Sarò denunciato dal PDL per turbativa alla quiete pubblica

29/04/2011

Mi è stato riferito che il gruppo consiliare del PDL in Provincia, furioso a seguito del mio intervento “La minoranza di centrodestra in Provincia è patetica. Che ci sta a fare?” pubblicato su ParmaDaily nei giorni scorsi, si è riunito e ha deciso di consegnare l’articolo e i relativi commenti postati sul forum ad un avvocato per un’eventuale denuncia. Per carità, lungi da me fare un processo alle intenzioni o un attacco preventivo, vedremo come si svilupperà la vicenda di cui terremo informati i lettori.
Nel pezzo esprimevo la mia opinione politica in merito all’inesistenza dell’opposizione in Piazzale della Pace. Mi sfugge pertanto quale sarebbe l’illecito da me commesso.
Forse sono colpevole di un reato d’opinione?
Ai sensi del Codice Penale per reati d’opinione si intende “attentati contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato”, “attentato contro la costituzione dello Stato”, “vilipendio alla nazione italiana, ai suoi simboli e alla sua bandiera”, “offese alla religione dello Stato mediante vilipendio di cose”, “turbamento di funzioni religiose del culto cattolico”, “propaganda ed apologia sovversiva o antinazionale”… faccio fatica a pensare che le mie critiche politiche alla minoranza possano rientrare in queste fattispecie.
A pensarci bene un atto grave l’ho compiuto e quindi comprendo la loro irritazione evidentemente colpiti nel segno: il mio torto è di avergli rotto le uova nel paniere… e allora mi permetto di suggerire io l’articolo di legge con il quale incriminarmi: l’art. 659 del Codice Penale “disturbo della quiete pubblica” che regolamenta “la tranquillità pubblica, la serenità d’animo che deriva al popolo dall’assenza di motivi di allarme, di commozione e di molestia”.
In realtà però, nel caso specifico, più che di turbativa alla “quiete pubblica” si tratta di minaccia alla quiete di questi politici in letargo e dei loro equilibri.
Ma un giudizio su questo modo di fare politica lo emetteranno gli elettori, e temo non sarà di assoluzione, nonostante i “legittimi impedimenti”, “la prescrizione breve” e chi più ne ha più ne metta.

Andrea Marsiletti

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