Nata nel 2012, Theras Group oggi impiega oltre un centinaio di persone, prevalentemente provenienti dal territorio in cui è stata fondata: Salsomaggiore Terme. È un’impresa del settore biomedicale e si occupa di diagnosi terapeutica e del trattamento di patologie croniche, in particolare per quel che riguarda il diabete e la terapia del dolore, sviluppando e commercializzando dispositivi medici altamente tecnologici.
Partita da zero, al decimo compleanno vanta una crescita costante e notevole: con 138 milioni di euro di fatturato è un fiore all’occhiello per Salsomaggiore Terme e un’eccellenza italiana, più volte premiata in questi anni.
Oggi collabora con 147 fra strutture ospedaliere e cliniche specialistiche in tutta Italia e continua a investire in ricerca: sono sempre numerosi i progetti per sviluppare tecnologie utili ai pazienti.
Abbiamo parlato del presente e del futuro del gruppo con Cristiano Ferrari, presidente e general manager di Theras Group.
Da 0 a 138 milioni di euro di fatturato in 10 anni, qual è il segreto del successo di Theras Group?
Per tentare di spiegare cosa c’è alla base del successo di Theras utilizzerei un adagio di un filosofo pensatore dei primi del novecento William James che diceva: “noi diventiamo ciò che pensiamo di diventare”. Il nostro obiettivo non era certo quello di rimanere un distributore locale per importante che fosse; quando siamo partiti avevamo ben stampato in testa che in tempi brevi avremmo voluto diventare una azienda in grado di stare sui mercati di riferimento con pari dignità rispetto alle multinazionali e, contemporaneamente, mantenere la nostra solida connotazione etico-sociale. E, non ultimo, volevamo essere un posto di lavoro dove le persone potessero sentirsi parte di un progetto importante.
Ciò detto va ricordato che una azienda è un po’ come una orchestra dove il direttore deve scegliere accuratamente i suoi musicisti, fornire loro degli spartiti chiari, precisi e appropriati, con la consapevolezza che basta un elemento fuori tono per rovinare la performance dell’intera orchestra. Per farla breve abbiamo scelto bene gli strumenti (prodotti), i musicisti (collaboratori) e, perché no, li abbiamo guidati correttamente.
Recentemente l’Istituto Tedesco Qualità ITQF e La Repubblica A&F ha assegnato a Theras il premio “Campioni della Crescita 2022”, collocandola fra le prime 50 imprese. Che soddisfazione è stata?
In realtà e stata sì una soddisfazione, ma ha sorpreso più le persone che ci vedono da fuori che noi stessi. All’interno siamo coscienti di cosa facciamo e come lo facciamo, quindi viviamo questi premi come l’attestato che continuiamo a fare il nostro lavoro nel migliore dei modi. Per noi il lavoro ha una profonda valenza etica e il successo non è una colpa, bensì la benzina di cui abbiamo bisogno per creare nuovi posti di lavoro e contribuire, se possibile, a migliorare la vita di chi collabora con noi. Paradossalmente potremmo dire che lavoriamo per chi non è ancora con noi per creare per loro posti di lavoro.
Il vostro core business è strettamente legato alla salute delle persone, salute messa a dura prova da due anni di pandemia. Cosa è cambiato nel vostro modo di lavorare?
All’inizio, come è successo a tutti, il virus ci ha sorpreso, ma ci siamo adattati con senso di responsabilità. In due settimane abbiamo messo a punto procedure nuove di attività per lo smart working; anche chiusi in casa siamo riusciti a creare un modello che ci permettesse di non sentirci isolati, ma sempre parte del nostro gruppo e quindi abbiamo avuto la possibilità di non ricorrere, ad esempio, alla cassa integrazione. No non è stato facile, ma ne siamo usciti con danni trascurabili.
L’impresa è talmente cresciuta che oggi state ultimando una seconda sede, che state costruendo con una precisa filosofia quale è e quando sarà ultimata?
Bella domanda, avremmo desiderato di poter avere il nostro campus pronto per l’estate di quest’anno, temo però che non saremo pronti prima della fine del 2022.
Dopo la nuova sede quali obiettivi vi ponete nel prossimo futuro?
Anche qui la nostra visione è chiara: al momento siamo impegnati in attività di M&A, merger and acquisition (un’espressione anglofona letteralmente unione e acquisizione, in lessico giuridico fusione e acquisizione ndr) e contiamo di portare a termine durante quest’anno due-tre acquisizioni di altre aziende.
Lo scopo ovviamente è quello di consolidare la nostra presenza sia sui mercati domestici che esteri e ampliare lo spettro delle nostre attività. Per il 2023 il focus sarà invece centrato su progetti di internalizzazione ossia inizieremo ad aprire nostre filiali all’estero per coprire, come detto, non solo il mercato domestico, ma anche altre geografie.
Perché la scelta del luogo che avrebbe ospitato l’impresa è ricaduta su Salsomaggiore Terme?
Io sono nato a Salsomaggiore ho lavorato per più di 30 anni lontano da qui (Milano, USA, Svizzera) ma questa città me la sono portata nel cuore e quando ho deciso di iniziare questo viaggio mi sono detto: perché non a Salso, perché non dare alla mia città una opportunità in più dimostrando al contempo che con un buon progetto in mano anche in una location cosi bizzarra avremmo potuto avere successo. Ecco, cosi è andata.
Il simbolo della città sono le Terme, nell’estate del 2023 saranno ultimate. Cosa si aspetta dal nuovo percorso che è stato avviato lo scorso anno?
Sono un ottimista di natura e sono certo che il progetto termale sarà un grande successo, le basi sono solide. Abbiamo avuto anni bui, ma ora le congiunture sembrano darci una visione futura decisamente più rosea. Il progetto termale QC Terme è stato un successo in tutte le location in cui è stato proposto e a Salso, in un contesto come il Berzieri, non può far altro che surclassare gli altri. Oggi investire a Salsomaggiore non è più una scommessa.
Tatiana Cogo