“Barilla e i big dell’industria gelano la metro”

14/10/2009
h.08.50

Su Polis Quotidiano di questa mattina il giornalista Lorenzo Pietralunga dà contro dell’incontro che si è svolto ieri sera all’Unione Industriali di Parma per discutere della metropolitana di Parma.
L’articolo “Unione: Barilla e i big dell’industria gelano la metro targata Pizzarotti” è molto ben dettagliato e ParmaDaily lo propone nella sua versione integrale.
Si legge: “Non si sono contati e non hanno votato mozioni. In compenso, hanno litigato e di brutto. Gli industriali dell’Unione ieri, nel tardo pomeriggio, si sono riuniti dando vita ad una discussione senza esclusione di colpi che di fatto gela la metropolitana da 300 milioni di euro targata Pizzarotti – e con lui, uniti in una Ati, Coopsette e Ccc –, sempre più in disgrazia alla corte del sindaco Pietro Vignali.
Il quadro che trapela, nonostante la rigidissima consegna del silenzio, disegna una sorta di larga intesa tra i principali big dei capitani d’impresa, allineati dietro l’alleanza tra Guido Barilla e il patron di Parmacotto, Marco Rosi, quanto mai scettici – il condizionale è d’obbligo – non solo sull’opera in quanto tale, ma anche e soprattutto sulla necessità di schierare il gioiello di famiglia, la Gazzetta di Parma, in una vasta operazione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
A quanto pare, non molti giorni addietro il presidente dell’Upi Daniele Pezzoni insieme a Corrado Bianchi (presidente del Consorzio Metro Leggera Spa) avrebbero chiesto al quotidiano una lunga intervista per discutere in modo positivo della metro in salsa parmigiana. Da qui l’esigenza del giornale, consapevole degli attriti sempre più crescenti sull’argomento, di avere una linea editoriale chiara.
La patata bollente è rotolata alla velocità della luce sulla scrivania dell’Unione industriali e ogni decisione è stata così rinviata al Consiglio riunito ieri. Il primo a prendere la parola sarebbe stato proprio Guido Barilla, quanto mai irritato per l’uso strumentale della Gazzetta richiesto da Pizzarotti a copertura dell’affaire metro. Addirittura, sembra che il re della pasta abbia sollevato il più classico dei problemi da sempre portati avanti dal fronte “no metro”: chi pagherà i costi di gestione di un’opera che può contare su un bacino d’utenza decisamente basso?
Toccherà al Comune ripianare il deficit ogni anno?
La ricostruzione dell’aureo summit segnala inoltre che Rosi, impegnato in un colorito vis-a-vis con Pizzarotti, avrebbe battezzato la metropolitana come un tema non strategico per l’Upi in questo momento, mentre per Gilberto Greci l’infrastruttura non sarebbe indispensabile alla città. Interessante la posizione di Alberto Chiesi, per il quale prima di ogni pronunciamento servirebbe acquisire un parere tecnico a supporto delle tesi dei contrari alla metro.
Senza dubbio più in sintonia con Pizzarotti si è dichiarato, oltre a Carlo Calestani (imprenditore del settore del legno), il presidente Pezzoni. Del resto, fu proprio lui a stabilire il 22 giugno scorso, davanti ai suoi associati, che “una città avanzata non può non cercare di sperimentare nuove modalità di trasporto idonee a ridurre l’impatto della circolazione sotto il profi lo viabilistico-ambientale e, nel contempo, contribuire alla riduzione dei gas inquinanti emessi oggi dagli autoveicoli, con effetti benefici sulla qualità dellla vita di Parma”.
Che per Pezzoni ieri tirasse una brutta aria lo si è capito poco dopo le 20, a vertice appena concluso. Nello studio di ParmaEuropa il presidente era attesissimo per discutere proprio di metropolitana ma, nonostante la sua tanto sbandierata presenza, all’ultimo ha dato forfait per problemi personali. Industriali sì, verrebbe da dire, ma non autolesionisti fino al punto di portare a lavare i panni sporchi non tanto in piazza, ma proprio sull’emittente tv controllata da Pizzarotti.
Inutile dire che la posizione critica maturata in casa Upi sulla metro non si può leggere come una bocciatura – nessun documento è stato votato, contrariamente a quanto ci si aspettava alla vigilia – ma è ugualmente una gigantesca boccata d’ossigeno per l’Amministrazione del sindaco Pietro Vignali, ormai in procinto di rinunciare a fare della città una forma di gruviera, nonostante il progetto fosse uno dei biglietti da visita del precedente sindaco Elvio Ubaldi. Il casus belli per la Giunta è la mancata copertura da parte del Governo di 37 milioni di euro per il materiale rotabile.
Soldi che secondo il ministro Altero Matteoli il Comune non avrebbe mai chiesto. Soldi che Pizzarotti ieri pare abbia detto siano comunque reperibili a Roma. Fatto sta che se l’appalto dovesse andare in fumo ora l’imprenditore delle costruzioni potrebbe esigere un maxi risarcimento da 25 milioni di euro. Non a caso, non mancano gli industriali e soprattuto i politici del centrodestra che leggono nella impuntatura di Pizzarotti più un buon bluff per alzare il tetto del risarcimento che una sua reale volontà di andare armi e bagagli contro Vignali”.

lombatti_mar24