
Matteo Daffadà è consigliere regionale dell’Emilia Romagna e componente delle III Commissione (Territorio Ambiente, Mobilità), II Commissione II (Politiche economiche) e IV Commissione (Politiche per la Salute e Sociali).
Abbiamo fatto con lui fa il punto dopo quattro anni di lavoro.
Hai percorso 80-85mila chilometri in questi ultimi quattro anni, quasi un porta a porta, che esperienza è stata, cosa ti ha lasciato?
Un’esperienza molto bella, che mai avrei pensato di fare. Anche una sorpresa capitata nel mezzo della mia vita. Ho cercato di mettermi a disposizione di tutta la comunità provinciale e di portare la testimonianza della mia esperienza politica: sono cresciuto “dal basso”, iniziando dalla bella palestra che è l’amministrazione locale. L’approccio che ho scelto è stato quello di andare a incontrare le persone, le aziende, le associazioni a casa loro. Per conoscere il contesto in cui vivono e lavorano.
Ti sei concentrato soprattutto su terzo settore e sul mondo delle imprese, quali sinergie e reti si possono favorire per facilitare lo sviluppo del nostro territorio?
Il Terzo settore a Parma e in Emilia Romagna può vantare numeri molto alti di persone e realtà impegnate. Abbiamo la fortuna di poter contare su una forte rete di solidarietà. Sono orgoglioso di aver partecipato al lavoro di costruzione e divulgazione della Legge regionale sul Terzo settore che mette al centro proprio questo mondo e incoraggia la ricerca e la progettazione di soluzione innovative tra pubblico e privato. Molte di queste realtà sono anche imprese, integrate nel tessuto produttivo. Ho incontrato aziende che operano in settori diversi; quello che posso testimoniare è la straordinaria vitalità del territorio e il coraggio di misurarsi sempre con sfide nuove. Ho visto che per le nostre imprese è molto importante sentirsi parte di una rete; a volte le aziende non si conoscono tra loro mentre, invece, nel vicino possono trovare un’opportunità. Credo che, come la politica si debba aprire al territorio, così il mondo produttivo debba continuare, sempre più, a fare squadra. C’è molta ricchezza, non solo economica, ma umana.
La montagna, nonostante gli investimenti della Regione, è sempre a rischio spopolamento. Si dice sempre che bisogna ripartire dai giovani, dalla scuola e dai servizi per le famiglie, in questo ambito quale è stato il tuo impegno?
Ci siamo concentrati sulle eccellenze delle nostre scuole di montagna e ho portato all’attenzione dell’assessorato regionale le esperienze del professionale Zappa Fermi di Bedonia, l’istituto più lontano dalla città e i poli di media valle a Fornovo e Langhirano con la loro straordinaria proposta formativa, fondamentale per costruire opportunità per i ragazzi per inserirsi nel mondo del lavoro locale. La Regione si è impegnata sul tema delle pluriclassi finanziando tutte queste straordinarie esperienze educative. In questo ambito il nostro territorio è stato un assoluto protagonista. A Palanzano si è svolto un convegno molto partecipato in cui, dal confronto con esperienze pilota, si è sviluppata una progettualità che ha coinvolto, con esiti sorprendenti, tutte le scuole del nostro Appennino.
Parliamo di turismo, negli ultimi anni sono aumentate le presenze in Appennino, può essere questo un volano per l’economia?
Mi piace parlare di turismo del territorio. Sebbene non abbiamo il mare, tutte le indagini indicano che le mete balneari non sono l’unico fattore di attrazione in Emilia Romagna. Tra le “motivazioni di visita”, emergono sempre più i cosiddetti “nuovi turismi”, che includono cultura, sport, natura, shopping, enogastronomia. Un recente convegno svoltosi in occasione di Cibus, al quale ho partecipato, ha confermato che lo sviluppo di queste attività è la chiave vincente per l’economia e la promozione del territorio. Durante il convegno si è parlato di città d’arte, di castelli, di prodotti tipici, di ciclovie ed eventi sportivi. In pochi anni dalla legge regionale del 2016 che ha messo a sistema l’asse per la promozione e commercializzazione del territorio con Apt Servizi e le Destinazioni turistiche e, grazie al loro lavoro, l’offerta si è concentrata sempre più su percorsi esperienziali su misura. Questo approccio ha contribuito a riqualificare le strutture ricettive e rafforzare i servizi, in particolare nelle aree periferiche. La Regione attraverso i bandi mette a disposizione molte risorse per iniziative di valorizzazione e promozione turistica, una grande opportunità di cui spesso non si era colto il potenziale. Il mio impegno si è concentrato anche nel raccontare e spiegare queste occasioni, con l’obiettivo di aumentare il numero di progetti della provincia di Parma che potrebbero accedere ai finanziamenti.
Prossime elezioni regionali: stai pensando a una ricandidatura?
In questi anni ho scelto di interpretare il ruolo di consigliere regionale mettendomi a disposizione del territorio, con l’obiettivo di avvicinare ambiti e istituzioni che spesso si percepivano distanti. Se ho svolto bene o male questo compito, saranno le persone con cui ho interagito a deciderlo. La mia disponibilità a continuare c’è. Sono orgoglioso di far parte di un gruppo, di un partito e mi affido al giudizio della nostra comunità che dovrà scegliere i propri rappresentanti.
Tatiana Cogo