“Parma… chi?”: la città si interroga sulla propria identità, al di là dei lustrini, stereotipi e auto-rappresentazioni

12/05/2015

Oltre 250 persone hanno gremito le Tre Ville, e almeno 150 non sono riuscite ad entrare in sala o a parcheggiare, ieri sera all’incontro pubblico “Parma… chi?” promosso dall’Associazione Up – lacrescitafelice. E’ stata una partecipazione eterogenea, con molta società civile e pochi dirigenti politici. Se si escludono gli incontri pubblici organizzati da Beppe Grillo durante campagna elettorale nel 2012 e la venuta di Renzi all’Astra a Parma, quello di ieri sera è stato di gran lunga l’evento politico parmigiano più partecipato degli ultimi tre anni.
Il dibattuto si è posto l’obiettivo di fare un passo in avanti e scandagliare l’identità di Parma, per comprendere cos’è oggi la città e cosa può essere domani, al di là dei lustrini, crisi, stereotipi e auto-rappresentazioni parmigiani.
Dopo l’introduzione del coordinatore di Up Andrea Bertora, il primo ad intervenire è stato l’economista e professore presso Harvard University Marco Magnani che ha visto Parma da lontano per poi focalizzarsi sui sui asset. Poi il direttore di Repubblica Parma Antonio Mascolo ha fatto un’analisi “antropologica” della città evidenziandone con acume qualità e vizi antichi. Il senatore del Pd Giorgio Pagliari ha sottolineato la necessità di un progetto complessivo della città che tenga insieme tutto e tutti per uscire dalle difficoltà del presente. Infine il consigliere comunale di Parma Unita Roberto Ghiretti è entrato più sullo specifico dei temi della città.
Al successivo dibattito hanno preso la parola per tre minuti l’ingegnere Gianpaolo Dallara, il presidente del Borgo Paolo Scarpa, il segretario cittadino del Pd Lorenzo Lavagetto, il docente universitario Antonio Rizzi, la commerciante Laura Chiari, Giuseppe Scotti di Parma Unita, Carlo Musiari di Banca Etica, l’avvocato Massimo Rutigliano, il presidente dei Nuovi Consumatori Filippo Greci, il formatore e conoscitore della montagna Mauro Delgrosso, il militante di Libera Antonio Pignalosa, ciascuno portando il suo punto di vista specifico e la sua esperienza.
Tutti gli intervenuti hanno fatto lo sforzo di provare ad andare oltre lo scontro politico quotidiano per guardare più avanti, al futuro della città: in due ore il nome di Pizzarotti sarà stato pronunciato non più di tre o quattro volte. L’approccio costruttivo, profondo e il basso tasso polemico sono stati uno degli elementi più qualificanti della serata.

PrD

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