Quale sarà lo scenario politico delle elezioni comunali di Parma 2022?
E’ sempre sbagliato avventurarsi in previsioni, che inevitabilmente rischiano di esporre a brutte figure. In particolare per il sottoscritto, che ha il portavoce del sindaco Pizzarotti, Marcello Frigeri, addosso come una camicia pronto a metterlo in croce per una parola o un percentuale decimale errati.
E’ sbagliato, ed è pure peccato.
Dante mette gli indovini nel VIII Cerchio dell’Inferno, fraudolenti in quanto ebbero la folle pretesa di antivedere il futuro che in quanto tale è noto solo a Dio. Per la legge del contrappasso gli indovini sono puniti per l’eternità a camminare con la testa rigirata sulle spalle “perché volse veder troppo davante“. Tra questi dannati Dante cita un parmigiano, il Maestro Benvenuto, detto Asdente per via della sua bocca sdentata, un calzolaio parmigiano del 13esimo secolo assai famoso per le sue predizioni. A Parma gli è intitolato vicolo Asdente, una strada dell’Oltretorrente nei pressi del Parco Ducale.
Ma proviamo a prevedere il futuro, sfidando la sorte come Asdente.
Il quadro appare oggi frantumato come non mai. Poi ovvio, caro Marcello, che da qui a sei mesi il contesto può cambiare, anche radicalmente.
Il centrosinistra potrebbe spaccarsi dai quattro ai sette pezzi.
Partiamo da ciò che è ufficiale: il grosso della coalizione è raccolto intorno all’alleanza Pd-Effetto Parma, e ci sono le fuoriuscite già dichiarate della sinistra della consigliera comunale Roberta Roberti e dei Verdi. A ciò si aggiungeranno le immancabili una o due liste solitarie dell’arcipelago comunista. Poi ci sarà il M5S. Che però potrebbe confluire, se fosse realizzata come paventato da più parti (sebbene il diretto interessato non si sia mai pronunciato in questo senso), nella lista di cambiamento, alternativa all’accordo Pd-Ep, promossa dal capogruppo del Pd Lorenzo Lavagetto. Il quadro potrebbe completarsi con lo strappo al centro, più volte evocato sui media, della lista di Italia Viva e Azione, anch’essa nel nome della discontinuità.
Nel campo del centrodestra si parla con sempre più insistenza della ricandidatura autonoma dell’ex sindaco Pietro Vignali (molto attivo in questi mesi tanto sui media quanto nei contatti personali) che viene stimata dagli addetti ai lavori con un risultato importante.
E non è neppure detto, a maggior ragione dopo il disastro delle ultime elezioni amministrative nelle principali città italiane, che il centrodestra si presenterà compatto nella sua formazione classica composta da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Questo modello, che fa il pieno dei voti al primo turno, è dimostrato non sia in grado di aggiungere un voto al ballottaggio. Al secondo turno per loro è una strage annunciata perchè tutti gli altri gli votano contro.
Credo che il centrodestra di Parma debba per forza inventarsi qualcosa per mescolare le carte, se vuole tentare di vincere.
Del resto a Parma il centrodestra è riuscito a vincere solo con il modello Ubaldi che prevedeva l’esclusione dall’alleanza di Lega e Fratelli d’Italia. Ma erano altri tempi, oggi non si intravede un nuovo Ubaldi e i partiti di destra sembrano sì in stallo e comunque aver esaurito la loro capacità espansiva, ma rappresentano pur sempre il 30-35% dell’elettorato politico parmigiano che non è banale riuscire a mettere in frigorifero al primo turno per poi farlo scatenare al secondo.
A completare un quadro così frammentato si aggiungeranno sicuramente una o due liste civiche di outsider che non mancano mai.
Con uno spezzatino del genere, si abbasserebbe di tanto la soglia per andare al ballottaggio (fin sotto il 19% di Pizzarotti nel 2012) e ciò consentirebbe, quantomeno in teoria, a una lista civica “pura”, fuori dal centrodestra e dal centrosinistra, di provare a giocarsela al primo turno per poi andare a vincere al ballottaggio contro chiunque.
Ma per realizzare questa opzione ci vogliono tempo, coraggio, capacità comunicativa per entrare nel dibattito politico, contenuti e sopratutto le persone giuste.
E il tempo stringe per tutti, a maggior ragione per chi deve costruire tutto da zero.
Andrea Marsiletti