
“La montagna non è una periferia da dimenticare, ma una risorsa vitale per l’intero territorio provinciale. Se persino chi dovrebbe essere il principale alleato del presidente Fadda solleva critiche, è il momento di ascoltare”.
Così il leghista Tommaso Fiazza denuncia la direzione intrapresa dalla Provincia di Parma nei suoi primi 100 giorni. Al centro del dibattito, il mancato ascolto delle problematiche delle valli del Taro e del Ceno, una questione che Fiazza definisce “sintomatica di un approccio poco attento alle esigenze dei territori”.
Fiazza non si ferma alla critica locale e punta il dito anche contro la nuova amministrazione regionale che proprio nei giorni scorsi ha votato per i presidenti delle commissioni: “il non ascolto dei territori sembra essere una costante del nuovo corso amministrativo e non solo in Provincia di Parma. In Regione Emilia-Romagna Parma non è stata considerata per alcun ruolo di rilievo nella neoinsediata amministrazione. È un segnale preoccupante, che rischia di marginalizzare ancora di più le nostre comunità”.
L’intervista del presidente provinciale Alessandro Fadda pubblicata sulla Gazzetta di Parma del 10 gennaio ha acceso la miccia, presentando progetti per il territorio senza mai menzionare le necessità delle aree montane. Fiazza ha replicato con fermezza: “proprio mentre ero a Bologna per l’Assemblea Regionale, dove ho sollevato il tema dell’attenzione alla montagna, ho letto con sorpresa le dichiarazioni di Fadda. Ignorare completamente le valli del Taro e del Ceno è inaccettabile, specialmente in un momento in cui la montagna dovrebbe godere di una attenzione particolare nelle politiche di sviluppo e bilancio”.
Alle critiche già mosse da Gianpaolo Serpagli, sindaco di Bedonia ed esponente del Partito Democratico, e Francesco Mariani, sindaco di Compiano di area centrosinistra si aggiungono quelle del leghista Diego Giusti, sindaco di Bore. “Fadda ha ricordato la montagna solo dopo l’intervento di Serpagli, giustificandosi con la mancanza di spazio. Spazio che ha però usato per tecnicismi e paroloni e in cui di novità abbiamo visto poco: anche i lavori di oggi sono già programmati da tempo e di novità non ne sono state annunciate. Non c’era posto nemmeno stavolta?”.
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“Abbiamo votato conto il nuovo bilancio e contro i documenti programmatici perché è lì che manca la montagna, non solo nell’intervista – sottolinea Giusti -. Molte volte gli investimenti non rispondono alle reali necessità. Basta ricordare i numerosi ponti sulla strada che da Bedonia va a Santa Maria del Taro, o quello di Val Mozzola, o i lavori fatti sulla Provinciale di Varsi che sta muovendo una frana sotto Bardiche, come aveva richiesto qualche mese fa il sindaco di Tornolo Renzo Lusardi. A questo va infine aggiunta la questione dei milioni che la Provincia di Parma ha avuto per i Comuni delle aree interne, soldi investiti in barriere stradali che restringono la carreggiata quando i Comuni della montagna chiedono asfalti e segnaletica orizzontale”.
Ascolto e condivisione delle strategie sono le uniche soluzioni percorribili se si ha a cuore il futuro di chi vive nei territori di montagna e non si guarda solo al peso nelle urne. “Il futuro della montagna parmense non può essere deciso con superficialità o lasciato indietro – è la conclusione degli esponenti del Carrocccio -. Le critiche che arrivano da ogni schieramento politico dimostrano una mancanza di visione strategica. È ora di ascoltare davvero i territori e di agire con concretezza”.