Viero: “Ho sempre agito in buona fede”

28/09/2012
h.17.10

In merito alle notizie circolate sulle sentenze della Corte dei Conti che mi riguardano e ai successivi interventi di rappresentanti del mondo politico, ritengo sia divenuto opportuno fare alcune precisazioni per trasparenza e correttezza di informazione.
Le informazioni inerenti il procedimento riguardante le agevolazioni per favorire l’uscita dei dirigenti della Regione Friuli Venezia Giulia sono state riportate con grande enfasi per sottolineare la mia condanna, ma “casualmente” sono state del tutto trascurate nei giorni scorsi quando è stata emessa la sentenza definitiva della Corte dei Conti di Roma che, nell’accogliere il ricorso del Presidente Illy, ha riconosciuto la bontà del nostro operato ed ha annullato la condanna di primo grado.
Nel fornire ai rappresentanti del mondo politico a cui questa informazione è “sfuggita” gli utili aggiornamenti, ritengo anche opportuno sottolineare che nell’arco del mio mandato da Direttore generale i Dirigenti della Regione sono passati da 230 a 153 con un risparmio per le casse regionali superiore ai 20 milioni di euro, non un danno, ma un vantaggio che la stessa sentenza della Corte dei Conti di Roma ha riconosciuto, recitando testualmente: «L’operazione di riorganizzazione posta in essere nell’occasione dalla giunta regionale ha consentito di risolvere la spinosa posizione dei dirigenti nominati in via sostitutiva (i cosiddetti “facenti funzioni”), che avendo assunto proporzioni numeriche prossime a un terzo dei dirigenti in servizio comportavano oneri aggiuntivi e avevano determinato, non ultimo, per le aspettative di stabilizzazione sui soggetti incaricati, la effettiva sospensione dell’operatività del pubblico concorso per l’accesso alla qualifica dirigenziale». E aggiunge: «Non appare superfluo sottolineare che la riorganizzazione è stata positivamente considerata dalla Corte dei conti in sede di controllo».
Tale sentenza rende superfluo il condono che avevo chiesto in via cautelare che mi verrà ora rimborsato. Caso chiuso.
Altra informazione che ritengo utile chiarire. E’ vero, la Corte dei Conti di Trieste mi ha condannato al pagamento di una somma di circa 3.300 euro. Non ho ritenuto opportuno opporre ricorso a Roma per due motivi: 1) il costo per instaurare un nuovo giudizio sarebbe stato molto più elevato dell’ammenda che mi veniva richiesta, 2) la Corte dei Conti aveva parzialmente ragione per quanto riguarda la forma, molto importante nella Pubblica Amministrazione, anche se ritengo non nella sostanza.
Ma di cosa si tratta? In sintesi, di questo: al tempo in cui ero Direttore Generale del Comune di Trieste, ho pagato alla voce “spese di rappresentanza” (che per essere tali devono essere sostenute con membri esterni all’Ente e essere sostenute per accrescere il prestigio dell’Ente) alcune colazioni di lavoro, ad esempio con il Presidente della multiutility locale, piuttosto che con gli analisti che stavano svolgendo l’attività per il rating del Comune.
La Corte ha ritenuto che tali spese non presentassero le due caratteristiche sopra citate. E questo avrebbe certo meritato un mio ricorso. Rilevo solo incidentalmente che si trattava di colazioni di lavoro che mediamente ammontavano a circa 20/25 euro pro capite.
Ma allora dove sta la parte ragionevolmente contestabile? Sta nei circa 2.000 euro spesi al temine di una giornata di formazione del dicembre 2000 quando, anche per scambiare gli auguri natalizi, era stato offerto un piccolo rinfresco ai circa 70 dirigenti che avevano partecipato all’attività formativa. E’ vero questa non è una spesa di rappresentanza, andava rubricata sotto la voce “formazione”.
Ho sbagliato, in buona fede, ignorando questo tecniciscomo, ed ho ritenuto giusto, è stato mio dovere, pagare. E questa è trasparenza, che contrappongo a chi vuole fare invece un uso strumentale di questa vicenda, lasciando intravvedere chissà che responsabilità o che sotterfugi, che sperpero di denaro pubblico. Tutte le spese erano puntualmente fatturate, con persone a me estranee, nell’ambito delle attività istituzionali. Non sono state sottratte risorse, né sono state rendicontate con secondi fini, né tantomeno per fini personali o comunque impropri.
E’ utile infine ricordare che la Corte dei Conti è un organo di vigilanza sulla correttezza degli atti amministrativi e le sue eventuali sanzioni non implicano reati contro la Pubblica Amministrazione.
Ho sempre agito nella massima buona fede e trasparenza e credo che i fatti di cui stiamo parlando lo stiano a confermare.

Andrea Viero

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