A Parma il rinnovamento non può venire dal PD

Casa Bambini
SanMartino
lodi_maggio24

01/07/2011
h.11.20

La situazione del sindaco Vignali si fa sempre più precaria. Vuole restare fino alle eleezioni del 2012 ma non è detto che ci riesca. Nel centro-destra si è aperto uno scontro il cui esito terminale è difficile prevedere, ma il cui impatto immediato è di far cadere ulteriormente la credibilità dello schieramento. Il cosiddetto civismo parmense, il movimento politico, a suo modo geniale, inventato dall’ex sindaco Ubaldi sembra arrivato al capolinea.
La situazione, insomma, è in movimento, e la stagione che porta all’appuntamento elettorale di primavera si apre in uno scenario profondamento mutato, anche se i segnali di smottamento del blocco di potere costruito a suo tempo da Ubaldi in alleanza con Forza Italia erano già evidenti.
La megalomania, dietro alla quale si irrobustivano gli appetiti e le casse dei costruttori, lascia una montagna di debiti che peserà per anni e una città pesantemente cementificata. Privatizzazioni e liberalizzazioni hanno creato aree di parassitismo e affarismo aggravate dall’arroganza e dall’incompetenza (di cui il gerarca pidiellino Villani e i Vignali-boys sono la plastica rappresentazione).
Si apre una stagione nuova ma dall’esito non scontato. Ci sarà un rinnovamento vero e solo di facciata? Cambieranno nel merito le scelte politiche portate avanti dall’amministrazione comunale in questo quindicennio e si sposteranno gli equilibri a discapito dei poteri forti e consolidati e a favore dei cittadini? Perché questo avvenga è necessario ovviamente cacciare la destra dal Comune, ma non basta.
Se il cambiamento viene gestito del PD sarà in gran parte più apparente che reale. Sappiamo che molti di quei poteri che hanno imposto (trovando larghe connivenze nel ceto politico) le scelte di fondo di questo quindicennio sono in buona parte trasversali ai due schieramenti. Il PD ha dato un contributo importante al successo dei referendum sull’acqua e sul nucleare, e di questo gli va dato atto. Così come va riconosciuto positivamente di avere abbandonato la demenziale politica di autosufficienza promossa da Veltroni. Ma sappiamo anche che la scelta del PD sui referendum è stata fatta più per interesse politico che per convinzione. Il percorso che doveva portare alla privatizzazione dell’acqua era partito dalle componenti più moderate dello stesso centro-sinistra.
Anche a Parma il cambiamento vero non può venire dal PD, ma il principio di realtà ci dice che in una realtà come Parma difficilmente può realizzarsi senza il PD, per le sue dimensioni elettorali e il suo radicamento sul territorio. Ma il PD è un partito bifronte con il cuore di molti elettori a sinistra, ma con il portafoglio dei suoi veri interessi di riferimento al centro o anche peggio.
Allora il problema complesso e difficile che abbiamo di fronte anche a Parma è come realizzare un cambiamento vero? Col PD e malgrado il PD, o contro e oltre il PD? Su questo penso che sarebbe utile aprire il confronto a sinistra, politica e sociale, ma anche con tutti coloro che, a prescindere dall’identificazione di schieramento, sono stanchi di un politica che ricicla sempre la stessa minestra, limitandosi a cambiare il colore del cappello di chi te la mette nel piatto. In fondo siamo entrati nel tempo dell’indignazione anche per dire basta a tutto questo.
Come sempre si può finire fuori strada da due lati. Quello di diventare subalterni e ossequienti per calcoli meschini di partito e qualche briciola di potere. O di finire nella declamazione demagogica e nel settarismo impotente di chi alla fine si accontenta del: “le ho prese, ma gliene ho dette”. La strada è sempre difficile, ma adesso almeno è un po’ più larga. Non sarebbe male cominciare a mettersi in cammino.

Franco Ferrari

(Franco Ferrari, membro del Comitato Politico Federale di Rifondazione Comunista di Parma)

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