“Sopra le nuvole”

26/06/2009

Furono 155 le vittime delle stragi che tra il 18 e il marzo del 1944 dilaniarono i monti dell’Emilia Romagna. Uomini, donne e bambini uccisi dalle truppe naziste in fuga dall’arrivo degli alleati senza che costituissero alcuna minaccia. Molti di loro erano sposi freschi di cerimonia, madri e padri amorevoli, soldati rientrati dal fronte, anziani lavoratori e uomini innamorati.
In maniera molto netta i registi Sabrina Guigli e Riccardo Stefani dividono il loro film in due parti, una descrittiva e una narrativa. Nella prima viene minuziosamente raccontato quel mondo che sarà demolito dalle stragi raccontate nella seconda attraverso uno sguardo volutamente estetizzante, mai esagerato e sempre dalla parte delle persone.
La fotografia digitale, la grande cura per i dettagli delle immagini e per le ritualità campagnole fanno sì che le cose migliori del film si vedano tutte nei i momenti di “preparazione” dell’eccidio, quelli nei quali è raccontata la quotidianità della vita delle vittime per creare un contatto tra spettatore e personaggi che renda vivo e attuale il dramma storico. Gli attori non sono professionisti, ma gente del luogo che indossa abiti dei propri nonni, e il “luogo” in sè ha una grandissima importanza.
Peccato che poi molto di questo si perda nel momento di raccontare i fatti. La partecipazione emotiva prende il sopravvento negli autori stessi e scompare ogni volontà di mettere in scena personaggi o situazioni “complesse”. I nazisti sono diavoli infernali totalmente deumanizzati e i paesani pecorelle allo sbando.
Non si mette certo in dubbio la veridicità dei fatti raccontati (in molti momenti ci viene ricordato come il flim si attenga rigorosamente ai fatti) ma la loro drammatizzazione necessaria a farne un film. Sopra Le Nuvole ricorda e rende omaggio a delle vittime ma non lo fa mostrando le contraddizioni di una situazione violenta e ingiusta, lo fa mostrando unicamente il livore e il risentimento degli autori.

(Si ringrazia Mymovies.it per la collaborazione)
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