
“Chiarire se la giunta de Pascale intende proseguire nel percorso di autonomia differenziata approvato in maniera reiterata dall’Assemblea legislativa”.
A porre il quesito è il consigliere Tommaso Fiazza (Lega), il quale ricorda il percorso intrapreso dalle precedenti giunte regionali culminato nel 2018 con la firma tra il Presidente Bonaccini e il Presidente del Consiglio Gentiloni di un accordo preliminare su cinque specifici ambiti di competenza diventati poi quindici a seguito dell’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa regionale di un’ulteriore risoluzione nel settembre dello stesso anno.
“Il tema del ricorso ad una legge cornice -ricorda ancora il leghista- fu introdotto soltanto nell’autunno 2019, ad opera del Governo Conte II, quale strumento per rallentare un percorso già intrapreso dalla maggioranza delle regioni italiane” e a questa iniziativa l’Emilia-Romagna rispose con l’approvazione nel 2021 di un atto di indirizzo politico in cui si auspicava che l’esigenza di una legge cornice “non andasse a preludere alla volontà del Governo stesso di arretrare sul percorso già svolto, ovvero di disconoscere in toto il contenuto delle Intese già accordate, limitandosi ad armonizzare le stesse ai principi costituzionali che regolano i rapporti tra centro e periferia”.
Sottolineando poi l’inerzia dei governi Conte II e Draghi, Fiazza ricorda infine l’esecutivo Meloni che nel 2024 ha approvato la legge che dispone l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario per uniformare i vari percorsi intrapresi.
Ricordato il contesto storico, il consigliere sottolinea come nel programma elettorale del Presidente de Pascale l’unico riferimento all’autonomia è contenuto nel paragrafo relativo alla sanità, dove si afferma che si “rigetta il progetto di riforma dell’autonomia regionale differenziata che minaccia di aumentare ulteriormente le diseguaglianze esistenti nel paese”, mentre nel preambolo alla XII legislatura si specifica come “l’Emilia-Romagna è la regione dell’autonomia prossima e solidale dei comuni, contrapposta a quella egoista e differenziata che divide la Repubblica”.
Dal contesto delineato, Tommaso Fiazza chiede quindi all’esecutivo regionale se “al di là dell’opposizione allo strumento individuato dall’attuale governo per darne attuazione, la giunta de Pascale intenda proseguire o meno nel percorso di autonomia differenziata già avviato”.
In fase di replica l’assessore a Programmazione strategica e Attuazione del programma, Programmazione fondi europei, Bilancio, Patrimonio, Personale, Montagna e aree interne Davide Baruffi ha chiarito che “l’iniziativa della Regione Emilia-Romagna del 2017 si muoveva in un contesto radicalmente differente dalla situazione attuale. La crisi sanitaria durante il Covid, il sotto finanziamento cronico della sanità, la portata e incidenza dei nuovi fenomeni climatici e la crisi energetica generata con lo scoppio della guerra in Ucraina farebbero propendere per un approccio cooperativo rafforzato rispetto a un disegno di autonomia differenziata”.
Baruffi, nel confermare come il percorso intrapreso dalla Regione Emilia-Romagna “non solo deve essere considerato interrotto, ma definitivamente concluso” ha sottolineato come “la Corte Costituzionale stessa, nel pronunciarsi, abbia colpito profondamente l’impianto di una legge frutto di una palese forzatura avvenuta in Conferenza Stato-Regioni”.
Tommaso Fiazza si è quindi dichiarato non soddisfatto delle risposte ottenute “che confermano come siamo in ostaggio del Pd e del suo segretario nazionale Schlein”.
Nel dichiarare la disponibilità a collaborare con l’esecutivo regionale “ove vi fosse un ripensamento”, Fiazza avanza il sospetto “che la mutata posizione dell’Emilia-Romagna rispetto al 2017 sia anche frutto del cambiamento di colore nel governo nazionale”.