Motta: “Settimana decisiva per il diritto di cronaca”

24/02/2009
h.16.20

Gentile Direttore,
questa settimana segnerà un passaggio decisivo per il diritto di cronaca in Italia. Arriva infatti alla Camera il disegno di legge sulle intercettazioni proposto dal Governo e approvato nei giorni scorsi in commissione Giustizia nonostante la nostra netta opposizione di merito.
Siamo consapevoli che gli eccessi e gli abusi che si sono verificati in questi ultimi anni nell’utilizzazione e nella pubblicazione delle intercettazioni telefoniche abbiano reso necessaria una riforma della disciplina sul tema. Per questo, il Gruppo del Partito Democratico ha presentato alla Camera la proposta di legge 1510 (Tenaglia, Veltroni, Ferranti e altri), che mira a contemperare il diritto alla riservatezza individuale con la tutela del segreto processuale da un lato e le esigenze investigative con il diritto ad informare e ad essere informati dall’altro.
Sarò lieta di approfondire, se lo riterrà opportuno, la nostra posizione sul tema. Ma ora, nell’immediato, mi preme richiamare la sua attenzione sul testo che sarà presentato in Aula dalla maggioranza.
Si tratta di una riforma che prende a base il testo Alfano DDL 1415 e introduce norme molto dannose per la sicurezza dei cittadini. In nome di una “’falsa tutela della privacy”, si è indebolito in modo smisurato uno strumento essenziale ed insostituibile per la “ricerca della prova”. Uno strumento che in questi anni ha portato alla soluzione di numerosissimi casi, non solo legati alla criminalità organizzata e al terrorismo.
Il provvedimento contiene anche un duro attacco al diritto di cronaca e una compressione esagerata tanto da realizzare un vero e proprio bavaglio all’informazione. Con le nuove norme tutti gli organi di stampa (televisioni, giornali, radio e siti internet) non potranno più informare per tutta la durata delle indagini sul contenuto degli atti di cronaca giudiziaria.
E’ su questo punto in particolare che vorrei soffermarmi con lei, gentile Direttore. Per gli altri evidenti limiti e contraddizioni di questo disegno di legge che mette a maggior rischio la sicurezza dei cittadini anziché tutelarla, La rimando all’allegato a questa lettera.
Restiamo dunque alle gravi limitazioni all’informazione che questo testo prevede. Con l’approvazione di questa legge sarà vietata la pubblicazione – ”anche parziale, o per riassunto o nel contenuto”, e ”anche se non sussiste più il segreto” – degli atti di indagine “fino al termine dell’udienza preliminare”. Proibendo la pubblicazione di qualsiasi notizia concernente un procedimento penale, anche in forma semplicemente riassuntiva, il Governo fa calare un velo imperscrutabile su una fase nevralgica del processo penale: quella delle indagini.
Si tratta di un vero e proprio black out informativo, molto lontano dall’auspicata soluzione di equilibrio tra diritto alla privacy e diritto all’informazione, con evidenti aspetti di incostituzionalità perché comprime i valori dell’articolo 21 della nostra Costituzione secondo il quale “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o a censure” al fine di tutelare il diritto di tutti i cittadini ad essere informati.
Il Governo e la maggioranza per intervenire su alcuni abusi non esitano a ledere diritti costituzionali e riportano l’Italia agli anni ’30 quando il codice di procedura penale (art. 164) vietava di pubblicare gli atti fino alla chiusura della fase istruttoria.
Mi auguro che Lei vorrà informare i suoi lettori del rischio che corre il loro diritto ad essere informati e il diritto di un controllo democratico anche sull’attività della magistratura. Da parte mia, esprimo a Lei e ai suoi colleghi la mia solidarietà e il mio impegno perché questa legge non mortifichi l’esercizio pieno del vostro diritto di cronaca. Resto a disposizione per ogni approfondimento sul tema a partire da questa lettera che, se lo ritiene, potrà divulgare sulla sua testata.
La ringrazio della sua attenzione e la saluto con viva cordialità.

On. Carmen Motta

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