La Cooperazione sociale, una realtà che conta

15/04/2009
h.20.00

66 cooperative sociali attive, 5.824 lavoratori complessivi (l’80% donne), 5.087 dipendenti (tre su quattro a tempo pieno), 494 volontari (la metà a tempo pieno), 252 persone svantaggiate inserite, 5.075 soci complessivi, 4.297 soci lavoratori, 375 soci volontari, 123 milioni di euro di fatturato complessivo nel 2007. Questi alcuni dei numeri che emergono dalla settima edizione del rapporto “La fotografia della cooperazione sociale nella provincia di Parma”, realizzato dalla Provincia.
“I dati ridicono che la cooperazione sociale nel nostro territorio è una realtà economica e sociale assolutamente vitale: le cooperative hanno sviluppato e stanno sviluppando il loro ruolo di impresa che contribuisce allo sviluppo e facilita la coesione e l’inclusione sociale. In questi anni hanno dimostrato di saper coniugare con successo l’efficienza imprenditoriale con la capacità di intervento sociale”, ha detto nella presentazione di oggi in Provincia l’assessore alle Politiche sociali Tiziana Mozzoni, che ha sottolineato come si tatti di “un partner indispensabile per gli enti pubblici nella gestione del sistema di welfare territoriale”.
I numeri del rapporto sono stati illustrati da Pietro Bazzini dell’Assessorato provinciale alle Politiche sociali, che ha messo in luce anche possibili criticità per il futuro: alta incidenza dei costi per beni e servizi esterni; aumento dei costi del personale per i nuovi contratti di lavoro; aumento dei competitori per effetto della recessione; diminuzione dei volontari nelle piccole e medie realtà; diminuzione degli appalti da parte dei Comuni; possibili difficoltà di accesso al credito.
“A Parma la cooperazione sociale è una realtà particolarmente vivace: per questa città è una risorsa vera, importante, come lo è la città per la cooperazione sociale”, ha osservato Loretta Losi della Lega delle cooperative, che si è poi soffermata sulla nuova sfida dell’accreditamento: “Una sfida importante che coinvolge tutti, e che credo debba essere affrontata insieme. Abbiamo imparato che lavorando insieme si possono superare ostacoli anche molto difficili”. Di traguardi per il futuro ha parlato anche il presidente del Consorzio di solidarietà sociale Liliano Lamberti, che ha sottolineato in particolare l’importanza delle cooperative di tipo B (“Rappresentano un valore: quello che fanno vale molto”) e sul futuro ha detto: “Probabilmente la sfida è sulla coprogettazione. E non abbandonare l’idea che si possa fare innovazione”.
“La sfida oggi è il nostro ruolo nel duemila. Oggi la cooperazione sociale deve assolutamente innovarsi e trovare formule sia di contenuto sociale sia di imprenditorialità. Tutto questo senza dimenticarci la nostra responsabilità: una responsabilità non solo economica e di produzione ma anche civile e sociale”, ha osservato la presidente di Federsolidarietà Roberta Lasagna, che per l’immediato futuro (“che si annuncia difficile per tutti”), ha sollecitato la vicinanza delle istituzioni: “Non lasciamo sola la cooperazione sociale. Si rischierebbe di mandare in fumo ciò che si è costruito in tutti questi anni”.

Dati generali
Delle 66 cooperative sociali attive, quasi il 60% appartiene al tipo A (gestione di servizi socio-assistenziali, sanitari ed educativi), oltre un quarto a quelle di tipo misto A-B (25,8%) e il 15% al tipo B (attività finalizzate all’inserimento lavorativo di svantaggiati).
L’ambito territoriale nel quale le cooperative sociali del Parmense svolgono la loro attività è prevalentemente quello provinciale: quasi nove su dieci (86,3%) operano nei soli comuni parmensi; di queste il 33,3% in un solo comune e il 53% in più comuni. Più del 13% sono riuscite ad espandere il loro raggio d’azione fino ad un ambito extraregionale: si tratta in genere delle realtà più grandi.

Il personale
Una cooperativa (la Proges) ha toccato il tetto dei 2000 addetti, e un quarto delle cooperative non raggiunge le dieci unità. Nelle tre cooperative di maggiori dimensioni (Proges, Aurora, Domus) si concentra il 70% del personale complessivo. In totale, nelle 66 cooperative sociali del territorio operano 5.824 lavoratori: 5.297 sono retribuiti (il 91%) e 527 non retribuiti, per la quasi totalità volontari.
I volontari sono per lo più nelle cooperative piccole: quelle fino a 25 addetti hanno una quota di volontari del 38% e quelle comprese fra 26 e 75 addetti del 14%, mentre in quelle che superano le cinquecento unità si raggiunge il minimo con lo 0,4%. Soprattutto per le cooperative piccole i volontari costituiscono una garanzia e consentono di non appesantire la situazione economica: se i volontari fossero pagati, infatti, sarebbero molte di più le cooperative che chiuderebbero il bilancio in passivo. Dai dati emerge con chiarezza il ruolo assolutamente vitale del lavoro volontario per le piccole cooperative, e, di converso, l’apporto marginale di tale tipologia lavorativa per le realtà medio-grandi.

Costi, fatturato e appalti
Nel 2007 i costi per beni e servizi hanno assorbito circa il 30% del valore della produzione, mentre i costi per il personale (costo del lavoro) incidono per il 65% sul valore della produzione.
Il fatturato complessivo delle cooperative censite è prossimo ai 123 milioni di euro (122.756.573). Gran parte è relativo alle sole cooperative di tipo A (81,9%). Poco meno dei tre quarti (71,1%) del fatturato sono relativi alle sole cooperative Pro.ges, Aurora, Domus.
Per quanto concerne infine gli appalti attribuiti dagli enti pubblici per l’affidamento in gestione dei servizi socio-assistenziali, sanitari, educativi e di inserimento lavorativo, è da notare che dal 2002 al 2007 la spesa è più che raddoppiata (+113%), passando da oltre 30 milioni e mezzo di euro a oltre 68 milioni di euro. Nel 2007 oltre la metà (36.628.175) è a carico delle Amministrazioni Comunali, seguite dall’Ausl (11.357.496 euro), dalle IPAB-ASP (9.387.786 euro) e dall’Enìa (7.351.409 euro).
Nel 2007 circa il 90% dei 68 milioni di euro è stato aggiudicato a soggetti con sede nella nostra provincia. I due terzi dei finanziamenti sono andati alle cooperative sociali di tipo A, e circa 30 milioni di euro (45% del totale) vedono come aggiudicatarie le cooperative Aurora, Domus e Pro.ges.

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