Quinta giornata serie A: il commento di Gianni Bandiera

Eccoci qui tra un DPCM e l’altro a commentare il campionato di calcio che ha visto per l’ultima volta la presenza del pubblico. Da oggi niente più “mille spettatori” e tutti in stato di allerta. Anche il mondo del calcio si adatta anche se almeno per il momento resta immune alle chiusure totali.

Il tre a tre tra Milan e Roma con il solito contributo del VAR chiude la quinta giornata del campionato.

La squadra più in forma è il Napoli che senza il punto di penalizzazione sarebbe a punteggio pieno. Vince a Benevento come dovrebbe fare una squadra forte nel campo di una neopromossa: da provinciale. Va addirittura sotto per goal di Insigne, Roberto, e pareggia, grazie al fratello più nobile: Lorenzo. La storia celebra questo evento ma non si ferma. Come in un rullo a ciclo continuo il campionato scorre velocissimo. Venerdì sera il Sassuolo riacciuffa il Toro, finalmente in una bella prestazione, un pari insperato sotto la prima nebbia stagionale.

L’Inter sbanca Genova rossoblù con una partita ordinata e grazie alla calma dei forti. Primo tempo incolore, secondo tempo uno-due del solito Lukaku la prima rete confermando, il belga, di essere una macchina da goal.
Detto della Lazio che batte il Bologna nel più classico dei punteggi, della Fiorentina che mette in vetrina Castrovilli, ottima notizia per la nazionale, passiamo alle squadre deludenti.

L’Atalanta perde malamente in casa contro al Samp. Gasperini a fine match fa mea culpa: “Non possiamo cambiare troppi giocatori.” Ovvero va bene una rosa competitiva ma gli innesti devono avvenire in modo graduale.
Trovare l’alchimia giusta in questo periodo complicato e compresso non è affatto semplice.

I nuovi arrivati devono imparare a entrare nei meccanismi alla svelta e devono farlo più durante le partite che negli allenamenti.

E questo vale a maggior ragione in casa Juve dove il coefficiente di difficoltà è maggiore non fosse che oltre i nuovi deve fare il rodaggio lo stesso allenatore. Lo scriviamo a costo di ripeterci fino alla noia, quello di Pirlo è un apprendistato che non ha precedenti.

Il problema poi è la qualità della rosa: bellissima dalla cintola in su, ottima dietro ma dalla incerta definizione nei centrocampisti. Manca un uomo di personalità che possa prendere per mano la macchina bianconera.

L’uno a uno contro il Verona dimostra i problemi già visti a Crotone. Una partita che la Juve poteva vincere grazie ai grandi interpreti davanti, ma che non avrebbe nascosto i limiti della rosa bianconera ieri nella divisa da collezione.

Infine, il Parma che solo sul gong riacciuffa il pari contro uno Spezia che non ti aspetti.

Tornano le coppe europee poi di nuovo serie A, quello che sembra scontato oggi potrebbe essere rimesso in discussione dopo tre giorni, signori benvenuti nel calcio 2020 al tempo del Covid.

In coppa da non perdere Juve Barcellona con CR7 probabilmente bloccato dal virus, ci incuriosisce Atalanta Ajax e poi Shaktar Inter e Bruge-Lazio.
Alla prossima,

Gianni Bandiera

lombatti_mar24