La nuova stagione estiva del Teatro Due di Parma raccontata a “Quasi Parmigiani”

Eravate tristi per la fine della prima stagione di Quasi Parmigiani? Niente paura, siamo tornati a tenervi compagnia con una puntata speciale. Ospiti di Andrea Coppola e Fabio Manis su RadiorEvolution questa volta sono la direttrice di ‘Fondazione Teatro Due’ Paola Donati, il regista Fulvio Pepe e il drammaturgo Francesco Bianchi, che hanno parlato ai nostri microfoni di teatro, ma soprattutto hanno presentato la nuova ricchissima stagione estiva 2019 del teatro Due di Parma.

Il teatro Due ha la caratteristica di essere un teatro ‘stabile’. Ma cosa significa esattamente? Ce lo spiega la direttrice:” Vuol dire che ha un’attività continuativa con al centro il lavoro degli artisti. Il primo in Italia è stato il Piccolo Teatro di Milano, poi negli anni sono nati dei gruppi, delle cooperative. Nel caso del Teatro Due, la compagnia del Collettivo composta da attori e tecnici, seguiti dal regista Bogdan Jerkovic”, ricorda. “Ad un certo punto della loro carriera di decentramento, decisero di dotarsi di una casa e di poter lavorare su una programmazione che non riguardasse soltanto uno spettacolo da fare e portare in giro. Così nasce questa nuova formula, con la gestione privata e totalmente affidata alla cooperativa. L’indipendenza dalla politica ci garantisce una libertà artistica totale.

Tutto pronto quindi per la terza stagione estiva dall’apertura dell’Arena Shakespeare, che nel 2017 diventò il decimo luogo di rappresentazione del teatro, facendolo diventare quindi uno dei teatri contemporanei più articolati e all’avanguardia d’Italia. “Stiamo scaldando i motori, in questa terza stagione ci saranno tantissimi spettacoli di diverso tipo. A questo proposito bisogna ricordare l’importanza degli spazi: quello dell’Arena Shakespeare è unico e coniuga il teatro greco, il teatro elisabettiano, il teatro contemporaneo, la musica. Il 4 luglio verrà Morgan, poi abbiamo l’opera con ‘Coscoletto’ di Jacques Offenbach, l’ ‘Antigone‘di Sofocle con la regia di Gigi Dall’Aglio (uno dei fondatori della compagnia del Collettivo), uno spettacolo fondamentale della storia italiana come ‘Mistero Buffo’ di Dario Fo”, conclude Francesco Bianchi. “C’è anche l’arrivo di uno spettacolo straordinario che ha segnato la storia della danza, ispirato a Beckett, che si chiama ‘May B’ della compagnia Maguy Marin”, aggiunge la direttrice Donati. ”La stessa compagnia poi quest’anno presenterà il documentario ‘L’Urgence d’Agir’, che racconterà la loro stessa storia.”

Infine, un’altra tragedia greca come ‘Prometeo Incatenato’ di Eschilo. Alla regia Fulvio Pepe, attore e regista, noto anche per il ruolo del commissario Rizzo nella serie ‘Romanzo Criminale’. È lui stesso a raccontarci dello spettacolo: ”Innanzitutto l’Arena Shakespeare è assecondante per il tipo di rappresentazione, perché richiama la struttura classica del teatro greco e la forma di comunicazione che una tragedia greca impone, con la magia del teatro classico che invita il pubblico ad un sogno. Descrivere il Prometeo Incatenato in tutta la sua portata filosofica, storica ed etica è difficile. Posso dire che rappresenta un mito fondante di tutta la filosofia occidentale, oltre ad essere un grandissimo testo teatrale all’interno del quale il gioco teatrale agisce in modo potente, efficace ed enigmatico.”

Grande cura e attenzione per lo spettatore sono le caratteristiche principali dei tanti laboratori e corsi organizzati dal teatro per rafforzare il rapporto attore-spettatore (persino un corso di formazione come spettatori). “Il teatro per sua natura si fa sempre in due, attori e spettatori. Ci sono molte attività diversificate e personalizzate, alcune si svolgono nei licei. Gestite e seguite da ragazzi molto preparati che abbiano qualcosa da dire e tanta voglia di mettersi in gioco”, sottolinea la direttrice Donati. Fra gli obiettivi anche quello di ‘educare’ al teatro, aspetto molto importante. “Il teatro non si può insegnare ma si può trasmettere. C’è un lavoro di apertura a tutti per cui la sua complessità diventa quasi un gioco e non più un meccanismo di allontanamento. Il teatro è una lingua complessa ma non difficile, e per impararla bisogna anche praticarla, studiarne i fondamentali.”

Alla prossima puntata di Quasi Parmigiani!

Daniele Gippetto – ufficio stampa Quasi Parmigiani

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