“La sinistra di Parma aveva venduto il suo popolo per un abbonamento gratis allo stadio”

Casa Bambini
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SanMartino

27/04/2009
h.15.40

Giuseppe, dopo aver guidato nel 1998 la ribellione della Sinistra Giovanile (SG) dell’allora PDS contro il sindaco di sinistra Stefano Lavagetto, aver appoggiato Mario Tommasini e spaccato così la sinistra di Parma… spianando la strada all’epopea di Ubaldi, cosa hai fatto nella vita?
Per alcuni mesi ancora rimasi a Parma compiendo quello che ritengo ancora il capolavoro di tutta una vita: convinsi il Comune di Parma, cioè una giunta di centrodestra, a finanziare un happening di teatro e musica prodotto dalle officine alchemiche del Link di Bologna, una delle più straordinarie factory di controcultura underground degli anni 90… praticamente un centro sociale.
In una sorta di delirio pavloviano immediatamente il centro sinistra all’opposizione criticò l’iniziativa. L’ottimo e pio Luigi Allegri arrivo’ a dire che avevamo offeso i cattolici perchè si era in quaresima e non bisognava divertirsi. In piazza poi, dove si svolgeva il tutto, la manifestazione fu attaccata dagli autonomi in quanto era sì di un centro sociale ma soprattutto promossa da una giunta di centrodestra.
Credo che sia stato l’unico caso, almeno in Italia, dove dei punk siano stati contestati dagli autonomi! Tieni conto che gli autonomi quel giorno erano in piazza per fare saltare un presidio della Lega, la quale si trovò in un tragico imbarazzo. Attaccare i punk del Link e quindi schierarsi con gli autonomi che erano lì per contestare proprio loro, mettendosi di conseguenza con il centrosinistra che era contro la manifestazione perchè sostenuta da un Comune di centrodestra? Insomma, come avrebbe detto il povero Mario Tommasini, un magnifico casino.
Ti ho raccontato questo per raccontarti una delle tecniche consolidate della SG: alteri una sigla ed il codice binario dell’ipocrita dualismo destra-sinistra salta immediatamente.

E poi cosa hai fatto?
Poi me ne andai, ma non a Mediaset come qualche livoroso compagno sostiene, bensì alle Nazioni Unite, e per esattezza all’UNOPS (United Nations Office for Project Services), un’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di cooperazione internazionale,
dove ero pagato per mansioni fondamentali quali stabilire l’esatta accentuazione del cognome di un burocrate tunisino in un documento ufficiale. Non è una battuta.. all’ONU questa è veramente una mansione fondamentale.
Da lì poi a Mediaset a fare l’autore televisivo, cosa che ho fatto per Mediaset ma anche per Mtv, Rai Tre e in questo momento a La 7. Voglio farti sapere che a “Le iene”, per la quali ho lavorato molti anni e tuttora collaboro, sono per tutti il compagno Longinotti e i miei amici autori se hanno bisogno di una copia de Il Manifesto si rivolgono a me.
Ma succede di rado… a Mediaset il Manifesto è diffusissimo.

Secondo te cosa è cambiato nella mentalità dei giovani della Sinistra Giovanile in questi ultimi anni?… dalla vivacità dei vostri tempi all’appiattimento attuale sui vertici del partito, per non parlare della prontezza nel farsi assumere in qualche staff o assessorato…
Ma guarda che i giovani conformisti e servili ci sono sempre stati! Mi ricordo alcuni giovani compagni dell’Arci, uno per l’esattezza, che osservavo mentre si prostravano con fervore quasi religioso davanti al sindaco… beh ,individui così erano di sinistra a Parma perchè a Parma comandava la sinistra, ma sarebbero stati leghisti a Varese o fascisti a Latina. Tra l’altro Lavagetto li disprezzava, si divertiva come un matto quando lo chiamavo sire o santità. E quando un assessore, che sarebbe più opportuno definire paggio di corte, mi rimproverò davanti a lui per questi motti, lui gli disse “taci cretino, lui può, tu no!”.
Questo era l’uomo, libero ed orgoglioso, ed io, col candore dei miei anni, non capivo come non volesse riconoscere anche a me il diritto di essere libero ed orgoglioso.
Una volta mi invitò in maniera assolutamente affettuosa e paterna ad accompagnarlo a un’inaugurazione. Io rifiutai per la stupida paura che questo mio gesto potesse essere frainteso. Ecco, questa è una cosa di cui mi pento davvero….
Ma per tornare alla tua domanda non devi vedere nelle storie che mi citi niente di più che una banale storia di opportunità, che magari si sposa con qualche gusto e qualche inclinazione vestita dalla retorica che serve all’occorrenza.
A quei ragazzi che oggi per un posto sacrificano tanto io vorrei solo dire come Alesa alla fine dei fratelli Karamazov: “preparatevi ad avere dei buoni ricordi e lasciami dire che noi ne abbiamo di magnifici”.

Voi come eravate?
Noi eravamo inconsapevolmente anarchici, e non credo che ci siano altre maniere di esserlo. Lo eravamo perchè davvero credevamo nel progetto laico e riformista del Pds.
E benchè, almeno a me e a Bernardo (ndr: Bernardo Cinquetti) ci avesse sfiorato l’idea, nessuno di noi ha mai vissuto di politica, oltretutto con le teste che avevamo se qualcuno ci avesse provato non ci sarebbe neanche riuscito.
Noi davvero credevamo che il dissenso, il dibattito ed il rinnovamento, come tutti i tromboni della Federazione ripetevano a mo’ di mantra buddista (senza crederci neanche un istante), fosse l’anima del Partito. Disgraziatamente per loro li prendemmo in parola. I tromboni non dicevano forse che i giovani dovevano partecipare attivamente alla vita del Partito? Allora noi partecipavamo attivamente… e siccome gli stessi tromboni auspicavano un ricambio della classe dirigente del Partito noi quel ricambio lo pretendevamo. Ancora oggi mi sfugge perchè si siano così tanto arrabbiati.
Tra le altre la cosa più divertente è che durante il governo Prodi sono stato pagato con soldi pubblici, lo sottolineo, per scrivere i testi di alcune manifestazioni che illustravano iniziative del Governo. Ai brief l’indicazione è sempre stata la stessa: mi raccomando, facciamo qualcosa di divertente con una comunicazione brillante che attiri i giovani. Dentro di me pensavo: “ma sono le stesse cose che facevo per la SG, gratis e solo per passione,e ben 15 anni prima”.

Non ti è mai venuto il sospetto che la tua grinta e passione politica nel 1998 fosse strumentalizzata dal centrodestra?
No, sospetto no, direi piuttosto la certezza! Ma non era importante, anche noi strumentalizzavamo loro, avevamo un grandissimo spazio sui media locali e siamo riusciti in una cosa eccezionale: eravamo dei giovani che davvero contavano qualcosa.
La saldatura mortale compiuta dalla giunta Lavagetto fu quella tra establishment altoborghese ed una compagine piedissina non più popolare ma piccolo borghese che aveva venduto il proprio popolo per l’abbonamento in tribuna, non vip, al Parma Calcio. Devi sapere che un geniale segretario di sezione, credo del quartiere Montanara, ci fece trovare in consiglio comunale 24 copie de “la fattoria degli animali”. Insomma, noi consiglieri del Pds eravamo i maiali, metafora che purtroppo a Parma risulta infelicemente opportuna.
Credo che i ragazzi della Sinistra Giovanile fossero diversi. Sinceramente non ricordo un’iniziativa o una nostra proposta che potesse essere definita di destra… dell’amministrazione Lavagetto ne ricordo invece tantissime.

Ad esempio?
Pensa che in totale solitudine votai contro una delibera che stanziava 200 milioni per comprare le pistole ai vigili, approvata all’unanimità da tutto il consiglio comunale. Oggi apprendo che a Parma c’è il problema sicurezza, problema che non ritenevo reale finchè ho saputo che se un delizioso ragazzo fa una passeggiata in un parco cittadino rischia di essere brutalmente picchiato dai vigili.
E a questo punto sono io che ti chiedo cosa è di destra e cosa è di sinistra.

Da lontano, come hai visto l’amministrazione ubaldiana di Parma, e come vedi quella di oggi di Vignali?
Io stimavo Ubaldi, non tanto perchè condividessi la sua visione politica (ed in parte l’ho condivisa), ma perchè riconoscevo il lui l’autentico cavallo di razza. Ha avuto il grandissimo merito morale di essere stato il Sindaco e non un banale uomo di Partito.
Credo che abbia realizzato esattamente i desideri di chi lo ha eletto, e con questo voglio esprimere sia un apprezzamento che una critica. Non credo che Ubaldi, da uomo acuto e profondo quale è, non abbia visto il feroce provincialismo di questa città, il suo straziante e ottuso edonismo, il suo ridicolo e grottesco culto del cibo che sembra l’unica fondazione culturale possibile.
Ed è proprio il caso Bonsu che ha svelato a tutti il volto oscuro di Parma, che Parma come sempre ha voluto rimuovere. Ha vinto l’idea di una citta’ imbiancata, profilattica, senza contraddizioni, senza diversità e quindi perversa e violenta, sicura come una prigione dalla quale non si può evadere e nella quale è difficilissimo entrare. Un corpo che è minacciato è un corpo vivo, perchè è obbligato a reagire, ma un corpo che non ha più nemici, che non è più obbligato a confrontarsi con qualcosa che è diverso da sé diventa il nemico di se stesso,e questa per me purtroppo oggi è Parma.

Faccio a te la stessa domanda che ho fatto un paio di mesi fa al tuo collega Bernardo Cinquetti: che effetto ti fa vedere il tuo vecchio amico e compagno di partito Lorenzo Lasagna seduto in giunta a Parma di fianco ad esponenti di Forza Italia e di AN?
Sono molto contento per lui e per la città perchè Lorenzo è un ragazzo dolcissimo e profondo a cui, tra le altre cose, devo essere grato per avermi insegnato Gramsci. E il fatto che sia vicino a persone di quella parte non mi fa nessun effetto… a me non lo avrebbe fatto neanche ai tempi, le distinzioni destra sinistra mi annoiavano allora… figurati adesso!

Che idea ti sei fatto della sinistra di Parma? Come credi possa uscire dal torpore di oggi?
Io non ho mai appartenuto alla sinistra di Parma; questa mi ha respinto in maniera razzista perchè la mia famiglia non era di sinistra, perchè ero un borghese decaduto e quindi non ero un borghese ricco, perchè alla borghesia ricca la sinistra di Parma si è sempre servilmente inchinata… quindi di fatto la conosco poco.
Oggi immagino che sia ancora quello che era allora: un piccolo comitato d’affari con il simulacro di un’ideologia. Rinascerà, forse, quando avrà il coraggio di candidare sindaco una donna eccezionale e coraggiosa come Emilia Caronna, di proporre per il ruolo di assessore persone come la nostra compagna Katia Torri che da anni si batte per i diritti degli immigrati o come Paolo Camaioni che senza moralismi ha fatto assumere centinaia e centinaia di disabili in ogni tipo di azienda. Ma anche loro hanno il compito di non concedere più nessun alibi alla cosiddetta sinistra istituzionale,e neanche a quella che istituzionalmente si dice non istituzionale.
E adesso che ho concluso permettimi un piccolo spazio per salutare tutti i miei compagni della Sinistra Giovanile.

Ci mancherebbe, come nei titoli di coda di una trasmissione TV…
Al folle Daniele Varacca che sosteneva che il partito poteva rimborsare solo la pizza margherita e non la quattro stagioni, ad Andrea Corradini, identico a Giuliano Ferrara nel fisico ma completamente diverso nel pensiero, a Bernardo Cinquetti, alla grandissima Katia Torri,al bela roba Francesco Frattarolo, a Cristiano Dalcò, a Stefano Boselli, detto anche il cammelliere, alle tre splendide grazie, Elena Bertonicini, Valentina Pugliano e Maria Chiara Pizzichelli, ad Alessandra Kassar e a tutti gli altri il Vostro Cialtron Heston vi manda un grandissimo saluto e soprattutto un arrivederci!

SanMartino
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