Quindi quando raramente mi sono richiesti storco il naso.

Che sfondo utilizzi?
In genere lo sfondo è sfumato non mi piace fotografare un soggetto su uno sfondo neutro (la classica parete bianca o azzurra da studio fotografico). Prediligo fare foto all’aperto, e predispongo un vero e proprio set fotografico in alcune per me “storiche” locations della città. Questo espediente è necessario per rendere meno fredda e più personale la foto.

Qual è l’esigenza dei clienti che si rivolgono a te per la realizzazione di un album fotografico professionale?
Sempre più sovente mi viene richiesto di produrre un album di belle foto da conservare con cura come ricordo personale, da sfogliare negli anni a venire o come regalo al proprio fidanzato, o a una persona cara come la mamma.

Sembrano essere più narcisiste le donne degli uomini, o sbaglio?
Hai ragione. In genere le donne. Sono proprio loro le mie principali clienti. Da giovani studentesse universitarie, a donne di mezza età, persone comuni, della porta accanto che mi chiedono di preparare dei book fotografici che sappiano valorizzare le loro figure, i pregi e ridurre i difetti fisici più marcati della loro persona, senza stravolgimenti di sorta.

Che strumenti utilizzi per promuovere la tua attività professionale?
In linea di massima ricorro al fenomeno blog e ai social network tra cui Facebook, Flick, Tublr. Credo molto nel passaparola e il social è davvero utile in questo scopo. Fino ad ora ho ottenuto giudizi positivi da chi si è rivolto a me. I clienti sono sempre soddisfatti del book che gli porgo. E gli apprezzamenti che mi rivolgono non fanno altro che aumentare la mia popolarità.

Quanto costa mediamente un servizio fotografico?
Le cifre sono ragionevoli. Non mi sento di derubare nessuno. Anche se metto a disposizione molto del mio tempo e delle mie competenze acquisite negli anni da autodidatta, la cifra che chiedo è alla portata di chiunque. Siamo nell’ordine di 120 euro.

Recapiti per chiunque voglia mettersi in contatto con te?
Ho un indirizzo email che tengo monitorato più volte al giorno: palmisanofoto@gmail.com. E dispongo di un sito web: www.barbarapalmisano.com. E ovviamente sono rintracciabile su cellulare: 349-6656317.
Clicca qui per vedera alcuni scatti.

Tommaso Villani

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