Dal Comune di Fidenza una lettera congiunta al Ministro Spadafora e al Presidente della Regione: “Riaprite le attività sportive nella provincia di Parma”

lodi_maggio24
Casa Bambini
SanMartino

Tafferugli, grida, cariche della polizia, bombe carta. Non a Fidenza.

Qui il Sindaco Andrea Massari, il Vicesindaco Davide Malvisi e un’ampia delegazione in rappresentanza degli imprenditori del settore palestre e strutture sportive si sono incontrati il 28 ottobre scorso e hanno condiviso una linea molto operativa tradotta in una accorata lettera inviata al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e al Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, titolare proprio della delega allo Sport.

La lettera scaturita dal vertice ha un impianto solido, privo di luoghi comuni, finalizzato non ad alimentare lo scontro con il Governo ma a collaborare con esso attraverso proposte in grado di permettere una minima e ordinata ripresa del comparto.

Ministro così non possiamo reggerescrivono Comune e imprenditori –, intuendo che le misure del Dpcm andranno più in là nel tempo rispetto alla scadenza fissata del 24 novembre. Senza poter riprendere le attività, molte imprese vivranno uno stato di lockdown eterno” e saranno grossi problemi per la sicurezza, a causa degli assembramenti outdoor.

LE PROPOSTE SUL TAVOLO

Comune e imprenditori giudicano “saggio procedere con un sistema a semaforo. Cioè con misure proporzionali alla gravità della situazione epidemiologica in essere sui territori provinciali”. Questo è il punto cruciale: “E’ innegabile che la condizione della provincia di Parma in cui operiamo non sia quella della provincia di Milano o di Genova. Ad oggi abbiamo 12 persone in intensiva, a fronte di quasi mezzo milione di abitanti”.

Numeri che fanno a pugni con il “tallone d’Achille del Dpcm 25 ottobre”, concepito per “rifiutare l’idea di un lockdown generalizzato ma che, di fatto, ha imposto ad alcune categorie la stessa terapia d’urto da Nord a Sud senza distinguere l’andamento locale dei contagi”.

Passasse questa interpretazione – per la quale viene auspicata la riapertura del confronto con la Conferenza delle Regioni e con l’Anci – sarebbero possibili due risultati notevoli: uno per l’economia del settore capace di tornare a respirare senza l’intubazione del fondo perduto; uno per la sicurezza del mondo sportivo.

LO SPORT DIROTTATO SUI CIRCUITI “FAI DA TE”

E’ tutto nero su bianco nella lettera inviata al Ministro: il fermo delle palestre e delle società sportive sta scaricando la forte domanda di sport che continua ad esserci su modalità “fai da te”, prive di ogni regolamentazione, con il significativo rischio della prosecuzione di sport da contatto e il formarsi di assembramenti. Un fatto tanto più vero se si considerano le migliaia di ragazzi rimasti orfani di un impegno sportivo organizzato lungo la settimana, dato che il 99% delle società non può proseguire gli allenamenti all’aperto. Per capirci: chi si allenerebbe in forma individuale (l’unica concessa) per il basket, la danza o la pallavolo all’addiaccio, nel freddo invernale?

Aver dirottato il mondo degli sportivi solo su spazi outdoor non è garanzia né che non ci siano rischi, né che quegli spazi siano controllabili costantemente. Men che meno con le sole forze della Polizia Locale: “a Fidenza ogni cittadino dispone di 25 mq di verde. Siamo una Comunità di 27.000 abitanti. Il conto è semplice e  diciamo che non è realistico che 27 agenti di Polizia Locale riescano ad arrivare in ogni dove”.

Al contrario, una ripresa ben coordinata dell’attività delle palestre e delle società permetterebbe di canalizzare la pratica sportiva verso luoghi e modalità sicure, con tutte le attrezzature e le procedure anticontagio. Procedure che fino al 25 ottobre  hanno funzionato benissimo.

“IL PROBLEMA NON SONO LE PALESTRE, MA IL POCO SENSO CIVICO”

La lettera inviata al Ministro non accarezza lo scontro e non nega la gravità dell’emergenza. Dopo essere passati in tutt’Italia da poco meno di 300 contagiati al giorno alla fine di luglio a più di 20.000 alla fine di ottobre “concordiamo con l’intero Governo che la situazione sia grave e che urgano degli interventi robusti. Ma si intervenga con proporzionalità, concetto che è stato usato molto dal Governo stesso e che apprezziamo. Tanti e troppi errori sono stati commessi dagli individui, in particolar modo nella gestione del loro tempo libero. Per moltissimi l’emergenza è stata rispetto delle regole, per altrettanti qualcosa di cui infischiarsene. Questo ci pone interrogativi pesanti sull’aderenza di molti al senso civico richiesto in questa battaglia. Interrogativi che si riflettono sul destino di molte imprese”.

 

 

lodi_maggio24
Casa Bambini
SanMartino