“Uno spettacolo di fantascienza” di Liv Ferracchiati all’Arena del Sole di Roccabianca

Gran finale della stagione teatrale 2022/23 martedì 4 aprile alle ore 21.15 al Teatro Arena del Sole di Roccabianca con “Uno spettacolo di fantascienza – Quante ne sanno i trichechi“, una storia ambientata su una nave rompighiaccio diretta al Polo Nord scritta da Liv Ferracchiati, innovativo drammaturgo del panorama nazionale che con uno stile fluido, comico e surreale immagina quel viaggio collegato con il tentativo dei tre protagonisti (interpretati da Andrea Cosentino, Petra Valentini e lo stesso Ferracchiati) di scongiurare una catastrofe climatica, mentre sperimentano sulla loro pelle un’altra crisi: quella dell’identità.

Ecco allora che il disorientamento dei trichechi, di fronte agli effetti del cambiamento climatico sulle loro vite, diventa sottile metafora dell’incapacità dell’essere umano di immaginare un futuro, sempre più confuso da un presente che si fatica a comprendere.

Una pièce gradevole e intrigante, ben interpretata e capace di dialogare non solo esplicitamente per gioco ma anche implicitamente e in modo sostanziale con il pubblico su una serie di questioni diverse, agite in scena con consapevolezza e intensità dai tre interpreti. Lo spettacolo, non privo di consistenti oscillazioni comiche e tutto giocato su paradossi verbali e di azione scenica, passa da un polo narrativo all’altro, arricchendosi di una continua ironia sferzante sia relativamente alla vicenda sia al meccanismo del teatro stesso. Vengono esaltate le doti interpretative (e canore) di Petra Valentini, quanto quelle di Andrea Cosentino, perfettamente a proprio agio nella messa in scena fra recitato e non, che pratica con naturalezza da decenni.

Liv Ferracchiati riesce a proporre un ragionamento su cosa siamo profondamente e su quanto ciò che gli altri dicono diventi convenzione e spesso anche identità che abbracciamo senza chiederci se questa cosa ci appartenga o meno. Un discorso su come per comunicare, noi stessi si sia spesso costretti a scegliere, più o meno consapevolmente, i segni che vanno a comporre le nostre caratteristiche, cioè finiamo per aderirvi non solo interiormente ma addirittura esteriormente. Per tutto lo spettacolo quindi si ragiona sullo spiazzamento, sul cambiamento di prospettiva nel punto di vista, della ridenominazione dell’ovvio, ma anche della ridefinizione di quello che siamo, che va oltre quanto ci viene appiccicato addosso dal mondo circostante.

I biglietti dello spettacolo, costo 18 euro, si possono prenotare al numero 339.5612798. L’ingresso è gratuito, previa prenotazione, per tutti coloro che hanno già assistito a uno spettacolo della stagione teatrale in corso.

TEATRO ARENA DEL SOLE ROCCABIANCA

martedì 4 aprile ore 21.15

informazioni 339.5612798

Liv Ferracchiati Uno spettacolo di fantascienza. Quante ne sanno i trichechi testo e regia Liv Ferracchiati con (in ordine alfabetico) Andrea Cosentino, Liv Ferracchiati e Petra Valentini aiuto regia Anna Zanetti dramaturg di scena Giulio Sonno scene e costumi Lucia Menegazzo disegno luci Lucio Diana suono Giacomo Agnifili lettore collaboratore Emilia Soldati realizzazione costumi in collaborazione con Sartoria Teatro delle Muse Come si racconta la fine del mondo? E poi: quale mondo sta finendo? In Uno spettacolo di fantascienza una rompighiaccio è diretta al Polo Sud, i trichechi rotolano giù dalle rocce e l’asse del mondo si sposta, la Terra si crepa nel mezzo eppure il fuoco è su altro, a crollare sono i tasselli delle nostre identità. Per comunicare noi stessi siamo costretti a scegliere, più o meno consapevolmente, i segni che vanno a comporre le nostre caratteristiche. Può sembrare filosofico, in realtà è molto concreto perché, queste distratte adesioni influenzano anche il taglio dei nostri capelli, il modo in cui ci vestiamo o persino la nostra gestualità. Cosa accadrebbe, dunque, se provassimo a spostare il punto di vista comune rispetto alle faccende che riteniamo più ovvie? Se togliessimo, strato dopo strato, tutti i segni che ci raccontano, cosa rimarrebbe? Forse si potrebbe avvertire un vago senso di minaccia, perché il rischio è che possa rimanere davvero poco di quel che siamo. Così Uno spettacolo di fantascienza, che della fantascienza ha la surrealtà e la prossimità col reale, è una drammaturgia in cui cambia bruscamente il linguaggio, perché anche la scrittura segue regole e convezioni. È impossibile conservare una forma definitiva, forse possiamo solo prendere consapevolezza erestare in ascolto di noi stessi.
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