Occupazione: +27,7% le previsioni di ingressi a marzo nelle imprese di Parma

Occupazione: +27,7% le previsioni di ingressi a marzo nelle imprese di Parma rispetto al 2021 e +25% le previsioni per il trimestre marzo-maggio 2022. Il 53% è richiesto dalle imprese con meno di 50 dipendenti. Il 37% sarà impiegato nell’industria e il 63% nei servizi, in particolare per quelli alle imprese. Seguono servizi di alloggio ristorazione e servizi turistici, commercio e servizi alla persona. Disponibile la pubblicazione annuale Excelsior “Analisi della domanda di competenze digitali nel 2021” che offre una panoramica sulle dinamiche della trasformazione digitale del comparto produttivo italiano e sulla crescente richiesta di professionalità con specifiche competenze

Su base nazionale gli ingressi previsti nel mese di marzo sono 359.000, di cui il 9,4% (33.700) in Emilia-Romagna, in lieve crescita rispetto al mese precedente. L’11% del dato regionale (in crescita rispetto al mese di febbraio del 2,5%) è pari a 3.690 ingressi previsti e riguarda l’area di competenza della Camera di commercio di Parma, per il 78% nella forma contrattuale del tempo determinato o di altri contratti con durata predefinita.

Secondo i dati emessi dal Sistema informativo Excelsior e analizzati dall’ufficio Informazione economica della Camera di commercio, a Parma e provincia si prevede per marzo 2022 un ingresso complessivo di forze lavoro di 3.690 unità (+800 unità rispetto a marzo 2021pari al +27,7%), di cui 1.360 saranno richiesti nell’industria (1.130 in manifatturiero e public utilities; 230 nelle costruzioni) e  2.330  nei servizi (servizi alle imprese 1.200, servizi di alloggio ristorazione e servizi turistici 440, commercio 360, servizi alla persona 340).

A livello percentuale: il 41,6%, pari a 1.540 unità, è richiesto nella produzione di beni ed erogazione di servizi; il 19,7%, pari a 730 unità, in logistica; il 14,6%, pari a 540 unità, in aree tecniche e di progettazione; il 13,8%, pari a 510 unità, in area commerciali e vendite; il 5,2%, pari a 190 unità, in area amministrativa; il 5,1%, pari a 180 unità, in aree direzione e servizi generali.

Nel trimestre marzo – maggio la previsione di ingresso ipotizzata nel parmense è di 11.280 unità, con variazione complessiva degli ingressi in azienda di +2.260 rispetto al medesimo trimestre 2021, cioè +25%. Sempre nel trimestre di riferimento 4.170 sono i lavoratori previsti in ingresso nell’industria e 7.110 nei servizi.

Analizzando più nello specifico i dati, a Parma le entrate si concentreranno per il 59% nel settore dei servizi e per il 57% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.

Relativamente alle entrate previste, si concentreranno per il 63% nel settore dei servizi e per il 53% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.

Il 20% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (21%); per il 36% operai specializzati e conduttori impianti, professioni commerciali e dei servizi 18%, profili generici 18%, impiegati 8%.

In 45 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Le imprese che prevedono assunzioni saranno pari al 12% del totale e per una quota pari al 30% interesseranno giovani con meno di 30 anni.

Il diploma di scuola media superiore è sempre il titolo più ricercato (29%) al momento dell’assunzione, per il 17% è richiesta la qualifica o il diploma professionale, infine per il 15% la laurea.

Relativamente ai titoli di studio richiesti dalle imprese, secondo la difficoltà di reperimento e l’esperienza richiesta, nel mese di marzo il 44,6% delle entrate previste è di difficile reperimento: il 26,6% per mancanza di candidati. In particolare è di difficile reperimento il 90,5% dei laureati da impiegare nell’indirizzo medico e odontoiatrico, il 79,2% nel chimico-farmaceutico, il 77,1% negli indirizzi scienze matematiche, fisiche e informatiche. Tra i diplomati si ricerca per oltre il 70% chi ha seguito percorsi di studi ad indirizzo meccanica, meccatronica ed energia (66,7%), elettronica ed elettrotecnica (62,7%), trasporti e logistica (63,5%), costruzioni ambiente e territori (59,6%), chimica materiali e biotecnologie (45,5%). Tra coloro che hanno conseguito la qualifica di formazione o diploma professionale, i più ricercati sono quelli che hanno fatto percorsi ad indirizzo trasformazione agroalimentare (92,1%), edile (83,9%), impianti termoidraulici (80%), meccanico (61,5%), ristorazione (59,8%), elettrico (56,9%) e benessere (51,9%). Il 13,9% risulta di difficile reperimento per preparazione inadeguata dei candidati.

Per il 64% le aziende chiedono esperienza professionale specifica o nello stesso settore (24% nella professione e 40% nel settore). Nel 22% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 78% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Progetto Excelsior è il sistema informativo per l’occupazione e la formazione che ricostruisce il quadro previsionale della domanda di lavoro e dei fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese (indagine prevista dal programma statistico nazionale). E’ un progetto che Unioncamere e le Camere di commercio, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e con l’Unione Europea, realizzano a partire dal 1997. Per approfondimenti consigliamo di consultare il sito della Camera di commercio in cui è possibile trovare dati e analisi per tutte le regioni e le province d’Italia, sui fabbisogni professionali delle imprese e sulle pubblicazioni annuali e il rapporto di previsione 2022-2026, ampliato alla pubblica amministrazione.  

Approfondimento sulle competenze digitali e sul loro ruolo nell’innovazione dei processi produttivi

Sempre sul nostro sito è disponibile la pubblicazione della collana annuale Excelsior “Analisi della domanda di competenze digitali nel 2021” che offre una panoramica sulle dinamiche della trasformazione digitale dei comparti produttivi italiani (industria e servizi) e sulla richiesta da parte delle imprese di professionalità con competenze digitali. Approfondimenti anche sulle politiche europee e nazionali per la digital transformation, l’upskilling (processo di adeguamento e arricchimento delle proprie competenze) e il reskilling digitale (capacità di acquisire nuove conoscenze e competenze necessarie per svolgere una nuova mansione lavorativa, diversa rispetto a quella che svolge attualmente) di cittadini e lavoratori.

La pubblicazione analizza le caratteristiche della domanda di competenze digitali da parte delle imprese, rispetto a tre aree: capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie avanzate 4.0, capacità di utilizzare le tecnologie Internet e di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale; capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative.

Importante anche il focus sulla formazione e i titoli di studio richiesti. Il volume infatti indaga, da un lato, la relazione fra i fabbisogni di competenze digitali espressi dalle imprese; dall’altro, il sistema dell’istruzione e della formazione in termini di titoli e percorsi di studio conseguiti. Analizzare il fabbisogno di competenze digitali è importante anche dal punto di vista della richiesta dello “skill mix” da parte delle imprese. Per ulteriori informazionistudi@pr.camcom.it e www.pr.camcom.it

lombatti_mar24