Maxi bollette, scontro Lavagetto-Comune:

10/05/2009
h.17.40

L’ex-assessore Giampaolo Lavagetto replica a quanto affermato e pubblicato (clicca qui) riguardo alla vicenda delle maxi-bollette Telecom e afferma: “Prendo atto della “singolare” posizione assunta dal Comune di Parma in merito alla chiusura, sul piano amministrativo, della questione con Telecom, che rischia di dare ad una vicenda seria, connotati simili a quelli di una commedia.
Infatti, laddove il Comune conferma che ad Ottobre 2008 i tecnici del settore consideravano superato il problema e ritenevano, quindi, di non dover allertare nessuno, non ricorda che successivamente, in data 7 e 11 Novembre 2008, per iscritto, lo stesso gestore ripetutamente invitava ad intervenire con urgenza per sistemare l’errore del telefonino che mi era stato dato in dotazione quale assessore.
L’aspetto tragicamente comico è che all’interno dell’Amministrazione Comunale vi siano dirigenti apicali che percepiscono stipendi pubblici superiori ai 130.000,00 euro all’anno, i quali, in questa situazione, sembrano non aver saputo distinguere fra un intervento di routine ed uno di urgenza.
Per quanto concerne la mia piena disponibilità a far luce sulla questione, appena informato dei fatti, cosa avvenuta solamente 5 mesi dopo la segnalazione Telecom, faccio presente, che alla mia richiesta di partecipare all’incontro tecnico fra Amministrazione Comunale e gestore, mi è stato avanzato un netto rifiuto da parte della Direzione Generale.
In conclusione, uno spiacevole incidente che ha coinvolto diversi esponenti dell’Amministrazione Comunale (Assessori, dirigenti oltre che il sottoscritto), merita di essere trattata con maggior serietà, rispetto e trasparenza per i cittadini e le persone coinvolte”.

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10/05/2009
h.21.10

Bollette, L’Amministrazione: “Lavagetto non parli di trasparenza”

In merito alla vicenda delle maxibollette, l’Amministrazione sottolinea come sia “piuttosto curioso che l’ex assessore Lavagetto parli di trasparenza quando si è rifiutato di fare le tre cose che, in questi casi, chiunque si aspetterebbe da un amministratore trasparente:
1) Consegnare il suo cellulare ai tecnici comunali che lo hanno richiesto in gennaio per verificare la configurazione. Atto dovuto che ad oggi non è ancora avvenuto nonostante si tratti di un bene pubblico. L’ex assessore sostiene essere andato in pezzi, ma nemmeno i pezzi sono stati consegnati ai tecnici comunali.
2) Firmare la liberatoria per l’accesso ai dati come richiesto anche per iscritto dall’Amministrazione.
3) Fornire spiegazione della abnorme utilizzo del traffico dati, sproporzionata rispetto a tutti i colleghi.
Tutte cose che – conclude l’Amministrazione – l’altro collega coinvolto nella vicenda per un volume di traffico minore, ha fatto da subito”.

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