Hysteria

SanMartino
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Casa Bambini

30/03/2012
h.18.10

Quali sono i RIFF DI CHITARRA più belli della storia della musica?
Dopo quella delle 100 canzone d’amore più belle, il direttore Andrea Marsiletti, a suo insindacabile giudizio, stilerà anche questa classifica (clicca qui).
Ma esattamente cosa si intende per “riff”? Il riff è una frase musicale (ossia una successione di note con una propria identità espressiva) che si ripete frequentemente all’interno di una canzone e che viene utilizzato di solito come accompagnamento.
Un esempio di riff nella musica rock è dato dall’introduzione di chitarra dei Deep Purple in “Smoke on the water”, tanto per intenderci.
Il riff differisce, quindi, dall’assolo, che è una breve esecuzione solistica, senza ripetizione e a volte con virtuosismi.
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Posizione in classifica: 94
Nome canzone: Hysteria
Autore: Muse
Anno: 2003

I Muse sono un gruppo musicale alternative rock britannico di Teignmouth (Devon).
Le loro esibizioni dal vivo sono molto energiche e stravaganti. Sono riconosciuti per uno stile musicale molto eclettico che raccoglie influenze di più generi come elettronica, progressive rock, spesso segnati da una vena sinfonica e orchestrale.
La maggior parte dei testi delle loro canzoni, composte principalmente dal frontman Matthew Bellamy, trattano temi riguardanti apocalisse, ufo, guerra, vita, universo, politica e religione.
Nella loro carriera musicale i Muse hanno vinto numerosi premi, tra cui un Grammy Awards, un MTV Europe Music Awards, un American Music Awards, cinque Q Awards, sei NME Awards, due BRIT Awards e quattro Kerrang! Awards. La maggior parte dei premi sono stati loro attribuiti per le performance dal vivo.
Hanno inoltre partecipato alla campagna della Teenage Cancer Trust, che si occupa della ricerca per la lotta contro la leucemia giovanile.

Andrea Marsiletti

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CLASSIFICA TOP 100 RIFF DI CHITARRA
(a cura di Andrea Marsiletti)

… coming soon…

94. Hysteria (Muse)
95. Stranglehold (Ted Nugent)
96. School days (Chuck Berry)
97. You shook me all night long (AC DC)
98. Raining Blood (Slayer)
99. Taxman (The Beatles)
100. Ace of Spaces (Motorhead)

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“Hysteria”

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SanMartino

29/02/2012

Londra 1880. Il giovane Mortimer Granville è un dottore che lotta per far passare le nuove scoperte scientifiche negli ambulatori e negli ospedali gestiti da vecchi medici fedeli a convinzioni errate ed obsolete. In cerca di un nuovo impiego dopo l’ennesimo licenziamento, lo trova presso il dottor Dalrymple, specializzato nella cura “manuale” dell’isteria che affligge buona parte delle signore di Londra e si manifesta variamente con tristezza, irritabilità, pianto frequente o incontenibile rabbia. Innamorato della seconda figlia di Dalrymple, Emily, e osteggiato dalla primogenita Charlotte, che lo vorrebbe dedito a malattie più serie, Mortimer si ritroverà letteralmente fra le mani l’idea del secolo, durante una visita al suo amico e benefattore Edmund, un appassionato di congegni elettrici.
La commedia di Tanya Wexler romanza non poco l’invenzione del vibratore ad opera del signor Joseph Mortimer Granville (il quale lo aveva pensato, in realtà, come strumento per la cura dei muscoli indolenziti in fisiatria e non ci teneva affatto a legare il proprio nome a questo secondo uso) puntando tutto sulla straordinaria coincidenza per cui avvenne nella più puritana delle società, quella della classe agiata nell’Inghilterra della regina Vittoria.
Il film si guadagna il sorriso dello spettatore fin dalle premesse, giocando sul piglio serissimo col quale Jonathan Pryce (alias Dottor Dalrymple) illustra la sua terapia, sul successo del giovane e belloccio dottorino in sua sostituzione, e sull’umorismo dissacrante dell’ottimo Rupert Everett nei panni del tecnoentusiasta Edmund. Per tutto il resto del tempo, però, Hysteria si limita poi a trascinare queste premesse attraverso una strada perfettamente prevedibile verso una conclusione paradossalmente senza “climax”, ma certamente romantica e rassicurante.
Visivamente, gli sfondi pastello tutti fiori e panchine e ponticelli che inquadrano la dolce, pudica ma in fondo insipida Emily, collidono volontariamente con i luoghi grigi e pericolosi nei quali si muove la pasionaria Charlotte, suffragetta a favore della parità dei sessi, tanto in materia sessuale quanto elettorale. Ma questa linea narrativa, tutta improntata alla critica sociale e all’equivalenza delle conquiste del progresso in campi tanto distanti ma anche coincidenti, è quanto di più visto, banale e privo di ironia possa capitare di incontrare in una commedia inglese. L’idea c’è, il divertimento anche, ma la rivoluzione è lontana.

(Si ringrazia Mymovies.it per la collaborazione)
Clicca qui per conoscere la programmazione nelle sale di Parma.

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