INTERVISTA – Giuseppe Milano (12 TV Parma): “Oggi il giornalismo guarda troppo al gossip, quando il nostro ruolo è fare informazione”

Giuseppe Milano

Giuseppe Milano ha aperto, alla Biblioteca sociale “Roberta Venturini”, “Febbraio Italiano – Il giornalismo si racconta” il ciclo di conferenze promosse da Intesa San Martino, in collaborazione con l’Università di Parma – corso di Giornalismo e la redazione di Parmateneo.

La biblioteca sociale Roberta Venturini, inaugurata nel 2018, nasce con l’obiettivo di dar vita a un ambiente di cultura che permetta alla comunità di crescere insieme. È un servizio gratuito possibile grazie a un lascito di 5000 libri donati dai cittadini e portato avanti da volontari con l’idea di avere un punto di riferimento culturale nel quartiere San Leonardo. È una vetrina illuminata, è un luogo aperto in un grande e problematico quartiere.

Volto noto di 12 Tv Parma, Milano, stimolato dalle domande di Sofia D’Arrigo, studentessa di giornalismo, ha raccontato la propria passione per il “lavoro più bello del mondo” non trascurando aneddoti divertenti che hanno fatto sorridere il pubblico presente all’inaugurazione.

Noi gli abbiamo chiesto come ha visto cambiare la città in oltre 20, da quando nel 1996 ha iniziato la professione.

“È cambiata, ma più che nei suoi luoghi, nei volti dei palazzi o nel centro storico, nella sua popolazione, indubbiamente. È cambiata per il modo in cui la gente di Parma interagisce; nel senso che le relazioni si sono modificate perché è diverso il modo di rapportarsi in una realtà che prima viveva anche di comparti stagni che erano i quartieri, questo si è un po’ perso. È cambiata la società che vive meno la strada, i parchi, gli spazi cittadini rispetto a un tempo, per paura o per minore sicurezza, non lo so, ma la città è fatta di relazioni tra persone e in una realtà in cui spesso non ci si conosce fra condomini è chiaro che le interazioni si complicano. Questo è negativo. Positivo è che credo che la città sia diventata molto più bella e ricca in modo diffuso, anche se ci sono sacche di crisi, però è cresciuta”.

Con i tuoi programmi sei andato spesso a pescare negli archivi di Tv Parma, fra servizi e trasmissioni realizzati decenni e decenni fa e forse hai un occhio allento a vedere le differenze.

“È proprio questo che ti dicevo, la differenza nei servizi non la faceva la città, il palazzo forse era più scrostato di oggi e il marciapiede era messo peggio, ma vedevi le relazioni tra le persone che avevano più voglia di parlare non tanto alle telecamere quanto fra di loro, potevi riprendere il dibattito”.

In queste conferenze si parla di giornalismo, cosa i social media hanno portato o tolto alla professione?

“Adesso c’è una maggiore difficoltà ad inquadrare la notizia, siamo tempestati da una miriade di informazioni che vengono prevalentemente dal basso. Faccio un esempio: il gruppo di controllo di vicinato posta sulla propria pagina Facebook che c’è stato un furto. La notizia va verificata e ciò comporta una aumento del lavoro rispetto al passato in cui le fonti d’informazioni (Carabinieri, Polizia, 118,Vigili del Fuoco eccetera) erano più chiare e al 99,9% la notizia era vera. Oggi, tramite lo schermo dei social tutti possono scrivere tutto e il contrario di tutto e molto spesso le notizie non sono vere, ma confezionate in modo sempre più verosimile. Il confezionatore di false notizie non ha problemi, noi sì, c’è una deontologia e dobbiamo raccontare ciò che abbiamo verificato”.

Siamo nel 2020, Parma è “Capitale Italiana della Cultura 2020”, cosa pensi di questo ciclo di conferenze organizzate alla biblioteca sociale Roberta Venturini?

“Prima di tutto parliamo della biblioteca sociale. Questi sono centri che assolutamente devono essere sostenuti, ce ne sono altri in città, sono realtà che i volontari portano avanti con tenacia facendo fronte a tante difficoltà. Il rapporto con il libro è cambiato, oggi uscire di casa per leggere o anche solo per il prestito quando con internet puoi avere tutto comodamente a casa, è cosa da pochi, è una fatica indicibile. Ci sono tante altre realtà come questa in città, spesso poco conosciute e noi come media diamo poco valore ad attività che sono meritorie, sono presidi importantissimi in un tessuto sociale, come dicevamo prima, in cui le relazioni mancano. Su Parma 2020 faremo i conti alla fine dell’anno, qualcuno ha criticato il fatto che non ci fossero grandi eventi. Io credo che l’obiettivo fosse la cultura diffusa e 400 appuntamenti in programma sono tanti. E poi non è mai capitato che un Presidente della Repubblica citasse Parma nel discorso di fine anno”.

Durante l’incontro Milano ha parlato del suo primo amore: la radio, affermando che fra tutti i mezzi di comunicazione è sicuramente la più attuale, disponibile in ogni momento, il mezzo che più in futuro avrà possibilità di successo perché duttile e facilmente adattabile a diverse situazioni. Secondo Milano sarà il futuro anche dal punto di vista dell’occupazione.
Fra le critiche al giornalismo di oggi, il fatto che non si facciano più inchieste: “Non c’è il tempo, si rincorre la cronaca a discapito dell’approfondimento. E si guarda troppo al gossip quando il nostro ruolo è fare informazione e dare strumenti alle persone per farsi un opinione”.

Il prossimo appuntamento di “Febbraio Italiano” sarà con Luca Sommi, giornalista de Il Fatto Quotidiano, autore di diversi programmi televisivi e docente all’Università di Parma, lunedì prossimo, 10 febbraio, sempre alle 18.

Tatiana Cogo

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