“Il Comune e la Provincia negano la partecipazione dei cittadini”

SanMartino
Casa Bambini
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Shadow 2.0
Finalità del Progetto
Elenco dei
membri del Governo Ombra
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15/01/2009

La presente intervista è a titolo personale e i suoi contenuti non impegnano in nessun modo il Governo Ombra Shadow 2.0.

Cosa vuol dire partecipazione alla vita pubblica della città?
Rendersi conto che tutte le azioni che si sviluppano nella nostra città ci riguardano direttamente o indirettamente. Interessarsi alle scelte dell’amministrazione di come esse vengono prese e cosa porteranno nel futuro.
In genere partecipare significa essere parte, prendere parte. In senso politico, la partecipazione ha molti significati ma solo un processo deliberativo inclusivo come l’applicazione degli strumenti partecipativi di democrazia diretta, ampiamente previsti ma non applicati, possono concretizzare il significato di partecipazione politica e quindi rendere il popolo sovrano partecipe, seriamente, del processo deliberativo politico e decisionale.

Quando un elettore ha eletto i suoi rappresentanti che governano, l’opposizione che deve controllare, ha accesso a tutti gli atti amministrativi e dopo cinque anni la possibilità di punire o premiare con il suo voto, cosa in più dovrebbe volere?
Innanzi tutto non è possibile in una campagna elettorale essere esaustivi su tutti i temi inerenti al governo della città; ci possono essere argomenti che potrebbero entrare nell’ordine del giorno nel corso del successivo quinquennio.
Hai mai sentito dire in campagna elettorale che incremento di urbanizzazione prevede un’amministrazione? Perché la maggioranza dei cittadini che vota dei rappresentanti e viene “tradito” da questi non può mandarli a casa nell’immediato? Perché solo l’opposizione e non tutti i cittadini devono avere accesso a tutti gli atti amministrativi?
La Svezia quando presiedeva il mandato europeo aveva introdotto l’obbligo della trasparenza per le amministrazioni, ma qui in Italia sembra che questa direttiva non sia arrivata. C’è un altro caso interessante, che succede spesso, ovvero che tutti i rappresentanti eletti ignorano un bisogno fondamentale della cittadinanza: in questo caso perché i cittadini non possono intervenire coattivamente sui loro rappresentanti?

La parola “partecipazione” concretamente in cosa dovrebbe concretizzarsi per non essere una parola “vuota” da usare durante le campagne elettorali? Quali esperienze di successo ci sono state in giro per il mondo?
Innanzi tutto la partecipazione per non essere vuota dovrebbe avere alle spalle un gran numero di cittadini. Esperienze di successo ce ne sono: mi viene in mente Porto Alegre. La gente ha iniziato piano piano ad avere consapevolezza della gestione della cosa pubblica. E di poter decidere: lo svolgere le assemblee in piazza ha fortemente disincentivato la corruzione. Come fa un imprenditore a corrompere 50mila persone? Non gli conviene, ma se deve corromperne 2 o 3… beh allora fa presto.
In 23 Stati degli USA, in Svizzera, in 500 città nel mondo, in Baviera esistono strumenti di democrazia diretta e partecipativa che consentono ai cittadini di prendere parte al processo decisionale della politica, di controllare i rappresentati eletti e di revocare il mandato elettorale.

Il Comune di Parma e la Provincia di Parma sono istituzioni che favoriscono la partecipazione alla vita pubblica per come l’intendi tu?
Assolutamente no!!!!! Si pensi alla vicenda della metropolitana: si è chiesto un referendum ed i rappresentanti ne hanno chiesto l’impugnazione. Ma questa non è democrazia. I rappresentanti sono a tempo determinato, non hanno vincolo di mandato e si arrogano il diritto di decidere per tutti i cittadini una cosa così importante? E quando i cittadini vogliono poter partecipare e decidere i rappresentanti gli dicono “no tu non puoi”? Non ne hai il diritto? Ma stiamo scherzando?
Questo episodio mostra un fatto incontrovertibile: i cittadini quando vogliono usano gli strumenti messi a disposizione mentre i rappresentati eletti negano loro il diritto costituzionale di partecipare alle decisioni e creando una pesante crisi democratica.
Non si possono avere tante forme di partecipazione, ce ne sono alcune vere ed altre illusorie. Faccio un esempio: uno spettatore di un film prende visione dello spettacolo ma non partecipa, un tifoso allo stadio guarda la partita ma non partecipa. Un elettore vota un rappresentante eletto ma non partecipa alle decisioni.
Se per il Comune e la Provincia rendere partecipi i cittadini vuol dire metterli a conoscenza delle proprie decisioni… beh, questa non è l’idea corretta di partecipazione.

Quali soluzioni ti sentiresti di proporre a Vignali e a Bernazzoli?
Tutti i consigli comunali/provinciali in quanto pubblici devono poter essere filmati da chiunque e devono essere trasmessi via internet ed archiviati. Tutti gli atti (delibere adottate, documentazioni allegate, verbali delle riunioni di Giunta e di Consiglio e corrispondenza dei rappresentanti) dovranno essere messi a disposizione di qualunque cittadino ne faccia richiesta a fronte delle sole spese per fotocopie, senza alcuna necessità di esporre motivazioni o giustificazioni.
Incontri mensili della giunta con i cittadini per relazionare sul loro operato e possibilità di fare domande e chiedere chiarimenti, come il question time parlamentare.
E poi mi piacerebbe, ma questo non dipende da loro, che i politici fossero responsabili civilmente e penalmente del loro operato. Lei mi dirà “ma non è già cosi?” E io le domando gli amministratori di Catania, che senza l’intervento del Governo sarebbe fallita, cosa fanno oggi? Dove sono? Fanno ancora vita politica?
Infine, ma non per importanza, tutti gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa già previsti dalle norme vigenti devono essere resi efficaci togliendo i quorum che sono controproducenti. E’ sufficiente copiare i modelli presenti in Svizzera ed a Porto Alegre e studiare la proposta politica presentata alla Provincia autonoma di Bolzano.

Per come conosci i parmigiani, credi siano davvero interessati alla partecipazione politica?
Credo che i parmigiani, come tutti gli italiani, siano poco interessati alla partecipazione. Questo non per negligenza o inciviltà. E’ che non capiscono che qualcuno il conto lo dovrà pagare e se non saranno loro, saranno i loro figli o nipoti.
La gestione della cosa pubblica è virtuosa se a controllare non è solo l’opposizione. Se tutti i cittadini controllassero l’operato dei loro rappresentanti non esisterebbe più il malaffare.

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