Parma vede qualche luce in fondo al tunnel

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“Parma è una città in declino!”… quante volte in questi ultimi anni abbiamo sentito pronunciare questa frase, spesso anche da coloro che sono stati i responsabili dei problemi della nostra città.

La parola “declino” è stata associata a tante questioni, ma forse a tre più che ad ogni altre per il loro valore simbolico, evocativo e mediatico: debito del Gruppo Comune di Parma, chiusura dell’aeroporto Verdi, fallimento del Parma Calcio.

Orbene, a riguardo qualche segnale positivo si intravede.

L’amministrazione Pizzarotti ha messo in sicurezza i conti del Comune e delle sue società partecipate riducendo l’indebitamento del 40%. Il tentativo di qualcuno dell’opposizione di negare questa riduzione si è rivelato del tutto strumentale (ed infatti non ne parla più nessuno dopo la smentita dell’assessore Ferretti), perchè il debito iniziale di 870 milioni di euro c’era tutto e lo aveva certificato il Commissario Ciclosi quando Pizzarotti portava ancora le braghe corte, e lo stesso gruppo consigliare del Pd che oggi nega l’esistenza del debito con una mozione in Consiglio comunale nel 2012 chiedeva all’Amministrazione a 5 Stelle di attivare la procedura di pre-dissesto dell’Ente (leggi). E’ in questo modo che un partito squalifica la propria credibilità, delegittima il lavoro dei consiglieri degli anni passati, rilegittima gli avversari del futuro.

Dopo anni e anni di gestioni in perdita che sembrava ne avessero decretato la morte definitiva, l’aeroporto Verdi non chiuderà, grazie all’intervento dell’Unione Industriali di Parma che ha assicurato la copertura del disavanzo per altri due anni per un totale di 5 milioni di euro. Ognuno può avere la sua opinione sulla sostenibilità di un aeroporto a Parma, ma non si può non dare atto all’UPI di questo gesto unilaterale, non legato ad interessi economici diretti (quantomeno a me noti e comprensibili), che non stava scritto da nessuna parte.

Infine la vicenda del Parma Calcio. E’ vero che la squadra è retrocessa il serie D ma dopo una gestione tanto sciagurata quanto osannata in passato non avrebbe potuto essere diversamente, e oggi la nuova srl è nelle mani di grandi imprenditori di Parma che si sono messi in gioco in modo troppo plateale, salvifico e compromettente per non volere andare fino in fondo nel rilancio sportivo ed etico della società. Oggi il Parma ha come presidente Nevio Scala, un idolo dei parmigiani, qualche mese fa aveva Gianpietro Manenti, linciato dai tifosi in via Repubblica e poi in messo galera. Io qualche differenza, in positivo, la colgo.

Parma ha ancora tanti problemi ma forse una luce in fondo al tunnel si comincia a vedere…. e speriamo tutti non sia quella di un altro treno che ci viene contro.

E quando si avvista finalmente qualche spiraglio bisogna andare avanti, con coraggio, senza fare come quello che raggiunto il fondo del tunnel esita e si chiede “avrò chiuso il gas?”… e torna indietro.

 

Andrea Marsiletti

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