Fincuoghi, “sciopero di tutta la Val Taro contro la chiusura”

11/03/2009

Fincuoghi non deve chiudere.
Bene hanno fatto i sindacati a rompere le trattative e a proclamare un primo sciopero nello stabilimento di Bedonia. Non si esce dalla crisi attraverso le “scorciatoie” delle chiusure di stabilimenti.
Questi provvedimenti rispondono unicamente all’interesse del profitto privato, ma non a quello della società che continua ad aver bisogno delle produzioni ceramiche.
Anziché proporre licenziamenti, ciò di cui la proprietà oggi dovrebbe discutere sono forti investimenti per una riorganizzazione produttiva e qualitativa delle aziende che salvaguardi continuità e livelli occupazionali. Si prendano le risorse dagli esorbitanti profitti che il gruppo ha fatto in questi anni. Per uscire dalla crisi, ribadiamo, inoltre, la proposta della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario fino al riassorbimento di tutto l’eventuale organico in eccesso, anche attraverso l’applicazione di contratti di solidarietà in cui l’azienda dovrebbe provvedere a pagare l’integrazione salariale necessaria per tutelare al 100% gli stipendi dei lavoratori.
Da Fincuoghi dipende il futuro di una intera vallata. Per questo Rifondazione Comunista pensa sia necessario costruire il massimo della solidarietà possibile fra tutti i lavoratori e cittadini del Val Taro. Ci rendiamo disponibili a costruire ogni iniziativa che possa andare in tale direzione e se dovesse persistere un atteggiamento di chiusura da parte della proprietà di Fincuoghi, pensiamo che l’opzione di uno sciopero generale di tutta la Val Taro sia la risposta decisa e determinata da mettere in campo. Attorno ai lavoratori della Fincuoghi deve schierarsi l’intero territorio, tutti gli enti locali, tutti i lavoratori e le forze progressiste e democratiche della Val Taro. Da questa vertenza dipende il futuro della nostra Valle e dei nostri figli.

Andrea Davolo (nella foto)
Segreteria provinciale Prc – Responsabile lavoro

Paolo Piscina

Segretario Prc Borgo Taro

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