Gli scarti della moda al centro della Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti

Impatto, responsabilità, creatività: sono le tre parole chiave che identificano l’azione che la fashion upcycler Francesca Passeri organizza a Parma per la “Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti” (Serr) con un attività di circolarità tessile appoggiata da alcuni istituti scolastici: la secondaria di primo grado Istituto Salesiano San Benedetto, l’Ipsia Primo Levi, l’ente di formazione professionale Ciofs sede di Parma.

La quattordicesima edizione della Serr, presentata a Ecomondo (Rimini) venerdì scorso, quest’anno dedica il focus al tema “I rifiuti sono fuori moda”.

Francesca Passeri, laureata in architettura e design industriale, da sempre è appassionata di moda e deve il suo expertise in questo settore grazie alla professione svolta nel gruppo Max Mara, dove ha seguito progetti che intersecano la comunicazione, il visual e la progettazione retail.

Nel 2012 ha dato vita a un proprio brand disegnando la sua prima collezione di turbanti reversibili, realizzata con il recupero di tessuti batik importati dall’Africa negli anni ’60 dal nonno paterno. I capi sono pezzi unici, realizzati con tessuti del patrimonio di scarto recuperati e con grande attenzione ai dettagli e alla tecnica artigianale.

Oltre al fashion si dedica appunto alla formazione dei giovani: per questo ha portato nella propria città la “Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti”.

Lunedì 21, giovedì 24 e venerdì 25 novembre saranno dunque affrontati i temi della sostenibilità tessile e dell’inquinamento ambientale derivati dal fast fashion e dai rifiuti a esso associati.

“La scuola è il più grande luogo di valore, oltre la famiglia, dove la formazione degli studenti si abbina ad azioni di responsabilità sociale ed educazione civica per la loro crescita futura, solo infatti i giovani i veri protagonisti del cambiamento – spiega Francesca Passeri”.

I giovani si cimenteranno in diverse sfide pratiche per sperimentare sia a scuola sia a casa, esercizi di creatività sostenibile associando moda, arte e design e utilizzando scarti di qualsiasi genere, vivendo come attori protagonisti della Settimana europea con il valore delle proprie singole idee, inviando immagini o stories al circuito, le quali potranno essere selezionate da un team di lavoro come contenuti dell’azione stessa da veicolare.

Video, storytelling, dibattito e box di raccolta posizionati di rifiuti tessili saranno gli ingredienti:
“Attiveremo una sfida simbolica, una raccolta di capi inutilizzati in tessuto denim, uno dei materiali tessili che oggi genera il maggior impatto ambientale per la sua produzione di massa causata dal fast fashion, per chi volesse contribuire con il proprio rifiuto alla creazione di un’opera artistica – spiega Passeri”.
Lo scopo principale della call to action è la lotta allo spreco, sarà affrontato il tema del senso di responsabilità sociale e ambientale, perché le implicazioni non riguardano solo il rifiuto tessile, ma gli impatti sociali diffusi a livello mondiale, anche in termini di salari e condizioni di lavoro sfavorevoli nelle fabbriche tessili, come cita l’attuale campagna GoodClothesFairPay di Fashion Revolution Italy, della quale Passeri è attiva promotrice.

“Il secondo step – spiega Passeri – è puntare sul valore dell’identità personale ciò che ci differenzia dagli altri in quanto i temi del riuso tessile, moda circolare e upcycling non termineranno con la conclusione della settimana, ma saranno concretamente affrontati, anche grazio al sostegno della docente Lucia Pomelli, all’interno dell’Istituto IPSIA articolazione industria e artigianato per il made in Italy sezione moda, attraverso sperimentazioni didattiche in laboratori di espressione e tecnica che saranno programmati nel 2023”.

Con lo scopo di dare voce a un messaggio giovane e autentico che possa essere sia sostenibile sia sociale Passeri ha coinvolto il giovane artista parmigiano, Sebastiano Furlotti il quale, per alcune sue creazioni, ha già utilizzato pezze di tessuti costruendo opere-arazzi. “Sebastiano, che si dichiara testimone del suo tempo, ha accettato di intraprendere la sfida verso un nuovo percorso artistico senza conoscerne realmente la meta, mettendo alla prova le sue doti ideative attraverso l’utilizzo di scarti e dando così forma ad un nuovo immaginario sostenibile e simbolico”.

L’opera, per ora realizzata solo in formato digitale, è stata promossa per la prima volta durante la Settimana della Riduzione dei Rifiuti alla fiera Ecomondo Rimini come esempio di circolarità e work in progress umano fatto di domande, stimoli, spunti, deviazioni, ricerca, incertezze. Un puzzle dinamico e un insieme di profili, la cui immagine finale riprodurrà il volto di un giovane lavoratore extracomunitario, simbolo del lavoro minorile, soggetto che Furlotti ha deciso di creare attraverso la trama spessa del denim.

L’opera veicola un preciso messaggio a favore di una uguaglianza contro le logiche di sfruttamento lavorativo di una produzione fast fashion purtroppo ancora attiva oggi in molte parti del mondo, tra cui il Bangladesh”. E la fotografia dalla quale Furlotti prende ispirazione, è stata concessa per questo insolito esperimento creativo dal suo proprietario, Mohammad Ponir Hossain, fotografo e giornalista vincitore del Premio Pulitzer 2018.

Il progetto ha quindi la missione di raccontare ai giovani l’impegno verso la sostenibilità e di rendere possibile la nascita di forme di creatività inusuali attraverso il circuito sperimentale U.P.S.Y. Unique Planet Sustainable Young, fondato nel maggio 2022. Le dimensioni dell’opera intitolata “Una Sola Moltitudine” nella sua versione concreta, non sono ancora state decise, l’obbiettivo è quello di renderla visibile ed esporla da maggio 2023 in circuiti o eventi collegati alla circolarità e all’innovazione sostenibile.

Nelle scuole saranno presenti box di raccolta all’interno dei quali ogni alunno potrà contribuire con il suo singolo gesto, a gestire gli scarti con consapevolezza.

Tatiana Cogo

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